{audio}http://www.archive.org/download/060911PrimarieVerePerComo/060911PrimarieVerePerComo.mp3{/audio}
“Al posto degli attuali capannoni un’area verde, in comunicazione col lago del Segrino”
CANZO (CO) – “La bozza di progetto commissionato dal Comune di Canzo per l’area ex Gajum è un obbrobbio, al Segrino non vogliamo una nuova Gardaland!”. Così il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” commenta a caldo la proposta dell’Amministrazione comunale canzese per la riqualificazione dell’area dello stabilimento dimesso, ubicato alle porte di Canzo.
Dichiarano i responsabili del Circolo Ambiente: “I 50 mila euro spesi dal Comune di Canzo per lo studio di fattibilità ci sembrano soldi buttati al vento: il progetto è bruttissimo e la sua realizzazione avrà un pesantissimo impatto ambientale sul territorio, sia dal punto di vista ambientale che viabilistico. Cosa ci fanno quelle cupole e tutta quella colata di nuovo cemento in un’area naturale vicinissima al Parco del lago del Segrino? Da quali strade arriveranno i futuri visitatori, visto che l’attuale viabilità è già congestionata dal traffico? Infine, dove si pensa di poter trovare i quasi 100 milioni di euro necessari per la realizzazione del pessimo progetto?”.
Gli ambientalisti propongono un diversa visione della riqualificazione dell’area ex Gajum: “Considerato che i capannoni dismessi si trovano a ridosso del Parco del lago del Segrino, noi proponiamo che tutta l’area venga rinaturalizzata dal punto di vista paesistico e ambientale. La nostra proposta è quella di abbattere i capannoni e creare un’area totalmente verde, da ricongiungere con le sponde del vicino lago, solo così si darà respiro ad un’importante zona naturale qual è quella del Parco del Segrino”.
Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” auspica un confronto serio con l’Amministrazione Comunale di Canzo sul futuro dell’area dell’ex Gajum, chiedendo nel contempo di abbandonare qualsiasi progetto di nuova edificazione su tutto il territorio di Canzo.
CIRCOLO AMBIENTE “Ilaria Alpi”
via Dante Alighieri 3 22046 Merone (CO) tel/fax 031 617306
sito web: www.circoloambiente.org e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
{audio}http://www.archive.org/download/22Set2011AssembleaPrimarieVereXComo/22SetVerePrimarieXComo.mp3{/audio}
NESSUN TELEGIORNALE HA AVUTO IL PERMESSO DI DIFFONDERE QUESTA NOTIZIA
Ieri (13/09/2011) il Senato ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza
(D.d..L. 733) tra gli altri con un emendamento del senatore
Gianpiero D'Alia (UDC) identificato dall'articolo 50-bis:
"Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere
compiuta a mezzo internet"; la prossima settimana Il testo approderà
alla Camera come articolo nr. 60.
Questo senatore NON fa neanche parte della maggioranza al Governo...
il che la dice lunga sulle alleanze trasversali del disegno
liberticida della Casta.
In pratica in base a questo emendamento se un qualunque cittadino
dovesse invitare attraverso un blog (o un profilo su fb, o altro
sulla rete) a disobbedire o a ISTIGARE (cioè.. CRITICARE..??!)
contro una legge che ritiene ingiusta, i providers DOVRANNO
bloccarne il blog o il sito.
Questo provvedimento può far oscurare la visibilità di un sito in
Italia ovunque si trovi, anche se è all'ESTERO; basta che il
Ministro dell'Interno disponga con proprio decreto l'interruzione
dell'attività del blogger, ordinandone il blocco ai fornitori di
connettività alla rete internet. L'attività di filtraggio imposta
dovrebbe avvenire entro 24 ore; pena, per i provider, sanzioni da
50.000 a 250.000 euro.
Per i blogger è invece previsto il carcere da 1 a 5 anni oltre ad
una pena ulteriore da 6 mesi a 5 anni perl'istigazione alla
disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all'ODIO (!) fra le
classi sociali.
MORALE: questa legge può ripulire immediatamente tutti i motori di
ricerca da tutti i link scomodi per la Casta.
In pratica sarà possibile bloccare in Italia (come in Iran, in
Birmania e in Cina) Facebook, Youtube e la rete da tutti i blog che
al momento rappresentano in Italia l'unica informazione non
condizionata e/o censurata.
ITALIA: l'unico Paese al mondo in cui una media company (Mediaset)
ha citato YouTube per danni chiedendo 500 milioni euro di risarcimento.
Con questa legge non sarà più necessario, nulla sarà più di ostacolo
anche in termini PREVENTIVI.
Dopo la proposta di legge Cassinelli e l'istituzione di una
commissione contro la pirateria digitale e multimediale che tra meno
di 60 giorni dovrà presenterà al Parlamento un testo di legge su
questa materia, questo emendamento al "pacchetto sicurezza" di fatto
rende esplicito il progetto del Governo di "normalizzare" con leggi
di repressione internet e tutto il sistema di relazioni e
informazioni che finora non riusciva a dominare.
Mentre negli USA Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet,
l'Italia prende a modello la Cina, la Birmania e l'Iran.
Oggi gli UNICI media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono
stati la rivista specializzata "Punto Informatico" e il blog di Grillo.
Fatela girare il più possibile per cercare di svegliare le coscienze
addormentate degli italiani perché dove non c'è libera informazione
e diritto di critica la "democrazia" è un concetto VUOTO.
documentazione diffusa da
Coordinamento degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani
http://www.perlapace<http://www.perlapace/> <http://www.perlapace/>
La crisi che coinvolge l'economia italiana colpisce soltanto i lavoratori e lascia indenni padroni e potenti di questo paese. Che siano immigrati o italiani non vi è alcuna differenza: vogliono pagare il debito congelando le assunzioni, aumentando l'età pensionabile, tagliando le tredicesime e privatizzando tutti i settori ancora pubblici, prendendosi il 2% delle rimesse degli immigrati irregolari oltre che i contributi versati per la sanatoria truffa senza concedere la regolarizzazione. Per contro viene garantita una tranquilla evasione fiscale e contributiva a tutti gli sfruttatori del lavoro nero, di lavoratori immigrati o italiani.
La matrice comune è una sola: ci vengono imposti sacrifici per una crisi di cui non abbiamo responsabilità.
Non c'è contraddizione tra la sanatoria truffa del governo Berlusconi del 2009 e gli attacchi della finanziaria del governo nel 2011: un filo rosso fatto di attacchi ai diritti (nei luoghi di lavoro e nella società) lega il rifiuto del permesso di soggiorno ai lavoratori immigrati e la crescente precarietà (sociale e lavorativa) di tutti i lavoratori con contratti atipici, la maggiore di licenziare nelle aziende, la possibilità di infrangere il contratto nazionale in sede aziendale stabilita dalla Manovra.
Nella crisi vengono agevolati i licenziamenti di decine di migliaia di lavoratori, mentre buona parte dei giovani non trova lavoro. Per i lavoratori immigrati rimanere senza lavoro è una sciagura doppia, perché comporta la perdita del permesso di soggiorno e quindi la ricaduta nella clandestinità con tutta la famiglia e la minaccia di espulsione o internamento in un CIE.
La guerra fra poveri è il loro obiettivo.
Il sistema costruito con le leggi Turco-Napolitano, Bossi-Fini e il Pacchetto Sicurezza è funzionale a creare e mantenere una massa di forza lavoro in condizioni di semi-schiavitù, senza diritti, costretta a lavorare in nero per due soldi, sempre a disposizione di sfruttatori senza scrupoli. Questa massa viene utilizzata anche per ricattare i lavoratori regolari, i cui diritti sono sotto attacco. E’ interesse dei lavoratori tutti abolire questo stato di cose, regolarizzare tutti gli immigrati che lavorano, perché possano pretendere i loro diritti e lottare insieme per riconquistarli. Le lotte compatte e decise degli ultimi mesi dei lavoratori delle cooperative della logistica e del commercio – immigrati al 99% - per avere garantiti i diritti contrattuali, sono un esempio per tutti i lavoratori: anche nella crisi si può lottare e vincere, l’unione con i lavoratori immigrati può rafforzare anche i lavoratori nati in Italia, come è già avvenuto più di 40 anni fa con gli immigrati dal Sud.
Servizi pubblici e per tutti: una lotta comune.
Ciò vale in tutti i campi, come in quello della previdenza – dove gli immigrati regolari coi loro contributi garantiscono il pagamento dei lavoratori che vanno in pensione – della casa e della scuola. Senza i bambini immigrati molte scuole dovrebbero chiudere e decine di migliaia di insegnanti perderebbero il posto; per questo occorre respingere le manovre per chiudere le scuole ad alta densità di figli di immigrati.
i tagli e le controriforme impongono una spietata selezione economica che nega il proseguimento negli studi ai figli di lavoratori. Anche in questo caso, la nostra battaglia è la stessa: una scuola pubblica e democratica che istruisca tutti indipendentemente dal proprio reddito e dalla propria nazionalità.
( I lavoratori immigrati ed italiani non sono responsabili della speculazione finanziaria che ha portato a questa crisi: questo debito non gli appartiene.
Sabato 10 settembre due lavoratori immigrati sono saliti sulla torre della centrale termica di piazza Selinunte per protestare contro la sanatoria truffa del 2009, chiedendo la regolarizzazione di tutti gli immigrati. Questa protesta segue le proteste a Brescia e Milano dello scorso inverno: anche in quel caso lavoratori immigrati sfidarono il gelo, la neve e il governo salendo su una gru e su una torre. E’ nell’unione della lotta per i diritti di tutti i lavoratori, italiani e immigrati che l’appello di piazza Selinunte può trovare la forza per vincere, a partire dai diritti dei truffati nella sanatoria del 2009 per giungere ad abolire le leggi che creano clandestinità e lavoratori senza diritti.
Vi invitiamo a solidarizzare con la lotta di piazza Selinunte e ad unirci alla loro protesta: è una lotta che ci riguarda perché i nostri diritti sono gli stessi.
Comitato di Sostegno alla Lotta di Piazzale Selinunte
Seguici, sostienici e collabora.
|
Contattaci |
Sostieni oggi le nostre attività, inviando il tuo contributo a: ASSOCIAZIONE NOERUS IBAN IT28Z0306910928100000000139 (ISP) |