Il gruppo Fridays For Future Como - Lunedì 25 gennaio il senatore di Fratelli d'Italia, Alessio Butti, ha lanciato un appello al fine che vengano portate avanti le infrastrutture considerate prioritarie per il nostro territorio. Il centrodestra coeso non ha mancato di ricordare ai cittadini comaschi come la loro priorità sia la realizzazione del secondo lotto della tangenziale di Como, a cui ci opponiamo fermamente.
Ora. Si pensi alla provincia di Como del futuro. Vista la complessità del tema, gli amministratori più che parlare di tangenziali dovrebbero prendere delle scelte politiche anche impopolari, ma finalizzate alla miglioria della qualità della vita e dell'ambiente in un'ottica lungimirante. Scelte (anche drastiche) che però abbiano una visione d'insieme dei problemi viabilistici.
Visto che le risorse economiche sono limitate e non si può continuare a credere che queste verranno utilizzate sia per i treni sia per le strade, ci appelliamo affinchè vengano stanziati soldi pubblici unicamente alla mobilità sostenibile. Visto anche che nell'ultimo anno di emergenza sanitaria, tutte le criticità legate al trasporto pubblico sono venute a galla, forse è arrivato il momento di chiedersi se è meglio continuare a investire in tangenziali e tangenzialine (di dubbia utilità) oppure garantire agli studenti (e non solo) dei mezzi pubblici non affollati per andare a scuola.
Parlando di investimenti. Sicuramente un collegamento da potenziare è quello della ferrovia Como-Cantù-Molteno-Lecco. E' di recente notizia che anche l'Associazione degli utenti del trasporto pubblico ticinesi ha chiesto l'intervento delle autorità svizzere per sollecitare Rete Ferroviaria Italiana, Governo italiano e Regione Lombardia a mettere a disposizione le risorse necessarie a l'elettrificazione di questa linea. Infatti questo intervento porterebbe anche a una risoluzione della mobilità transfrontaliera, con l'introduzione di un servizio ferroviario di gronda tra Lecco e Varese (via Arcisate-Stabio). L'elettrificazione sarebbe altresì importante in quanto, ancora oggi Trenord fa circolare sulla Como-Lecco alcune delle automotrici (Aln 668) realizzate a cavallo tra gli anni '70 e gli anni '80, che certamente hanno un impatto maggiore sull'ambiente in termini di emissioni.
Poi, parte delle risorse economiche attingibili dal Recovery Fund potrebbero essere spese per il potenziamento del servizio ferroviario, al di là delle criticità infrastrutturali della linea. Infatti, si potrebbe già da subito far circolare i treni sulla linea durante le ore mattutine (visto che attualmente le corse sono poche e non consentono a tanti pendolari di muoversi in treno). Perchè sulla Como-Lecco non estendere la programmazione oraria delle corse, che ora vige dalle 12.35 alle 21.34, a tutto l'arco della giornata? Con almeno un treno da/per Como ogni ora?
Altra questione da risolvere, prima di pensare a realizzare una qualsiasi tangenziale, è quella del trasporto pubblico su gomma. Perchè non pensare ad incrementare le attuali corse dei bus verso i comuni di Tavernerio, Lipomo, Albese che ad oggi sono asfissiati dal traffico viabilistico e che giustamente chiedono misure urgenti volte a ridurre il particolato atmosferico? Perchè non rimodulare l'offerta attuale del TPL (in provincia) in modo da permettere a più utenti di beneficiare del mezzo collettivo?
L'altro nodo da sciogliere è quello del traffico legato al passaggio di furgoni e mezzi pesanti sulle arterie stradali e in particolar modo sulla Statale Briantea. Parte (non tutti) i flussi di traffico che ad oggi percorrono questa strada attraversano il territorio dell'alta Brianza. La soluzione potrebbe essere (in parte) quella di riconsiderare la ferrovia Como-Lecco anche per il transito delle merci. RFI nel 2015 ha eseguito l'ammodernamento dell'infrastruttura. A questo investimento non sono mai seguite politiche di incentivo del traffico merci sulla linea, perchè?
Sempre riguardo alla logistica, una riflessione meriterebbe di essere fatta sull'e-commerce. In questi mesi sono aumentate in tutta Italia le consegne effettuate dai corrieri. Questa dinamica non può essere lasciata a sé stessa e a nostro parere va governata. Potrebbe essere utile pensare a realizzare dei centri per lo smistamento delle merci in modo da ridurre gli spostamenti dei corrieri in ambiti urbani ed extraurbani, risolvendo i problemi di traffico dovuti alla logistica dell'ultimo miglio.
Infine, il nostro no incondizionato, al secondo lotto della tangenziale è dovuto anche al fatto che l'impatto ambientale dell'opera non verrà compensato da una riduzione dei mezzi privati circolanti. Semmai si avrà uno spostamento del traffico da una parte all'altra della provincia.
A monte di tutte le possibili proposte ai problemi di traffico elaborate dai singoli cittadini, servirebbero degli studi che prendano in considerazione l'origine e la destinazione del traffico (merci e passeggeri) e i relativi flussi (anche avvalendosi dell'uso dei Big Data). Studi che possono essere fatti da enti indipendenti e che siamo certi che smonteranno il pensiero dominante, secondo cui, nuove strade risolvono i problemi viabilistici.
Concludiamo dicendo che viste le tante proposte che sono in circolazione in tema di mobilità sostenibile sul territorio (eventuale quadruplicamento della ferrovia Monza-Chiasso, riqualificazioni urbanistiche che mirino alla riduzione della dispersione urbana del comparto produttivo ecc.. ecc..) lasciamo ai decisori politici la scelta di quali interventi realizzare, purchè il miope progetto della tangenziale non si faccia!
26/01/2021
Cordiali saluti,
Il gruppo Fridays For Future Como