Voci di coloro che grideranno nel deserto (economico...)

Nel tardo pomeriggio di oggi (domenica 13 dicembre, primo giorno della Lombardia in "zona gialla") sono andato a fare due passi e un minimale shopping pre-natalizio in un paese a pochi chilometri da Lecco. Ho evitato volutamente la città: non volevo ritrovarmi in mezzo a troppa gente. Sinceramente, avrei però molto volentieri fatto a meno di essere costretto a vedere locali pubblici con decine di ragazzi e ragazze giovani (età da scuola superiore, per intenderci), seduti allo stesso tavolo, senza mascherine. E ancora: gruppi altrettanto numerosi, senza alcun distanziamento (mascherine portate ovunque tranne che su bocca e naso), a parlare e far casino lì - appena fuori - in attesa che i tavoli si liberassero.
Anche se per professione - docente prima e dirigente poi - ho dovuto e ancor più ora devo farmi vedere un po'... cattivo, ho sempre cercato di mettermi in empatia con i ragazzi. Non mi sono dimenticato di quando anch'io,  i miei figli, ed ancora i figli degli amici, abbiamo tutti attraversato con fatica (vera) il tunnel temporale tra i quattordici e i vent'anni. Stupidaggini ne abbiamo fatte tutti, si cresce anche grazie agli errori.
Quello che ho visto oggi, però, è altro. Non è crisi legata al passaggio da adolescente a giovane adulto. E' un insieme di comportamenti demenziali, generati da una colposa mancanza di responsabilità, inconcepibili anche mettendo sull'altro piatto della bilancia tutti i disagi reali o ricollegabili all'età.

Così non potete continuare, ragazze e ragazzi che ne avete combinate di tutti i colori, in provincia di Lecco, nel resto della Lombardia, così come in tutte le Regioni "gialle". Famiglie, docenti, dirigenti: noi vi vogliamo bene, ma voi la dovete piantare. E dovete farlo subito, prima che sia troppo tardi.
Io rinuncio a farvi la morale, a parlarvi di morti e di solidarietà verso il prossimo: non "ce la potete fare", lo conferma ciò che ho visto oggi - domenica - nel centro del paese dove sono stato e quello che vedo ogni giorno, da lunedì a sabato, prima delle 8 e dopo le 13 o le 14, per le strade di Lecco. Non vi interessano gli anziani morti, non vi toccano le storie dei quarantenni che dopo mesi hanno ancora postumi da Covid che impediscono loro di vivere normalmente. Non avete neppure sentito dei vostri coetanei ricoverati con polmoniti bilaterali. Forse, se anche avete visto, letto o sentito, non vi importa nulla di tutto ciò.  Erano affermazioni, le mie: dati di fatto, non domande. Siete convinti che non siano affari vostri.

E' invece affare di tutti quello che ci succederà inevitabilmente se continuerete così: a fregarvene, a indossare la mascherina solo da quando entrate dal portone dei vostri Istituti per toglierla immediatamente all'uscita; se continuerete a autoconvincervi che il Covid non è cosa che vi riguardi.  Quando, dopo la terza ondata, l'economia italiana sarà definitivamente a terra, quando i vostri genitori, le vostre sorelle più grandi, i vostri fratelli maggiori dovranno fare i conti con le aziende dove lavorano che chiuderanno, con i clienti che non entreranno nei loro negozi, con le ditte estere che non faranno ordinativi, probabilmente voi sarete comunque ancora in giro per le strade e nelle piazze a far casino, sbattendovene delle regole e delle conseguenze. 

Da soli, però, perchè ci sarà poca voglia di far festa.

Claudio Lafranconi
Dirigente scolastico I.I.S. "P.A. FIOCCHI" - Lecco