A Sarajevo e in Bosnia 25 anni in frammenti

È passato poco più di un quarto di secolo dagli accordi di Dayton che, tra il 1° e il 21 novembre 1995, disegnarono un quadro generale per la fine della guerra in Bosnia ed Erzegovina. Un quarto di secolo che ha in buona parte annebbiato i ricordi e assopito l’indignazione civile che quella guerra, a pochi chilometri dal cuore d’Europa (e dai confini italiani), aveva a suo tempo suscitato.

Sono quindi da accogliere con molto interesse le occasioni tornare a riflettere su quel periodo e sulle sue conseguenze, sulle ferite tuttora aperte e dolorose. Hanno cominciato mercoledì 24 marzo le Acli di Como con un incontro intitolato Da Dayton 1995 a Sarajevo 2021, continueranno la prossima settimana l’Arci e il Comitato Sarajevo ’91, con il sostegno del Comune di Milano, con l’articolato ciclo Life After (di cui trovate il programma in altro post di ecoinformazioni).

Nell’incontro di mercoledì si è potuta ascoltare la testimonianza di Silvio Ziliotto, delegato per le questioni internazionali delle Acli Milanesi e presidente di Ipsia (Istituto Pace Sviluppo Innovazione Acli) Milano, sollecitato da Roberto Caspani, presidente di Ipsia Como.

Il dialogo è stata l’occasione per mettere in chiaro alcuni elementi spesso fraintesi. A partire proprio dalla sostanza degli accordi di Dayton, quasi senpre ricordati come un “accordo di pace” ma in realtà una sorta di armistizio, o meglio ancora una bozza di risoluzione delle questioni che avevano dato il via alla guerra. Nonostante la pompa magna con cui gli accordi furono sottoscritti dai tre leader “etnici” coinvolti, prima a Dayton negli Usa e poi a Parigi, in effetti, gli accordi non sono mai stati completamente realizzati (per esempio – come è stato ricordato da Ziliotto – non è mai stata sviluppata né tantomeno è entrata in vigore la Costituzione allegata in bozza proprio agli accordi). Il lavoro dei negoziatori statunitensi (Richard Holbrooke e Anthony Lake), rapidamente oscurati dai politici di maggiore calibro, è quindi rimasto in parte inespresso, pur avendo raggiunto il fondamentale risultato di porre uno stop ai combattimenti e allo spargimento di sangue (il massacro di migliaia di musulmani a Srebrenica è del luglio 1995, pochi mesi prima dell’accordo, giusto per fare un drammatico esempio).

La situazione in Bosnia si è quindi «cristallizzata» (questa è la parola usata più e più volte nel corso della serata) in uno squilibrato mosaico di frammenti stabiliti, più o meno a tavolino, su base etnica. La Bosnia Erzegovina di oggi è infatti una nazione divisa in due entità (la Republika Srpska e la Federazione di Bosnia ed Erzegovina), e ulteriormente in cantoni, tutte realtà con propri organi governativi e amministrativi, con proprie “costituzioni”, con politiche spesso in concorrenza, se non proprio in contrasto.

A distanza di venticinque anni, quindi, la situazione è ancora irrisolta, e la vita quotidiana quasi “sospesa”.

Roberto Caspani e Silvio Ziliotto, nel corso dell’incontro, hanno affrontati molti problemi ancora all’ordine del giorno, tutti degni di essere approfonditi con contributi specifici: il ruolo dell’Unione Europea (più spesso caratterizzato da remore e fraintendimenti che da un autentico impegno di collaborazione attiva), l’integrazione della grande comunità rom (stritolata nello scontro fra serbi, croati e musulmani bosniaci), l’ancora incerta affermazione dei diritti umani, il disinteresse per una reale sintesi culturale delle diverse “tradizioni” di una nazione complessa, il dramma delle persone migranti (oggetto delle politiche liberticide della Fortezza Europa, che proprio alla Bosnia ha delegato – a suon di milioni di euro – la messa in pratica delle logiche sicuritarie lungo la rotta balcanica).

Alla fine del XX secolo, nelle tragiche vicende dell’ex Jugoslavia, insieme alle migliaia di vittime, è andata persa anche una realtà multiculturale e multietnica che era una delle più importanti ricchezze di quella terra. E non basta, all’inizio del XXI secolo, un simulacro di pace a ricostruirla. [Fabio Cani, ecoinformazioni]

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