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registrato alla Biofera di Canzo
Centro di ricerca “SCHIAVI DI HITLER” / fondo I.M.I. Claudio Sommaruga
22012 Cernobbio (CO) - via Regina, 5. .mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - www.schiavidihitler.it
Sezione dell'Istituto di Storia Contemporanea "P.A. Perretta" 22100 Como – via Brambilla, 39
Io sostengo il punto di vista che una parte importante della realizzazione dei diritti umani sia il diritto di chiunque sia stato o sia costretto a lavorare per altri a ricevere l'adeguata ricompensa.
Per il lavoratore coatto questo indennizzo deve essere dato da chi ha tratto profitto da lui”.
Simon Wiesenthal, lettera a Ricciotti Lazzero, 20 marzo 2000:
Giustizia per le vittime italiane e greche del nazismo
Dal 12 al 16 settembre si terrà presso la Corte internazionale di giustizia a L’Aia il dibattimento inerente il ricorso presentato dalla Germania contro l’Italia per le sentenze della nostra Corte di Cassazione in merito alle cause giudiziarie in corso relative a:
- sfruttamento del lavoro coatto di oltre settecentomila internati militari e civili italiani deportati dopo l’8 settembre 1943,
- eccidi compiuti dall’esercito tedesco contro i civili sugli Appennini nel corso della 2a guerra mondiale,
- esecutività in Italia delle sentenze dei tribunali greci relative alla strage di Distomo.
La difesa dell’immunità degli stati trova la convergenza del governo tedesco e di quello italiano, ribadita da una dichiarazione congiunta che affida al tribunale internazionale “il chiarimento su tale questione” contro la decisione della nostra massima Corte, che con chiarezza ha ribadito che gli stati non possono pretendere immunità quando commettono gravi crimini di guerra o crimini contro l'umanità.
Noi temiamo che con il processo a L’Aia si vogliano chiudere definitivamente i capitoli dolosi e dolorosi della nostra storia a cui non si è voluto per oltre sessantacinque anni rendere giustizia.
Critichiamo e condanniamo l’atteggiamento del governo tedesco, che rifiutando il riconoscimento delle responsabilità delle sue imprese e del nazismo antepone alla giustizia e alla storia degli individui gli interessi economici e le opportunità politiche. Nello stesso tempo critichiamo e condanniamo l’atteggiamento del governo italiano, che offende i suoi cittadini e la storia del Paese in nome della ragione di stato e sospende l’esecutività delle sentenze dei tribunali della Repubblica.
Ancora una volta la vicenda della deportazione per lavoro coatto e le stragi di civili sono oggetto di scambio in nome di interessi che nulla hanno a che fare con la dignità degli individui e delle nazioni.
Tutto questo è particolarmente grave nella comune dimensione europea e costituisce un’offesa a qualsiasi politica che sulla ”memoria” voglia costruire un patrimonio comune in grado di orientare e di essere di monito al presente, per preservarlo dagli errori e dalle tragedie del passato.
Ma c’è di più in questo processo che si apre a L’Aia, che va al di là dello spregio dei cittadini italiani e greci, macinati dalla guerra nazista e dalla real-politik di tutti i governi del dopoguerra, qualcosa su cui dobbiamo porre attenzione.
La corte è chiamata ad esprimere un giudizio e fare giurisprudenza sul delicato e decisivo confine fra diritto individuale e responsabilità istituzionale.
In discussione a L’Aia c’è in generale il principio dell’immunità degli stati oltre“il punto di rottura dell'esercizio tollerabile della sovranità“, un principio che attiene il diritto internazionale dei popoli nel presente.
Storia della nazione e dei suoi cittadini, diritti individuali e collettivi sono in discussione in una causa ignorata dai media e coperta dal silenzio degli stati.
Riteniamo indispensabile in questa occasione fare sentire la nostra protesta e invitiamo quanti provano la nostra stessa preoccupazione ed indignazione a fare sentire la loro voce in tutte le sedi che giudicheranno più opportune.
Cernobbio 8 settembre 2011
Centro di ricerca “Schiavi di Hitler”
Claudio Sommaruga, Valter Merazzi, Maura Sala,
Chi intende porre la sua firma in calce a questo documento può comunicarlo scrivendo a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Informazioni e notizie, col vostro aiuto su: www.schiavidihitler.it
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Giovedì 8 settembre alle 20,30 in via Cesare Cantù a Como Assemblea aperta allaperto Scendi! le sedie per Como.
LArci e Primarie vere per Como invitano a partecipare giovedì 8 settembre alle 20,30 in via Cesare Cantù (nella piazza antistante al liceo Volta) a Como allAssemblea aperta allaperto. Perché la bella politica è fatta di partecipazione e trasparenza. Perché linnovazione necessaria e urgente nella politica lariana non può che passare per un coinvolgimento decisamente maggiore di chi abita un territorio dove il centrodestra ha colpito diritti, ambiente, cultura, lavoro, futuro. Perché è forte lesigenza di un cambiamento non solo nelle persone e nelle forze che governano questa città, ma anche nel modo di praticare democrazia e partecipazione. Lo spazio sarà pienamente libero per chiunque vorrà delineare la città che vorrebbe. A tutte, tutti sarà dato lo stesso tempo per leggere una personale Lettera al sindaco che vorrei per parlare di idee e progetti. Vorremmo lasciare poco spazio alla critica del disastro che il centrodestra ci lascia per concentrarci su sogni e concrete visioni, proposte e idee da regalare alle candidate, ai candidati, ma anche momenti nei quali con altri linguaggi si cercherà di costruire con passione un futuro comune.
Arci Como - Primarie vere per Como
di Luca Michelini
www.lucamichelini.eu
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Prossimo appuntamento: questa sera, 7 settembre, ore 21, CNA di Viale Innocenzo, Como (dopo il Carrefour, dove c'è la San Nicolò); mio cell. 334.701.76.91.
Dopo una prima riunione informale provo a tracciare un’ipotesi di lavoro per i prossimi appuntamenti. Invito anche a leggere Per trasformare Como in un laboratorio politico e sociale (clicca qui).
1. Partecipazione e democrazia
2. La crisi economica e di civiltà impone il superamento del neo-liberismo
La crisi economica non è finita e l’economia mondiale e gli equilibri geo-politici, sociali e politici sono profondamente instabili: il neo-liberismo, di destra (Berlusconi, la Lega) come di centro-sinistra (Amato, Prodi ecc.), è oggettivamente superato. Gli attacchi speculativi non sono che lo strumento per asservire il nostro Paese e per distruggerne l’apparato industriale e politico e civile che ha costruito nei decenni.
In tutto il mondo ci sono già stati immensi SALVATAGGI PUBBLICI (cioè con i soldi di tutti i cittadini) soprattutto delle grandi banche (da cui dipende la vita di migliaia di imprese, di ogni tipo) e delle grandi imprese.
Ora il problema oggettivo è quello di far sì che questi salvataggi, e quelli che sicuramente ci saranno nel futuro, non vadano a vantaggio di un sistema economico e finanziario profondamente ingiusto (perché fondato su antistoriche diseguaglianze sociali e di opportunità), profondamente autoritario, inefficiente e bellicista, che potrebbe portare a nuove forme di nazionalismo e totalitarismo. La crisi attuale è paragonabile solo a quella del 1929, che portò dritto al nazismo e alla Seconda Guerra Mondiale. La crisi del 1992, dove la speculazione finanziaria ha costretto il nostro Paese a svendere la propria civiltà (privatizzazioni, abbattimento di diritti, attacco al welfare), è tra le cause della crisi attuale e nuove finanziarie “lacrime e sangue” (sia di destra che di centro-sinistra) ci porteranno nel caos, come in Grecia.
L’Italia deve riappropriarsi della propria sovranità; i cittadini devono riappropriarsi della propria sovranità.
4. Partire dalla Costituzione per creare un Mondo Nuovo
Penso che un punto di riferimento imprescindibile per ricostruire una prospettiva politica ed economica che superi l’ideologia e le politiche neo-liberiste, che ci hanno condotto alla gravissima crisi attuale, rimanga l’articolo 3 della nostra Costituzione, che forse può costituire la base per la nascita di nuove parole capaci di indicare il senso di un progetto sociale e di civiltà. L’articolo 3 recita:
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
E’ venuto il tempo di smettere di tradire la Costituzione; è venuto il tempo di realizzare per davvero le indicazioni che essa contiene, creando forme nuove di politica e di partecipazione.
3. Cercare insieme Parole Nuove
In un testo (clicca Per trasformare Como in un laboratorio politico) ho indicato la necessità di riproporre, in modo originale e con il contributo di tradizioni differenti, un percorso “social-democratico”, superando di slancio, e gettando il cuore e l’intelligenza oltre l’ostacolo, i tanti rancori accumulati in anni di divisioni e di polemiche, ed anche di sconfitte.
In effetti, però, la parola “social-democrazia” è forse consunta, come tante altre, anche se l’ho utilizzata in polemica con il neo-liberismo di destra e di sinistra, che ne aveva decretato la fine in nome di politiche economiche che sono state tra le cause della crisi attuale.
Il problema italiano è che i grandi valori codificati nella nostra Costituzione non riescono più a tradursi in scelte di governo e amministrative e in parole accettabili e non compromesse. E’ una difficoltà oggettiva, che vivo come tantissimi altri cittadini.
E’ venuto il tempo di trovare nuove parole, in grado di rappresentare un profondo rinnovamento civile, parole capaci di essere simbolo di un nuovo progresso.
Per trovare nuove parole l’unica strada è il dialogo, l’ascolto reciproco, l’analisi dei fatti, la curiosità, la disponibilità a mettersi in gioco.
4. Il valore delle primarie
Il fiorire di partiti populistici (partiti che non cercano la partecipazione attiva dei cittadini, ma il rapporto mistico con un “popolo” che deve ubbidire) di ogni genere e colore (a destra e a sinistra), o la riproposizione di modelli come il partito-azienda, il comitato centrale (che ricerca l’obbedienza, non la condivisione, che utilizza il comando, non la persuasione, che non è capace di esercitare egemonia, ma solo gerarchia), il settarismo dottrinale, il comitato elettorale, il comitato d’affari ecc.: tutti questi modelli e pratiche politiche non sono che il segno di una profonda decadenza (e basti vedere la corruzione generalizzata) e, prim’ancora, di una grande incertezza e perdita di punti di riferimento.
Va dato atto al Partito Democratico di aver concepito un meccanismo, quale le primarie, che di fatto rompe, in modo virtuoso, l’autoreferenzialità del ceto politico, che ha concepito una architettura istituzionale (a cominciare dalla legge elettorale per il Parlamento, per finire con il sindaco-sceriffo) che di fatto esautora i cittadini da gran parte dei loro diritti politici.
I partiti che decidono di partecipare alle primarie di coalizione dimostrano di essere ancora forze politiche vitali, perché si mettono in gioco realmente, per il bene del Paese. Le primarie oggi, oggettivamente (cioè dato il quadro istituzionale esistente), fanno la differenza.
Dobbiamo però batterci per primarie vere, cioè caratterizzate da lealtà, ma anche da competizione reale, fondata sull’alternativa di programmi di governo. Competizione vera significa reale pluralismo, significa sollecitare che la società italiana mostri la ricca complessità che la caratterizza senza infingimenti, con coerenza, con trasparenza, con coraggio, con nettezza.
5. Il “moderatismo” comasco: un pantano, superato dai tempi
Come calare nella realtà cittadina le indicazioni contenute nella nostra Costituzione?
Ciò che mi preoccupa è il famoso “moderatismo comasco” (clicca Oltre il moderatismo comasco), per cui tutte le idee innovatrici e di riforma nella nostra città pare debbano camuffarsi: sono molto preoccupato che Como non riesca a elaborare una nuova stagione politica all’altezza dei tempi, ricadendo così in mano a lobby e a personale politico ricolmi di conflitti d’interesse, incapaci di andare oltre l'interesse personale e particolare e incapaci di concepire una nuova stagione di civiltà.
Durante l’amministrazione Bruni, che ha dissipato risorse in progetti assurdi (paratie, muro, Ticosa, Sant’Anna & parcheggio ecc. ecc.) e in mala amministrazione (frutto non solo della incapacità degli uomini, ma anche di una precisa visione del mondo e di un sistema di potere e di governo), le opposizioni non hanno saputo contrastare per davvero le scelte del centro-destra.
Basti dire che lo scandalo del “muro” non si è tradotto nella caduta di Bruni: ed è inutile che si dica che sono stati problemi tecnici e contingenti a non fare cadere la giunta di destra; la verità è che invece è mancata la volontà e comunque la capacità politica da parte delle opposizioni di creare un forte movimento capace di fare cadere Bruni.
Per non ricadere negli errori passati, penso sia indispensabile partire dalle idee e dai programmi necessari per risolvere i problemi dei cittadini, e solo in un terzo tempo sarà possibile individuare la coalizione e gli amministratori, creando anche gli strumenti istituzionali per un metodo di governo fondato sulla partecipazione dei cittadini.
Il moderatismo ha governato Como per decenni: è ora di proporre alla città un salto di qualità; è ora di proporre un reale cambiamento; è ora di sperimentare per davvero il pluralismo. Il moderatismo comasco non è stato che una forma del radicalismo che contraddistingue, nei fatti, la destra e il centro-destra italiani e un certo modo (neo-liberista) di concepire l’opposizione e la società e i cui frutti sono sotto gli occhi di tutti.
5. Idee di città
Come tentare di inventare parole capaci di identificare una nuova civiltà, una nuova idea di città? La nostra civiltà è sempre stata fondata sulle città, come ci insegna Carlo Cattaneo, i cui testi i sedicenti federalisti della Lega Nord non hanno mai nemmeno sfogliato e che, d’altra parte, non era certo un liberista sfegatato.
Per ripartire dalla città e per scoprire nuove parole adatte a ricostruire un’idea e un progetto di progresso, forse possiamo partire dalla vita delle persone.
Consapevoli, però, che le persone appartengono anche a ceti sociali, universi lavorativi, generazionali e morali ben differenti e, spesso, con interessi in conflitto. Non si può astrarre dalle differenze e dai conflitti: dobbiamo però essere in grado di incanalarne la dialettica (che è vita) in una nuova coralità, per ricostruire una Comunità e per impedire il disfacimento sociale.
La riunione di questa sera sarà anche l’occasione per cominciare a parlare di idee di città.
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