14 maggio 2021 - 22:34

Parigi, centro chiuso alle auto: Hidalgo adesso vuole la svolta epocale

La sindaca vuole mostrarsi dinamica in vista della possibile battaglia per l’Eliseo. La proposta è di partire nel 2022, ma i francesi si dividono

di Stefano Montefiori

Parigi, centro chiuso alle auto: Hidalgo adesso vuole la svolta epocale
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dal nostro corrispondente
PARIGI — Le zone a traffico limitato in centro esistono da molti anni in tutta Europa, da Roma, Milano e molte città di provincia italiane, a Londra e Madrid. In Francia la prima a limitare l’accesso alle auto in centro è stata nel 2012 Nantes, poi è toccato a Lille a adesso, finalmente, l’idea di una zone à trafic limité viene lanciata anche a Parigi dalla amata e odiata sindaca, Anne Hidalgo. Una misura tutto sommato ormai abbastanza consensuale nel resto d’Europa assume, a Parigi, i contorni di una battaglia epocale, che potrebbe condizionare in un modo o nell’altro la candidatura di Hidalgo all’Eliseo nel 2022.

La proposta, che fino a ottobre sarà sottomessa alla valutazione dei cittadini, è di riservare le strade del centro a pedoni, biciclette, autobus, taxi, alle auto e moto dei residenti e dei fattorini, mentre sarà proibito l’accesso alle auto che attraversano quei quartieri per andare da un lato all’altro della capitale. «Ogni giorno 180 mila automobili circolano in questa zona, e 100 mila senza fermarsi, sono solo di passaggio. Queste non potranno più entrare», spiega David Belliard, l’assessore ecologista alla «mobilità e trasformazione dello spazio pubblico».

«Paris centre» significa i primi quattro arrondissement, più alcune parti del V, VI e VII arrondissement, nella rive gauche. In pratica, chi non abita in quelle zone non potrà più passare in auto accanto al Museo d’Orsay, al Louvre, Notre-Dame, il Beaubourg, l’Opéra, place des Vosges nel Marais. Il primo mandato di Anne Hidalgo, succeduta al suo mentore Bertrand Delanoë, è stato segnato dalla battaglia vinta per rendere pedonali le strade a due corsie che scorrono lungo la Senna.

Ci furono polemiche feroci, cause in tribunale, accuse (non del tutto infondate) di privilegiare i ricchi cittadini del centro che possono andare a lavorare a piedi o in monopattino elettrico a scapito dei lavoratori che arrivano a Parigi in auto dalle periferie. Ma alla fine sette chilometri sono stati chiusi al traffico e sono occupati adesso da ristoranti, bar e da migliaia di parigini che si godono uno degli scorci più belli del mondo.

Quella è stata la prova generale. L’estate scorsa ci sono state le elezioni, e Anne Hidalgo ha conquistato un secondo mandato sulla base di un programma semplice: meno auto e più verde a Parigi. Adesso si tratta di mantenere le promesse elettorali. Ma il progetto di creare una ZTL a Parigi risponde anche alla voglia di Hidalgo di mostrarsi dinamica e propositiva in vista della possibile battaglia più grande, quella per la conquista dell’Eliseo nella primavera 2022. È una scommessa coraggiosa, perché i parigini che non l’hanno votata detestano con tutto il cuore la politica anti-auto di Hidalgo e del suo assessore Belliard, che minacciano anche di dimezzare i parcheggi in superficie.

«Gli abitanti dei primi quattro arrondissement saranno felicissimi della ZTL — dice Jérôme Rivière, esponente del Rassemblement National —, anche perché il prezzo al metro quadrato supererà allegramente i 25 mila euro. Gli ultra-ricchi saranno ultra-contenti, tutti gli altri si prenderanno ancora più inquinamento perché le auto non spariranno, semplicemente faranno il giro largo raddoppiando i chilometri percorsi e creando nuovi ingorghi». Le critiche alla «sinistra della ZTL» arrivano, in ritardo, anche a Parigi.

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