Ferdinando Alberti (M5s): «È necessario da subito tornare a parlare del SIN Caffaro per riportare il tema al centro dell’agenda politica della giunta comunale di Brescia e del Ministero della Transizione Ecologica, soprattutto dopo che è stato approvato un piano operativo di bonifica (POB) che riguarda una percentuale ridicola del suolo contaminato dalla Caffaro» lo afferma il consigliere regionale del M5S Ferdinando Alberti.
Marino Ruzzenenti del Comitato popolare contro l’inquinamento zona Caffaro insieme ai rappresentanti di Medicina Democratica, del Tavolo Basta Veleni, del Comitato Ambiente e Salute Brescia e del Comitato per l’Ambiente Brescia Sud, ha inviato a tutti i soggetti interessati una lunga e dettagliata lettera che sottolinea la cattiva gestione del SIN in questione. «Di errori – sottolinea Alberti – ne sono stati fatti sin troppi sull’area. Complici l’ex Commissario, il Comune di Brescia ma anche Regione Lombardia che hanno cercato di sminuire il rischio e ridurre la zona di intervento ridefinendo i confini del sito tenendo in considerazione solo quelli del sedime industriale. E anche se non è competenza di questi enti ridefinire alcunché, il risultato finale è stato proprio quello di escludere dal POB tutto ciò che sta fuori dal sito industriale».
Prosegue Alberti: «Ruzzenenti e i Comitati hanno anche ricordato nella loro lettera che la stessa definizione originaria dei confini non era tecnicamente e scientificamente corretta. Non a caso si è deciso di stabilire una demarcazione di fatto amministrativa escludendo dalla perimetrazione del SIN tutta l’area a sud della linea ferroviaria Milano-Venezia, non considerando così tutti gli inquinanti presenti in quella zona. È per questo che gli stessi Comitati chiedono, non solo di ripristinare gli originari confini del Sito di interesse nazionale, ma di considerare anche quei terreni che sono sempre stati esclusi. È stato poi chiesto che la gestione dell’intero nuovo SIN sia omogenea e che si elimini ogni forma di discriminazione tra aree del medesimo SIN. Condivido e sostengo fermamente queste richieste, tanto che mi sono già impegnato affinché vengano prese in considerazione dal Ministero della Transizione Ecologica, titolare delle attività di bonifica del sito Caffaro. Purtroppo, però va detto che il PNRR non ha previsto fondi per la bonifica dei SIN e questo è un errore enorme commesso dal nostro governo. Del resto, visto come è stato trattato questo sito, forse sarebbe più saggio derubricarlo come “sito orfano” sul quale invece il PNRR ha competenza. La mia – puntualizza il consigliere bresciano – è ovviamente una provocazione legata all’attuale stato disperato delle cose. Ancora oggi, dopo anni di infinite discussioni, un’immensa area nel cuore di Brescia dove ci sono campi, orti e giardini privati, è contaminata dalle sostanze chimiche della Caffaro e completamente dimenticata da tutti».
«Oggi – conclude il consigliere del M5S – per assurdo chi vive in quelle aree non solo subisce gli effetti di anni di inquinamento della Caffaro sulla propria pelle, ma si ritrova pure a dover pagare di tasca propria la bonifica dei propri terreni. Sarebbe bene partire sempre da questo ragionamento tutte le volte che si parla delle bonifiche da fare».
Milano, 04 marzo 2022
Ufficio stampa MoVimento 5 Stelle Lombardia - www.lombardia5stelle.it