Si è tenuta questa mattina, in V Commissione Territorio e infrastrutture del consiglio regionale, l’audizione con gli amministratori e le associazioni di categoria della provincia di Como sul tema della strada provinciale Novedratese, dopo l’incidente che ne ha sostanzialmente bloccato la viabilità.
“Abbiamo ricordato ai colleghi consiglieri che se di fatto la chiusura del ponte di Carimate ha creato una serie di gravi criticità, questa è solo la punta dell’iceberg perché il problema è a monte ed è riferito a tutto il sistema viabilistico della bassa provincia comasca, a cominciare dalla questione ancora aperta della Pedemontana”, spiega Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Pd, che ha chiesto la convocazione dell’audizione.
Orsenigo, in apertura di seduta, ha fatto subito presente che, “grazie alla celerità con cui l’amministrazione provinciale e i sindaci dei Comuni interessati sono intervenuti, la provinciale 32 verrà riaperta molto prima del previsto, probabilmente già a Pasqua. E per questo va il nostro plauso a tutti loro. Ma il tema non cambia: c’è la necessità di rivedere l’impianto della viabilità di tutta l’area. L’incidente ha messo chiaramente in luce come la Novedratese sia un’arteria fondamentale, e oltre tutto senza alternative, per l’economia dell’alta Brianza. Ancora di più oggi che è inserita nel sistema viabilistico di Pedemontana lombarda. Faccio presente che dalla relazione che gli amministratori hanno trasmesso al consiglio emerge chiaro come su quella strada il traffico giornaliero medio sia di 28mila veicoli al giorno, di cui i mezzi commerciali e pesanti rappresentano il 16% dei passaggi. Tant’è che la provinciale 32 è inserita nella classificazione regionale in categoria R2 come importante asse di collegamento”.
La presenza del sindaco di Como alla manifestazione di lunedì scorso, organizzata dalla Lega e con il ministro Salvini, è al centro di una lettera di Patrizia Lissi, consigliera comunale del Pd, indirizzata proprio al primo cittadino. Eccola integrale qui di seguito:
“Egregio signor Sindaco, il 2 dicembre di due anni fa si tenne a Como una manifestazione nazionale generata dall’irruzione di alcuni skinheads durante una riunione di ‘Como senza frontiere’, noto come ‘l'episodio di cui trattasi’, secondo il comunicato stampa rilasciato ai tempi dal Comune di Como. Alla manifestazione parteciparono la presidente della Camera dei Deputati, terza carica dello Stato, e cinque Ministri del Governo allora in carica. Cinque Ministri a Como, mi permetta, non si vedono nemmeno al convegno Ambrosetti.
Lei non era presente, come non era presente nessun esponente della sua Giunta. Sui giornali del 9 dicembre 2017 Lei rivendicò la scelta, dichiarando: «È evidente che non si trattava di una mobilitazione di organizzazioni laiche, ma della scelta di una parte politica, ancorché indubbiamente lecita. Nella mia concezione della rappresentanza, l’adesione a una manifestazione di partito è inopportuna per chi dovrebbe rappresentare la pubblica amministrazione. Una manifestazione di partito esclude di per sé la presenza di chi dovrebbe risultare espressione della pubblica amministrazione. Peraltro anche recentemente ho evitato di presenziare ad alcune iniziative di partiti della maggioranza che mi sostiene, rivendicando la mia estrazione civica».
“Il ministro Salvini ieri a Como per la sua consueta passerella elettorale, ha dichiarato che il suo sogno è andare in via Milano passeggiando in Italia.
Forse non sa che i tanti stranieri regolari che vivono e lavorano in via Milano rendono al paese ed alla città un servizio infinitamente maggiore di quello reso dalle sue dichiarazioni senza senso.
Il Partito del ministro deve a tutti noi 49 milioni di euro, denaro che potrebbe essere utilizzato anche per migliorare la città. Sempre il suo partito ha ideato il mostro delle paratie, tuttora difese dal consigliere regionale Turba.
Ancora il suo partito non è in grado di gestire degnamente i servizi sociali comunali che sono ancora degni di un paese civile solo grazie all’impegno dei lavoratori pubblici.
Ci aspetteremmo delle scuse per la palese incapacità della lega in tutto ciò che riguarda la cosa pubblica ma sappiamo che è speranza vana”.
“Molti cittadini, e proprio i più fragili, pagano cifre anche consistenti ai propri medici di base per poter attivare la procedura burocratica e richiedere il certificato di invalidità, nonostante una normativa nazionale e una circolare regionale ne prevedano la gratuità. Ma ora siamo riusciti a strappare alla Regione l’impegno a fare un accordo con i sindacati dei medici per calmierare i prezzi”, la denuncia viene da parte dal Gruppo regionale del Pd che stamattina ha affrontato il tema in Aula con una interrogazione durante il question time. “La colpa non è dei medici di medicina generale che eseguono una prestazione da liberi professionisti, ma tocca alla Regione intervenire tempestivamente e porre rimedio a questa stortura, stipulando una convenzione con gli stessi medici, perché questa prestazione sia sempre gratuita, così come avviene anche per altre certificazioni”, dice Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Pd. E in parte la richiesta dei dem è stata accolta: “Proprio in questi giorni si aprirà il tavolo con i sindacati dei medici: l’assessore regionale al Welfare Gallera si è impegnato a fare un accordo, come quello che a suo tempo è stato definito per ottenere la gratuità dei vaccini, per calmierare le tariffe e andare incontro a migliaia di famiglie lombarde”. Orsenigo ricorda inoltre che “il Ministero della Salute ha già emanato le linee di indirizzo due anni fa e la Regione Lombardia, l’anno scorso, ha emesso una circolare molto chiara a riguardo, proprio in virtù dell’atto ministeriale sull’aggiornamento dei Lea, i livelli essenziali di assistenza. Il nostro obiettivo era quello di dare soluzione a una questione che pesa su tante famiglie, sollevandole da costi economici e disagi, in termini di burocrazia e spostamenti. Speriamo di esserci avvicinati”.
Rispetto ai risultati delle analisi eseguite da ARPA sui campioni prelevati in prossimità dell'incendio presso la discarica di Mariano Comense (http://www.arpalombardia.it/Pages/Incendio-Mariano-Comense%2C-pronti-i-risultati-delle-indagini-ambientali.aspx),
la nostra posizione è che questi dati vanno "contestualizzati". Si tratta cioè di campioni (prelevati tra il 25 e il 27 marzo) che fotografano la qualità dell'aria in quei determinati momenti. Occorre poi tener conto che il forte vento ha comunque contribuito a disperdere gli inquinanti in un raggio di qualche km, il che potrebbe essere stato un bene per chi risiede nei dintorni dell'impianto ma, in ogni caso, non si tratta di una situazione vantaggiosa per l'ambiente!
Infatti il risultato delle analisi non significa che l'incendio dei rifiuti ha prodotto "pochi" inquinanti, ma solo che questi non sono stati rilevati in quel punto e in quel determinato momento.
Il dato purtroppo significativo è che, con certezza (purtroppo), la combustione dei rifiuti produce sempre inquinanti (in particolare diossine e furani) molto pericolosi per l'ambiente e per la salute umana. Nel caso dell'incendio di Mariano si può quindi ipotizzare che questi inquinanti si siano "distribuiti" per alcuni km rispetto al sito della discarica.
Può essere che i cittadini di Mariano ne abbiano respirati "pochi" (difficile valutarlo con certezza), la verità è che in ogni caso gli inquinanti non sono magicamente scomparsi, ma che, con la complicità del vento forte, sono stati trasportati nell'aria, destinati poi a ricadere al suolo a qualche km di distanza.
“Sulla questione della sicurezza scolastica non ci sono alibi e c’è bisogno di concretezza e continuità delle politiche, anche in occasione di cambi di governo. E’ quindi giusto auspicare una Legge quadro che metta in ordine e renda strutturali gli investimenti, peraltro messi in campo con i governi di centro-sinistra, chiarendo al tempo stesso le responsabilità delle istituzioni competenti. Una soluzione potrebbe poi essere la costituzione di una struttura a supporto agli enti locali e sostegno alla cultura della prevenzione. Questa richiesta in particolare mette in luce l’errore fatto dal Governo Conte nel cancellare la Struttura di missione Scuole Sicure, senza peraltro preoccuparsi di gestire la continuità degli investimenti che attendono di essere messi in cantiere con tempestività”. Lo afferma Chiara Braga, deputata comasca del PD e capogruppo in Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici di Montecitorio partecipando oggi all'evento di presentazione del manifesto per una proposta di legge sulla sicurezza delle nostre scuole con Save The Children e Cittadinanza Attiva. “In attesa del citato provvedimento il Governo – conclude Chiara Braga - deve sbloccare le risorse già programmate per il 2018/2010 in materia di edilizia scolastica ferme da mesi, come il PD ha chiesto da tempo e con più interrogazioni in Commissione Cultura.”
Seguici, sostienici e collabora.
|
Contattaci |
Sostieni oggi le nostre attività, inviando il tuo contributo a: ASSOCIAZIONE NOERUS IBAN IT28Z0306910928100000000139 (ISP) |