Ben 239 richieste di integrazione dei documenti presentati, una mole enorme di materiale da produrre che lascia intendere la presenza di lacune pesanti nel progetto definitivo, soprattutto per la parte ambientale, ma non solo. Altro che “cantieri aperti in estate” per il Ponte di Messina, come annunciato da Matteo Salvini: le società proponenti – Stretto di Messina e il consorzio Eurolink (capitanato da Webuild) – dovranno integrare la documentazione presentata per la procedura di Valutazione di impatto ambientale. Come anticipato dal Fatto, la Commissione Via Del ministero dell’Ambiente (composta da 50 esperti) ha infatti inviato ieri (e pubblicato stamattina sul portale pubblico) la richieste di integrazione degli atti alle due società. Considerando anche le sotto-richieste si arriva a 280 integrazioni e chiarimenti, oltre 60 relative alla Valutazione di Incidenza sui siti della Rete Natura 2000 e su quasi tutte le componenti ambientali più rilevanti. Vale la pena ricordare che la precedente Via sul progetto del 2011 si concluse nel 2013 con una sonora bocciatura che ha riguardato la Valutazione di Incidenza sui siti tutelati dall’Europa e 18 richieste solo in parte ottemperate.

In teoria da ieri sarebbe dovuto partire l’iter dei 30 giorni a disposizione della Commissione Via per esprimere il parere, ma il contatore si è già fermato con la richiesta di integrazione. Ora Stretto di Messina ed Eurolink avrebbero 30 giorni per rispondere ma potrebbero anche chiedere una proroga che porterebbe a una sospensione dei tempi. Senza considerare che alla scadenza, nei successivi 30 giorni il pubblico potrà controdedurre. Nei giorni scorsi Associazioni e comitati hanno presentato 534 pagine di rilievi molto pesanti al progetto, che a loro dire “non ha nulla di definitivo”. Rilievi pesanti anche da parte dei Comuni di Villa San Giovanni e Messina, oltre alle città metropolitane coinvolte.

Le richieste di integrazioni riguardano tutti gli aspetti, dall’Analisi costi-benefici che sottostima i costi al quadro progettuale e non chiarisce le stime di traffico usate; dalle scarne informazioni fornite sulle cantierizzazioni alle mancate informazioni per quanto riguarda gli impatti su aria, terreni, acque superficiali, rumore etc. Moltissime le richieste di integrazione sulla Valutazione di Incidenza (VincA). Mancano, per dire, i piani di compensazione e mitigazione credibili di molte delle zone coinvolte.

Insomma, una richiesta di integrazione pesante, che allunga i tempi e rende al momento impossibile valutare il progetto definitivo prodotto dalle società coinvolte. Considerato che la Commissione Via scadrà il 24 maggio, senza possibilità di essere prorogata la palla passerà alla nuova, la cui procedura di nomina potrebbe richiedere mesi. La corsa di Salvini e dell’Ad di Stretto di Messina, Pietro Ciucci, sembra essersi per ora scontrata contro un macigno procedurale difficile da superare in tempi brevi.

“Queste richieste attestano l’impossibilità di approvare un Progetto (non) Definitivo e il fatto che passare al Progetto Esecutivo e aprire i cantieri, prima dell’estate o entro fine anno, sia semplicemente una chimera – spiegano le associazioni Italia Nostra, Kyoto Club, Legambiente, Lipu, MAN, WWF e i comitati cittadini messinesi – Salvini vada a più miti consigli sul ponte sullo Stretto di Messina. Come Ministro e Vicepresidente del Consiglio dei Ministri, difenda l’interesse pubblico e eviti l’abbraccio soffocante e inconcludente con SdM SpA e Eurolink. Come capo della Lega, ripieghi la bandiera elettorale del Ponte, sventolata invano, in vista del voto per le europee dell’8-9 giugno. Si stanno prendendo cinicamente in giro i cittadini, a cominciare da coloro che dovrebbero essere espropriati delle proprie case e dei propri terreni”.

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