A Como, non solo non esistono spazi sufficienti per accogliere la notte le persone in grave stato di marginalità, ma è difficile anche a trovare uno scantinato, un garage, un buco riparato dove depositare i circa 40 borsoni chiusi con cerniera che contengono un sacco a pelo, una coperta e un sottile materassino tipo yoga.
Li abbiamo preparati per le persone che dormono in strada, sono nominali: la difficoltà di accesso costante ai servizi d’igiene rende ancora più importante, è evidente, che ognuno abbia la propria dotazione. Con scadenza regolare facciamo il cambio coperte.
Può sembrare poco, ma per una persona che vive per strada è tanto.
Da un anno e mezzo circa ci occupiamo di questo: prima in Val Mulini, poi ai tendoni di Via Sjrtori e per ora a San Francesco, adattandoci a ciò che le circostanze impongono e consentono, e alle richieste che ne derivano.
I due turni, la sera per consegna e la mattina per il ritiro, sono rispettati ogni giorno della settimana, feste comandate comprese.
Tra le attività che facciamo questa non è l’unica, ma è imprescindibile e ci permette di creare relazioni e di tentare qualche progetto più concreto e positivo - abbiamo qualche storia a lieto “inizio”.
Avendo tutto il materiale necessario, con due auto e un luogo dove depositare e ritirare le borse-kit, l’attività sarebbe abbastanza semplice e relativamente veloce.
La chiusura dello spazio accanto al tribunale - perfetto per le brevi soste di carico /scarico - ci ha messo in grande difficoltà, e in aggiunta il luogo dove attualmente depositiamo i borsoni potrebbe a breve non essere più disponibile.
La Federazione provinciale di Como del PRC/SE esprime massima solidarietà a Jacopo e Fabio, condannati rispettivamente a 25 e 30 giorni di reclusione, convertiti in ammende di€ 1875 e di € 2250, per aver violato un “Foglio di via” dalla città di Como per prendere parte ad una riunione di Como senza frontiere, a cui aveva partecipato anche il nostro partito.
Come riporta Ecoinformazioni, infatti, i due ragazzi sarebbero stati visti nelle vicinanze di un oratorio che dava ospitalità ai migranti, luogo in cui si svolgeva la riunione di CSF, e segnalati.
Già il provvedimento del foglio di via, comminato dalla questura per aver partecipato ad una manifestazione contro i trasferimenti forzati a Taranto, è una misura che ricorda tanto quelle adottate nel ventennio più oscuro del Novecento. I due ragazzi sono stati presenti insieme a noi nella drammatica estate del 2016 alla stazione S. Giovanni, creando un presidio informativo per i migranti.
La successiva condanna per essere aver partecipato ad una riunione di una Rete come Como senza frontiere, sta a significare che per qualcuno la solidarietà deve essere criminalizzata.
Nel sottolineare ancora una volta come la solidarietà non può mai essere reato, la nostra Federazione provinciale esprime grande preoccupazione per i crescenti fenomeni di repressione nei confronti di partiti, associazioni e singoli che cercano di rendere più dignitosa l’esistenza di altre persone, proprio in un periodo in cui gruppi neofascisti si sentono liberi di effettuare ronde squadriste in stile ventennio e in cui episodi di violenza e intolleranza nei confronti dei migranti si moltiplicano a dismisura.
Qualche scricchiolio si era già sentito a fine 2007, ma fu nel marzo 2008 che Bear Stearn, una delle “big five”, le cinque banche più grandi degli Usa, dichiarò fallimento, in seguito all'esplosione della bolla immobiliare legata ai mutui subprime.Nei mesi successivi, toccò a Fannie Mae e Freddie Mac, e mentre in Europa il governo inglese era costretto a nazionalizzare Northern Rock, a settembre crollò Lehman Brother, dando il fischio ufficiale d'inizio alla grande crisi, che dagli Usa è rimbalzata in tutto il pianeta, investendo in particolar modo il continente europeo.Naturalmente, è difficile astrarre un periodo dal contesto processuale che lo determina e senz'altro possiamo affermare come nel 2008 giungano al pettine i nodi di una crisi che ha le proprie radici addiritttura negli anni '70 del secolo scorso, quando si afferma la dottrina liberista e i processi di finanziarizzazione dell'economia divengono progressivamente la cifra della società capitalistica contemporanea.E' una crisi profonda, più strutturale che ciclica, tant'è che le politiche di risposta messe in campo dall'establishment economico-finanziario e dall'elite politiche non comportano, forse per la prima volta, alcuna discontinuità, bensì la spinta ad un ulteriore approfondimento delle stesse.Ciò che cambia davvero in questi dieci anni sono le condizioni di vita delle popolazioni, con un accentramento della ricchezza e una diseguaglianza sociale che non ha precedenti.
E mentre la contraddizione ecologica assume i connotati di una drammatica realtà con cui fare i conti per i prossimi decenni, la vita delle persone si va sempre più configurando all'insegna della precarietà: del lavoro, della coesione sociale, del futuro individuale e collettivo.
Muta profondamente anche il segno della democrazia, con i diritti trasformati in variabili dipendenti dai profitti e le istituzioni in sedi di ratifica di decisioni prese in luoghi “altri” dalle stesse.
Si afferma la teologia dei mercati, entità impersonali che dominano e determinano la vita delle persone e della società, mentre lo shock del debito diviene l'indiscussa narrazione dominante. E, come finta risposta alla stessa, si affermano sovranismi nazionalistici, che fanno del razzismo la propria cifra identitaria.
Siamo dunque costretti dentro un percorso immodificabile e dentro un orizzonte di rassegnazione sociale?
Noi crediamo di no e pensiamo che un'analisi approfondita di questo ultimo decennio possa contribuire a costruire una narrazione differente, sia sulle cause che hanno prodotto la crisi, sia soprattutto sulle possibili risposte da dare alla stessa.
E per poter davvero dire e praticare “Crisi: 10 anni bastano”, abbiamo deciso di proporvi un'università estiva che entri nel merito.
Il primo seminario “Com'è cambiata l'economia” proverà a riflettere esattamente sulla narrazione dominante, data per oggettiva, e a confutarne gli assiomi. Saranno con noi Emiliano Brancaccio, docente di Economia all'Università del Sannio, Nicoletta Dentico di Banca Etica e della Fondazione Lelio Basso e Matteo Bortolon, esperto di trattati di libero scambio.
ALZATE BRIANZA - LURAGO D'ERBA - BRENNA (CO) – Sono già iniziati oggi, lunedì 30 luglio, i lavori nell’ambito della quinta edizione del Campo di Volontariato internazionale "Brianza hills". Già all’opera, di prima mattina, i volontari provenienti da molti Paesi esteri: Messico, USA, Ucraina, Turchia, Olanda, Spagna, Francia e naturalmente dall’Italia.
Il Campo si è aperto ufficialmente ieri, domenica 30 luglio, presso l’Oratorio di Brenna, dove i volontari hanno ricevuto il benvenuto ufficiale da parte degli organizzatori, ovvero dai membri del Circolo Ambiente "Ilaria Alpi" e dai referenti dei 3 comuni di Alzate Brianza, Brenna e Lurago d'Erba; presenti anche i referenti dell'associazione Brenna Pulita, che collaborerà ai lavori sul campo. I volontari stranieri hanno quindi potuto apprezzare la cucina italiana al gradito pranzo inaugurale, organizzato dallo stesso Oratorio di Brenna.
Da stamane, lunedì, sono in corso i lavori di pulizia di alcuni tratti dei sentieri all’interno del PLIS “Zoc del Peric”, compreso tra i comuni di Alzate e Lurago, area su cui si interverrà durante questa prima settimana del Campo, con lavori di ripristino ambientale, pulizia del lavatoio, completamento della staccionata e installazione delle bacheche illustrative a scopo didattico.
Nella seconda settimana del Campo i volontari si sposteranno invece nelle aree naturali di Brenna, dove eseguiranno alcuni interventi di sistemazione ambientale in particolare lungo le sponde della roggia Vecchia, grazie al coordinamento con l’associazione Brenna Pulita.
CIRCOLO AMBIENTE “Ilaria Alpi”
Questa mattina si è svolto a Montecitorio l'incontro tra il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua e il Presidente della Camera, Roberto Fico, in cui si è avviato un confronto per dare finalmente una concreta e reale attuazione all'esito referendario del 2011 e quindi giungere ad una gestione pubblica e partecipativa del servizio idrico integrato in Italia.
Diversi sono stati gli interventi degli attivisti del movimento per l'acqua che con competenza hanno toccato molteplici aspetti della battaglia per l'acqua bene comune, dal locale al nazionale passando per le questioni di carattere internazionale, e ne hanno efficacemente rappresentato la ricchezza e persistenza.
In generale abbiamo denunciato i tentativi di elusione e cancellazione dell'esito referendario messi in campo in questi anni e il fatto che i processi di privatizzazione proseguano mediante meccanismi quali fusioni e aggregazioni tra aziende, soprattutto intorno alle grandi multiutility quotate in borsa (HERA, A2A, IREN, ACEA), e attraverso la predisposizione di un sistema tariffario da parte di ARERA volto alla massimizzazione del profitto.
Nello specifico abbiamo sottoposto al Presidente Fico le seguenti richieste:
- un pronunciamento politico esplicito sul fatto che l'applicazione dell'esito referendario significa costruire un provvedimento legislativo che, da una parte, sancisca che la forma di gestione dei servizi pubblici locali è unicamente quella effettuata tramite Enti di diritto pubblico (aziende speciali e aziende speciali consortili) e, dall'altra, intervenga seriamente sul sistema di finanziamento del servizio idrico a partire dalla reale eliminazione di qualsiasi voce riconducibile al profitto;
- l'impegno alla calendarizzazione immediata della legge per l'acqua pubblica nella versione aggiornata e depositata nella scorsa legislatura dall'intergruppo parlamentare per “l'acqua bene comune”;
- l'impegno a mettere in campo tutte le iniziative necessarie per giungere allo scioglimento di ARERA e definire il ritorno delle sue competenze ai Ministeri competenti e nello specifico del servizio idrico integrato al Ministero dell’Ambiente, oltre a mettere uno stop alla vessatoria pratica dei distacchi e garantire realmente il quantitativo minimo vitale a tutti gli utenti;
- l'impegno ad apportare modifiche al Decreto Ambientale (D.Lgs 152/2006) a partire dall'eliminazione di tutte le novità introdotte dallo Sblocca Italia che puntano alla concentrazione della gestione che esautorano gli Enti Locali da ogni possibilità di decidere, anche e soprattutto mediante l'approvazione di leggi regionali.
Inoltre, abbiamo tenuto a evidenziare che nella nostra visione del mondo e della società difendere il diritto umano all'acqua è rivoluzionario solo se inserito in una cultura antirazzista e di solidarietà tra le persone che difende e rivendica diritti per tutte e tutti, compreso quello di migrare.
Ill.mo sig. sindaco,
di fronte all'annullamento dell'Assemblea tematica convocata per ieri sera, annullamento comunicato appena poche ore prima dell'inizio e sostanzialmente immotivato, ci sentiamo in dovere di esprimerle con forza delusione e preoccupazione.
Ci rivolgiamo a Lei in quanto la comunicazione di annullamento non recava alcuna sottoscrizione,
nessuno si è assunto la responsabilità politica di tale atto che pertanto riteniamo sia da attribuire a Lei in qualità di Sindaco.
Siamo delusi dall'atteggiamento della Sua Amministrazione che in un primo momento si è mostrata aperta al confronto con le associazioni e i residenti, mentre ieri è arrivata ad annullare un incontro pubblico che avrebbe avviato un percorso partecipativo dovuto ed assolutamente necessario.
Ci risulta, peraltro, incomprensibile la motivazione del rinvio, posto che l'Assemblea tematica rappresenta un momento di confronto tra Amministrazione e cittadini nel quale la presenza del soggetto privato proponente non solo non era necessaria, ma probabilmente neppure opportuna.
Ci preoccupa la possibilità che l'amministrazione si ritiri dal confronto con la città, rinunciando ad ascoltare le molteplici voci che contestano in modo più che distinto e ragionevole il progetto.
Non possiamo nascondere che ci preoccupa altresì la diretta consequenzialità tra le dichiarazioni dell'operatore privato sulla stampa locale e l'annullamento, in extremis, dell'Assemblea.
Noi, comunque, continueremo a perseguire la strada della partecipazione e se la scelta dell'amministrazione fosse quella di non convocare l'Assemblea tematica, ci impegneremo per la raccolta delle 400 firme necessarie ai sensi del regolamento sulle pratiche partecipative.
La informiamo, infine, che ieri sera le associazioni che hanno chiesto la convocazione dell'Assemblea tematica erano presenti davanti alla Biblioteca Comunale, (presenti anche decine di singoli cittadini che ringraziamo) dopo aver comunque cercato di veicolare in tutti i modi la notizia della improvvisa disdetta, come gesto di rispetto nei confronti di tutte le persone non informate dell'annullamento, oltretutto considerando che sul cancello chiuso non è stato apposto neppure un cartello di avviso, ne che un rappresentante dell'Amministrazione si sia doverosamente presentato per informare gli eventuali convenuti.
Confidiamo in Lei affinché il dibattito sul progetto possa continuare coinvolgendo i cittadini in modo aperto e trasparente per giungere ad una decisione in cui il perseguimento dell'interesse pubblico sia davvero l'unico obiettivo.
Seguici, sostienici e collabora.
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