“Maroni si sveglia a un anno dalle elezioni e promette l'ennesima soluzione definitiva per le paratie. Como doveva essere commissariata ben prima. Sono otto anni che i comaschi non vedono il lago e nonostante l'intervento della Regione nessuno è in grado di dire quando il lungolago sarà restituito ai cittadini. E' una vergogna che Como sia usata come merce elettorale, il suo lago è moneta di scambio tra enti. La diatriba tra Comune e Regione ha del grottesco. Entrambi hanno approvato la terza variante e ora Maroni se ne dissocia. Di fatto la regione sapeva tutto e aveva sottoscritto. Questa novità sarà la scusa per rimandare qualsiasi tipo di intervento, sicuramente dopo le elezioni amministrative. Non è questo quello che il Movimento 5 Stelle intende per amministrazione efficiente.
Le paratie hanno fatto affondare Bruni e Lucini. Ora tocca ai vertici leghisti”, così Stefano Buffagni, consigliere regionale M5S Lombardia e Luca Ceruti, consigliere comunale M5S di Como.
Siamo i ragazzi e le ragazze minorenni della Parrocchia di Rebbio, Como. Siamo Eritrei, Somali, Gambiani, Etiopi, Oromo, Guineani e Ivoriani, e come prima cosa vogliamo ringraziare per tutto quello che state facendo per noi e con noi. Siamo arrivati fin qui in cerca di aiuto e protezione: due cose che nei nostri Paesi sono sconosciute. Oltre a queste difficoltà, per molti di noi si aggiunge il problema della guerra e delle persecuzioni, che ci impediscono di sognare una vita tranquilla e serena. Abbiamo lasciato nei nostri Paesi un pezzo di cuore: le nostre famiglie e i nostri amici.
Siamo ragazzi dai 14 ai 17 anni e il nostro obiettivo è quello di poter raggiungere il resto delle nostre famiglie, dei nostri amici e delle nostre comunità nei Paesi europei come la Svizzera, la Germania, la Svezia, ecc. Troppe le volte in cui abbiamo tentato di arrivare a destinazione, ma sempre con risultati negativi: respinti perché la frontiera è chiusa. Perciò chiediamo la libera circolazione degli esseri umani senza differenze.
Per arrivare qui abbiamo passato tanti pericoli e sofferenze: un viaggio lungo tanti mesi, prima il deserto del Sahara, poi la Libia, dove siamo stati sbattuti in una casa in cui eravamo un centinaio di persone, sopravvivendo a violenze e ricatti. Ci hanno chiesto ancora denaro,
in via Turati 5, Erba ore 15:30 - Le Tagliatelle in Piedi della Chiesa Pastafariana Italiana sono pronte a sbarcare anche a Erba! Non manifestiamo contro, ma a favore: a favore dei diritti della Famiglia Tradizionale Pastafariana, quella composta da n persone di n orientamenti e generi sessuali che si amano e che vogliono stare insieme, ancora discriminata.
A favore della tolleranza per tutte e tutti, perché, come recita il nostro III condimento, “Donna = Persona. Uomo = Persona. Tizio noioso = Tizio noioso”.
Per questi motivi, i pirati e le piratesse della Chiesa Pastafariana Italiana si riuniranno l'8 ottobre in piazzetta Ex Radio Maria (lungo la via Turati) a Erba, insieme a tutti coloro che vogliono accompagnarci nella nostra teglia di preghiera. Porteremo il nostro Sacro Alimento, la Pasta, e la condivideremo in piedi, in file semi-disordinate, colorati e bellissimi.
Ingredienti:
- Uno scolapasta in testa
- Vestiti da Pirati (opzionali)
- La voglia di stare insieme
La Federazione Provinciale del Partito Democratico comasco esprime il più vivo sostegno e la sua solidarietà al Sindaco di Sorico, Ivan Tamola, per l’atto intimidatorio cui è stato vittima negli giorni scorsi.
Purtroppo spesso gli amministratori locali in tutta Italia sono vittime di atti incivili e anti-democratici, protagonisti involontari di minacce e di soprusi, spesso soli nel dover affrontare problemi e situazioni che necessiterebbero del coinvolgimento di tutti per la loro soluzione.
Rinnovando la nostra vicinanza al sindaco Tamola, auspichiamo che questo nuovo drammatico episodio, perpetrato ai danni di chi è al servizio della comunità, diventi occasione per una profonda riflessione sul ripetersi di questi pericolosi fenomeni e sul problema della sicurezza degli amministratori pubblici.
Lo scorso 25 agosto il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema del Decreto Legislativo n. 327 attuativo della Legge Delega n. 124/2015 per il riordino delle Camere di Commercio.
Il provvedimento prevede la riduzione delle Camere di Commercio da 105 a 60 tramite accorpamento degli Enti limitrofi nell'ambito della stessa Regione, il taglio delle funzioni e dei servizi ad esse attribuiti, la conferma della riduzione del diritto annuale nella misura del 50% rispetto al 2014 a decorrere da gennaio 2017.
Già da alcuni mesi il personale camerale è in stato di agitazione a livello nazionale e lo scorso 29 settembre ha manifestato con ferma determinazione in Piazza Pietra a Roma la contrarietà a una riforma che pretende di migliorare il Sistema ma che di fatto taglia le entrate, riduce i servizi e allontana gli Enti dal territorio produttivo rendendo più difficoltoso il contatto utile per un rilancio delle economie locali; non garantisce, inoltre, il mantenimento dei livelli occupazionali e la valorizzazione delle professionalità del personale camerale.
Dalla data di entrata in vigore del Decreto, la cui approvazione definitiva è prevista per fine novembre, Unioncamere avrà tempo 6 mesi per presentare al Ministero dello Sviluppo Economico un piano complessivo di riorganizzazione degli enti camerali che comprenderà anche la nuova geografia territoriale. Fino a tale data rimane la facoltà per i singoli consigli camerali di procedere all'accorpamento volontario che dovrà ottenere il via libera dal MISE.
Le Camere di Commercio di Como e di Lecco, che rientrano tra gli Enti obbligati all'accorpamento in considerazione del numero delle imprese e delle unità locali iscritte al Registro Imprese (60.000 per Como e 33.000 per Lecco), da mesi stanno ragionando sui possibili accorpamenti.
Le Rappresentanze Sindacali Unitarie delle Camere di Commercio di Como e Lecco intendono manifestare la convinzione di tutto il personale sull’urgenza di avviare l'iter di accorpamento tra i due Enti.
Diverse sono le motivazioni che, allo stato attuale, spingono a considerare questa la soluzione migliore tra quelle possibili:
• l'accorpamento delle due circoscrizioni territoriali ha riscontro storico e culturale oltre che morfologico;
• a livello politico si discute sul mantenimento del territorio del Lario come unico, nel ragionamento più ampio che coinvolge le Aree vaste;
• tra le nuove funzioni delle Camere è prevista “la valorizzazione del patrimonio culturale oltre che lo sviluppo e la promozione del turismo” ed essendovi una forte continuità naturalistica e paesaggistica tra le due zone, lo svolgimento dell'attività in sinergia permetterebbe di massimizzare i risultati ottimizzando i costi;
Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” denuncia i lavori in atto sul fiume Lambro, in località Fornacette
Inverigo: la vasca di laminazione sul Lambro è uno scempio ambientale!
Roberto Fumagalli: “Basta opere che deturpano l'ambiente, occorre gestire diversamente il territorio”
INVERIGO (CO) – "La vasca di laminazione in corso di realizzazione sul fiume Lambro a Inverigo è uno scempio ambientale!". Così il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” critica i lavori in atto in località Fornacette [vedasi foto allegate] per la realizzazione dell'area di laminazione nella cosiddetta area Victory.
L’intervento, finanziato dalla Regione Lombardia e commissionato dal Parco Valle Lambro, così viene presentato sul cartello che indica i lavori in corso: <<Opere di regolazione delle portate previste nell'intervento "Area di laminazione di Inverigo - Interventi idraulici di riqualificazione fluviale nei territori di Inverigo, Nibionno, Veduggio con Colzano">>.
L'associazione ambientalista, da sempre attenta al fiume Lambro, denuncia l'impatto dei lavori di escavazione sul corso d'acqua. Dichiara Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente: “Le opere di regolazione dell’area di laminazione rischiano di essere più dannose che utili, le escavazioni vicino all'alveo del fiume possono deturpare irrimediabilmente la naturalità dei luoghi! Secondo noi, il potenziale rischio determinato dalle alluvioni si risolve con altri approcci, ovvero senza costruire nessuna opera o escavazione lungo i fiumi. Ad esempio occorre liberare le aree di esondazione naturale dei corsi d'acqua da altre opere eseguite dall'uomo. Piuttosto che progettare opere invasive, occorre anzitutto rivedere i piani urbanistici di tutti i comuni lungo l'asta del Lambro (dalle sorgenti fino a Monza e oltre), che nei loro PGT dovrebbero prevedere l’assoluta inedificabilità in tutte le aree di esondazione naturale del fiume, cioè per almeno 100 metri dalle rispettive sponde!”.
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