“Hanno deciso tutto senza coinvolgere i consiglieri: l’abbiamo saputo dalla stampa! E senza fare un’assemblea tematica, che potrebbe benissimo essere convocata anche ora, hanno fatto le loro scelte, passando sulla testa della gente, non valutando alternative. Ma noi insistiamo: l’unica, vera soluzione era il punto unico di cottura al vecchio Sant’Anna o in un’altra struttura scolastica. Invece, Landriscina e i suoi hanno preferito la strada più facile”, è arrabbiata Patrizia Lissi, consigliera comunale del Pd, il giorno dopo la Commissione Istruzione che ha trattato l’argomento delle mense scolastiche proprio su richiesta di convocazione fatta da lei, con le firme dei consiglieri Barbara Minghetti, della lista Svolta civica, e Fulvio Anzaldo, della lista Rapinese.Innanzitutto, la consigliera Pd ci tiene a precisare che “se non avessi chiesto la convocazione della Commissione, di questo argomento non si sarebbe assolutamente parlato”. Quindi, ricorda come è andata la seduta: “L’assessore alle Politiche educative Amelia Locatelli ha parlato di educazione alimentare e culturale e io ho ricordato il gran lavoro fatto con la Giunta Lucini coinvolgendo i genitori, i rappresentanti delle commissioni mense e le bravissime cuoche, le mense aperte per assaggio dei menù, i corsi di cucina, solo per portare alcuni esempi. E poi ho fatto una serie di domande – continua Lissi –: ho chiesto se
“In via Papini, a Sagnino, sono urgenti anche i lavori per la fognatura: le risorse ci sono, facciamo gli interventi insieme e poi si asfalti”, è questa, in sintesi, la richiesta che viene da Barbara Cereghetti, segretaria del Circolo Pd di Como Nord, dopo la protesta dei residenti che hanno voluto garanzie, da parte dell’amministrazione comunale, circa l’asfaltatura dopo i lavori per la posa della rete del gas.“Le opere fognarie sono urgenti in quanto obsolete – spiega Cereghetti –. Il sindaco Lucini, prima di concludere il suo mandato, aveva stanziato i soldi proprio per questo intervento. Quindi, l’attuale amministrazione non ha che da procedere con l’appalto e dare il via ai lavori. E se venisse avviato tutto subito, non solo gli scavi verrebbero fatti una volta sola, ma l’azienda del gas potrebbe
Dichiarazione di Fabrizio Baggi responsabile comunicazione Prc/SE Lombardia, coordinatore organizzativo Prc/SE Como e aderente a “Potere al Popolo” in merito all’esternalizzazione del servizio di refezione scolastica promossa dalla giunta Landriscina. «Oggi ho partecipato alla presentazione del progetto della giunta Landriscina di privatizzare ed esternalizzare, nonostante il parere contrario delle organizzazioni sindacali e della RSU del Comune, a partire dall’anno scolastico 2018/2019 del 62% del servizio di refezione scolastica per un totale di circa 2500 pasti al giorno» ha dichiarato Fabrizio Baggi – (Prc/SE) e (Potere al Popolo) dopo aver partecipato alla riunione della Commissione 3 del Comune di Como
«Trovo quantomeno singolare» ha continuato Baggi «che per i primi 20 minuti di Commissione l’Assessora Amelia Locatelli sia intervenuta con una modalità che anziché esporre il progetto dava l’impressione di assistere ad una lezione di educazione alimentare tergiversando sul tema reale che è quello della scelta di quest’amministrazione che metterà a rischio la qualità del servizio, che fino ad
Le elezioni del 4 marzo hanno confermato la tendenza alla forbice, in atto nella società italiana, tra chi auspica un cambiamento e chi vuole chiudersi dietro un muro securitario; l’aspetto paradossale è che le due forze che hanno incarnato queste tendenze, vincendo le elezioni, sono nate fuori dall’orizzonte costituzionale e come partiti antisistema. La sinistra di LeU non è stata in grado di intercettare il desiderio di cambiamento né di contrastare la deriva leghista, il vecchio centro destra e il PD sono risultati dei piani inclinati che hanno offerto voti al M5S e alla Lega. LeU ha subito quindi una sconfitta chiara e i suoi 18 deputati, pur importanti, dovranno avere un mandato da stabilire con un processo partecipato dal basso, se non vogliamo disperdere il patrimonio di attivismo costruito in due mesi di grande impegno per la raccolta delle firme e per la campagna elettorale. La differenza di voti ricevuti tra il nazionale e il regionale ci dice poi che una parte del nostro elettorato è stata attratta dal voto utile e che l’orizzonte strategico di costruire un quarto polo di sinistra in Italia si è scontrato con la paura dell’avanzata delle destre.
Siamo dunque giunti a marzo ed ancora il Presidente della Provincia di Brescia, Pier Luigi Mottinelli, rifiuta pervicacemente di adempiere al proprio dovere istituzionale e di applicare quanto previsto dallo Statuto provinciale e dal Regolamento dei Referendum
A stretto rigore, l’osservanza delle disposizioni regolamentari oggi vigenti imporrebbe che entro il 30 marzo il Presidente emani il tanto sospirato Decreto di indizione del Referendum consultivo provinciale sull’acqua pubblica. Un passaggio che, a ben vedere, sarebbe assolutamente obbligato: il nostro Comitato ha depositato nei termini previsti la richiesta di convocare un referendum in merito ad un quesito chiaro ed univoco riguardante la gestione del servizio idrico integrato, ben cinquantacinque Consigli Comunali – in rappresentanza di altrettante comunità locali del territorio provinciale – hanno deliberato formalmente la propria adesione a tale iniziativa, la Commissione di Garanzia nominata dalla Provincia ha all’unanimità riconosciuto ammissibile tale quesito e legittima la procedura intrapresa, il Consiglio Provinciale, nel corso dell’ultima sua assemblea dell’anno 2017, ha preso atto di tale pronuncia di ammissibilità.
Soltanto l’ostinata indifferenza frapposta dal Presidente Mottinelli e il perdurare del suo inadempimento impediscono ormai ai cittadini bresciani di esprimere il proprio parere circa la forma con la quale dovrà essere gestita per i prossimi trent’anni la risorsa più importante e vitale che la natura ci regala: l’acqua.
L'azzonamento così non funziona. è il parere condiviso di sindaci e consiglieri regionali intervenuti ieri all'incontro sulla sanità organizzato dalla Cgil di Como.
Sia Alessandro Fermi, consigliere regionale uscente di maggioranza, sia Luca Gaffuri, consigliere regionale uscente di minoranza, hanno sottolineato i disagi e le problematiche scaturite dalla decisione, nel 2015, di racchiudere la zona del Centro Lago e le valli con l'Ats della Montagna.
Sul punto sono intervenuti pure i sindaci di Menaggio Michele Spaggiari e di Tremezzina Mauro Guerra, sottolineando le difficoltà della cittadinanza.
Unanime è arrivata la richiesta di fare "retro marcia", qualsiasi sia la maggioranza uscente dalle prossime elezioni regionali.
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