L’Irlanda ha annunciato mercoledì (27 ottobre) che cercherà di ampliare la definizione di genocidio per includere il blocco degli aiuti umanitari nell’ambito dello storico caso della Corte internazionale di giustizia (ICJ) contro Israele avviato dal Sudafrica. Annunciando l’iniziativa, il ministro degli Esteri Micheal Martin ha affermato che, anche se spetta alla Corte internazionale di giustizia decidere se si stia commettendo un genocidio, occorre notare che l’attacco di Hamas del 7 ottobre e ciò che sta accadendo a Gaza ora “rappresenta la palese violazione delle norme internazionali del diritto umanitario su vasta scala”.
“La presa di ostaggi. Il rifiuto intenzionale dell’assistenza umanitaria ai civili. Il prendere di mira i civili e le infrastrutture civili. L’uso indiscriminato di armi esplosive nelle aree popolate. L’uso di beni civili per scopi militari. La punizione collettiva di un intero popolo”, ha affermato Martin in una nota.
“L’elenco potrebbe continuare. Deve finire. Il punto di vista della comunità internazionale è chiaro. Quando è troppo è troppo”, ha aggiunto.
A gennaio la Corte internazionale di giustizia (ICJ), nota anche come Corte mondiale, ha ordinato a Israele di astenersi da qualsiasi atto che potrebbe rientrare nella Convenzione sul genocidio e di garantire che le sue truppe non commettessero atti di genocidio contro i palestinesi, dopo che il Sudafrica aveva accusato Israele di Genocidio provocato dallo Stato a Gaza.
Israele e i suoi alleati occidentali hanno descritto l’accusa come infondata. Una sentenza definitiva sul caso della Corte internazionale di Giustizia intentata dal Sudafrica all’Aia potrebbe richiedere anni.
Martin non ha detto quale forma assumerà l’intervento né delineato eventuali argomenti che l’Irlanda intende portare avanti, ma ha aggiunto che il passo è stato deciso dopo un’analisi legale e politica e una consultazione con diversi partner, tra cui il Sudafrica.
Il dipartimento di Martin ha affermato che tali interventi di terzi non prendono una posizione specifica nella controversia, ma che l’intervento sarebbe un’opportunità per l’Irlanda di proporre la sua interpretazione di una o più disposizioni della Convenzione sul genocidio in questione nel caso.
Secondo i conteggi israeliani, l’attacco guidato da Hamas ha ucciso 1.200 persone e ha provocato la presa in ostaggio di oltre 250 persone. Da allora, secondo le autorità sanitarie di Gaza gestite da Hamas, l’assalto israeliano a Gaza ha ucciso più di 32.000 persone.
Da sempre sostenitrice dei diritti dei palestinesi, la scorsa settimana l’Irlanda si è unita a Spagna, Malta e Slovenia nel compiere i primi passi verso il riconoscimento dello stato dichiarato dai palestinesi nella Cisgiordania occupata da Israele e nella Striscia di Gaza.
Israele ha detto ai Paesi che il loro piano costituisce un “premio per il terrorismo” che ridurrebbe le possibilità di una soluzione negoziata al conflitto tra i vicini.
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