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MONDO

Riaperto l'aeroporto

Paura a Kabul. L'Afghanistan è in mano ai talebani: "Siamo cambiati, nessuna vendetta"

I talebani annunciano un'amnistia per gli statali ma intanto inizia la caccia ai collaboratori dell'Occidente. Consiglio Ue, Borrell: "Dobbiamo parlare con i Talebani". Sullivan: "'Biden si assume la responsabilità del ritiro caotico, ma responsabilità anche di altri"
  

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Per le strade di Kabul c'è paura, anche se il nuovo regime rassicura gli afghani e la comunità internazionale sull'intenzione di pacificare il Paese. I talebani hanno annunciato una "amnistia generale" per tutti i funzionari delle vecchie autorità afghane, che sono stati invitati a tornare a lavoro. "Un'amnistia generale è stata dichiarata per tutti", si legge in un comunicato, "pertanto dovreste riprendere le vostre abitudini di vita con piena fiducia". 

Gli Stati Uniti stanno rafforzando il cordone di sicurezza intorno all'aeroporto di Kabul che in serata è stato riaperto per consentire il proseguimento dei rimpatri. Sono ancora migliaia le persone che cercano di lasciare la città dove, secondo alcuni testimoni, i talebani setacciano casa per casa in cerca di presunti oppositori, donne, filo-occidentali.

Entro la fine della giornata ci saranno sino a 4.000 soldati Usa a Kabul, ha riferito il Pentagono.

"L'obiettivo è chiudere la missione entro il 31 agosto". Così il portavoce del Pentagono John Kirby ha confermato la data, indicata nelle scorse settimane per il completamento del ritiro americano, entro la quale dovrebbe concludersi il ponte aereo per trasferire fuori dal Paese i cittadini americani e le decine di migliaia di afghani che possono ottenere il permesso speciale per aver lavorato con gli americani in questi 20 anni. Kirby ha assicurato che il ritmo del ponte aereo "accelererà" bnei prossimi giorni, arrivando ad un decollo ogni ora, per un totale di 9mila trasferimenti al giorno.

L'aeroporto di Kabul è aperto e tutti i voli, anche quelli civili, possono partire e arrivare. Lo rende noto la Casa Bianca, riferendo che ieri sono state evacuate oltre 700 persone, compresi 150 cittadini americani, mentre oggi sono in partenza altri voli con altri cittadini americani e personale dell'ambasciata Usa. 

Il portavoce dei talebani: "Abbiamo liberato il Paese, non ci vendicheremo con nessuno"
I talebani hanno perdonato tutti, sulla base di ordini dei loro leader, e non nutrono inimicizia nei confronti di nessuno, ha affermato il portavoce, Zabihullah Mujahid, in una conferenza stampa.

Mujahed, nella sua prima conferenza stampa a Kabul, ha dichiarato che "presto sarà raggiunto un accordo con cui verrà insediato un governo islamico nel Paese". 

"Dopo 20 anni di lotta abbiamo liberato il paese ed espulso gli stranieri. E' un momento di orgoglio per
l'intera nazione", ha detto, 

L'emirato islamico dell'Afghanistan promette a tutti i paesi del mondo che l'Afghanistan non sarà una
minaccia per nessun paese, ha detto il portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid nella prima conferenza stampa dopo la presa di Kabul, secondo quanto riferisce Tolo News.

I talebani hanno annunciato che il loro emirato islamico in Afghanistan si impegnerà per i diritti delle donne nell'ambito della Sharia.

Ufficiale rientro in Paese del mullah Baradar, cofondatore dei talebani 
Il mullah Abdul Ghani Baradar, cofondatore dei talebani, è arrivato in Afghanistan da Doha dove ha diretto l'ufficio politico del movimento. Lo conferma un portavoce dei talebani su Twitter: "Una delegazione guidata dal mullah Baradar ha lasciato il Qatar e ha raggiunto il nostro amato Paese questo pomeriggio atterrando all'aeroporto di Kandahar". 

Ospedale Emergency a Kabul: giunti 9 morti, 8 feriti gravi 
"Ieri 8 feriti in condizioni gravi sono stati ricoverati nel nostro ospedale, altri 9 erano già morti all'arrivo. Di questi 4 provenivano dall'aeroporto, dovesi sono registrate sparatorie". Così Alberto Zanin, medical coordinator del Centro per feriti di guerra di Emergency aKabul. "Nelle ultime 24 ore - ha aggiunto - abbiamo ricevuto 63 persone: 46 hanno ricevuto le prime cure in pronto soccorso e sono state trasferite in altri ospedali. Stiamo ammettendo solo pazienti in pericolo di vita. Al momento i posti letto occupati sono 99".

Ripresi voli militari per evacuazioni da Kabul
I voli militari per l'evacuazione di diplomatici e civili dall'Afghanistan stanno decollando stamattina da Kabul, ha riferito a Reuters un funzionario della sicurezza occidentale all'aeroporto, confermando l'annuncio del Pentagono, già ieri sera, della riapertura del traffico aereo nello scalo dopo la sospensione a causa del caos scoppiato con l'afflusso di migliaia di persone che volevano tentare la fuga dall'Afghanistan di nuovo sotto il controllo talebano.

Il capo delle forze Usa a Kabul ha incontrato talebani a Doha
Il capo delle forze americane a Kabul ha incontrato i dirigenti dei talebani a Doha: lo ha reso noto il Pentagono.
 


Sullivan: "'Biden si assume la responsabilità del ritiro caotico, ma responsabilità anche di altri"
"Il presidente e tutti i suoi collaboratori, me compreso, si assumono la responsabilità delle loro decisioni e delle loro conseguenze, ma ci sono anche responsabilità di altri":  lo ha detto il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan in un briefing alla Casa Bianca, rispondendo ad una domanda se Biden si assume la responsabilità del ritiro caotico dall'Afghanistan. Sullivan ha poi alluso alla mancata reazione dell'esercito afghano e delle autorità locali.

Gli Usa stanno discutendo con i talebani per determinare la 'timeline' per le evacuazioni ha detto poi il consigliere per la sicurezza nazionale rispondendo ad una domanda se l'uscita dall'Afghanistan sarà completata entro fine mese.

Gli Usa evocano inoltre lo strumento delle sanzioni nel caso i talebani non rispettassero i diritti umani, in particolare quelli delle donne. Così Sullivan nel briefing alla Casa Bianca, rispondendo ad una domanda su quali strumenti abbiano gli Usa per far leva sui talebani. Ma Sullivan ha detto di non voler anticipare alcuna misura e che gli americani illustreranno direttamente ai talebani quali saranno "costi o incentivi" per i loro comportamenti e quali sono "le aspettative" di Washington. 

La diplomazia al lavoro 
L'Europa guarda preoccupata, in attesa di un'ondata di profughi. Johnson chiede un G7, e oggi si riunisce il consiglio Esteri dell'Ue. I talebani a Doha cercano alleati e Mosca apre al dialogo.  

A livello interno, si cerca una transizione pacifica e il tentativo di mediazione è nelle mani dell'ex presidente Hamid Karzai - rimasto a Kabul - che ha creato, insieme al vicepresidente Abdullah Abdullah e all'ex capo dei mujaheddin, Hekmatyar, un gruppo di coordinamento per trattare con Amur Khan Mutaqi, il comandante talebano. 

Consiglio Ue, Borrell: "Dobbiamo parlare con i Talebani"
"Dovremo metterci in contatto con le autorità a Kabul, chiunque ci sia, i Talebani hanno vinto la guerra quindi dobbiamo parlarci, per discutere ed evitare un disastro migratorio e una crisi umanitaria", oltre che "evitare che torni il terrorismo": lo ha detto l'alto rappresentante della politica estera della Ue, Josep Borrell, al termine del Consiglio affari esteri. "La conclusione" del Consiglio affari esteri "è che il primo obiettivo è assicurare l 'evacuazione del nostro staff, di quello afghano che ha lavorato per noi, e di chi vuole lasciare il Paese, non possiamo abbandonarli, faremo tutto il possibile per dargli riparo" ha detto Borrell, che ha ringraziato l'Italia per il corridoio aereo, la Francia per la sicurezza militare sul campo, e gli altri Paesi Ue che hanno fornito i visti per i 400 lavoratori afghani delle istituzioni Ue. "I diritti delle donne resteranno in cima alla nostra agenda" ha assicurato ribadendo poi che "non è questione di riconoscimento ma di avere a che fare con loro. Se vogliamo che i 400 del nostro staff locale raggiungano l'aeroporto dobbiamo parlare con i Talebani, altrimenti diventa difficile per loro arrivare in aeroporto", ha detto Borrell. "Quindi dobbiamo confrontarci ma dobbiamo restare vigili sul rispetto degli impegni internazionali così come hanno fatto i governi afghani degli ultimi 15 anni", ha aggiunto.

Consiglio Ue, Di Maio: "Ora strategia condivisa, protezione civili prioritaria"
"Non potremo esimerci, come Occidente, da una riflessione approfondita sugli errori commessi e sulle lezioni da apprendere dall'intervento ventennale in Afghanistan. Ora tuttavia è necessario definire una strategia condivisa. Nella visione italiana, l'approccio europeo dovrebbe articolarsi attorno a cinque priorità". Lo ha affermato, secondo quanto si apprende, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio intervenendo al Consiglio Esteri Ue. Prioritaria in questo momento è "la protezione dei civili" e "la messa in sicurezza degli afghani che hanno collaborato con la comunità internazionale. Al riguardo l'Italia, finché le condizioni lo consentiranno, proseguirà le operazioni di evacuazione di altri connazionali e di cittadini afghani che hanno sostenuto la nostra ambasciata e il nostro contingente militare. Nei prossimi giorni dovremmo lavorare a un'iniziativa coordinata a livello internazionale per assicurare voli umanitari e far sì che all'emergenza si sostituisca un processo organizzato" ha sottolineato il ministro.

"Siamo consapevoli che si incrementerà la domanda di accoglienza di rifugiati e migranti dall'Afghanistan. È perciò necessario che l'Ue metta a punto una risposta comune, anche in questo caso in stretto raccordo con i partner della regione, a cui andrà contestualmente assicurato il necessario sostegno" ha affermato Di Maio.

Onu: "Talebani onorino promesse rispetto diritti"
"Chiediamo ai talebani di onorare le rassicuranti promesse verbali fatte sul rispetto dei diritti umani", ha dichiarato oggi a Ginevra il portavoce dell'Alto commissariato Onu sui diritti umani.   

"I portavoce dei talebani hanno rilasciato una serie di dichiarazioni rassicuranti nei giorni scorsi, compresa l promessa di un'amnistia per coloro che hanno lavorato per il governo precedente. Hanno anche promesso di essere inclusivi. Hanno detto che le donne possono lavorare e le ragazze possono andare a scuola. Tali promesse dovranno essere onorate, e per il momento - ancora una volta comprensibilmente, data la storia passata, queste dichiarazioni sono state accolte con un certo scetticismo. Tuttavia, le promesse sono state fatte, e se saranno onorate o infrante sarà sorvegliato attentamente", ha insistito il portavoce. Rupert Colville ha aggiunto che nelle ultime settimane in alcune parti del paese catturate sono giunte notizie agghiaccianti di violazioni dei diritti umani e di restrizioni ai diritti degli individui, in particolare delle donne e delle ragazze.

"Tali segnalazioni continuano ad essere ricevute.Sfortunatamente, per il momento, il flusso di informazioni è notevolmente interrotto e non siamo stati in grado di verificare le accuse più recenti", ha detto sottolineando che negli ultimi due decenni "ci sono stati molti progressi faticosamente conquistati in materia di diritti umani. I diritti di tutti gli afghani devono essere difesi". 

Draghi: "Opera rimpatrio continua, su accoglienza e cooperazione l'Europa sarà all'altezza"
"L'Europa sarà all'altezza della difficile sfida che si sta creando in Afghanistan dopo il ritiro delle truppe occidentali. Ad esserne certo è il Presidente del consiglio, Mario Draghi che, nel corso di una intervista al Tg1 ha detto di aver parlato proprio stamattina con la Cancelliera Merkel. "Abbiamo soprattutto parlato delle operazioni di evacuazione dell'Aeroporto di Kabul, ma abbiamo iniziato a tratteggiare quelle che saranno le linee fondamentali della cooperazione a livello europeo. Siamo tutti consapevoli che la cooperazione - ha spiegato Draghi - è assolutamente necessaria per affrontare due obiettivi: l'accoglienza e la sicurezza".

"L'accoglienza nei confronti di tutti coloro che ci hanno aiutato in Afghanistan in questi anni e delle loro famiglie, quelli che sono chiamati i 'collaboratori'. Ma anche l'accoglienza di tutti coloro che si sono esposti in questi anni per la difesa delle libertà fondamentali, dei diritti civili, dei diritti delle donne. Questo è un piano complesso, - ha quindi concluso il Premier - richiede una cooperazione stretta fra tutti i Paesi ma soprattutto, in primis, tra quelli europei. Il secondo aspetto riguarda la sicurezza, dove dovremo prevenire infiltrazioni terroristiche".

L'opera di rimpatrio dei diplomatici, dei militari, dei collaboratori afghani continua. La gran parte della rappresentanza diplomatica è arrivata a Roma il 16 agosto. Sul campo ci sono ancora delle squadre militari e dei diplomatici (molto pochi) che dovranno aiutare l'evacuazione di altri nostri concittadini che sono lì e dei collaboratori afghani e delle loro famiglie quando le condizioni lo permetteranno. Voglio ringraziare tutte queste persone per il loro coraggio e la dedizione con cui svolgono il loro compito" ha detto il premier ringraziando "i militari, i diplomatici e tutti i cooperanti che per 20 anni sono stati ad Herat, a Kabul e in tutto l'Afghanistan" e rivolgendo inoltre, "un messaggio di affetto sincero alle famiglie dei 54 caduti, l'Italia ha perso 54 soldati nel corso di questi 20 anni e circa 700 feriti. Alle loro famiglie voglio dire che il loro sacrificio non è stato vano, hanno difeso i valori per cui erano stati inviati, le libertà fondamentali e i diritti delle donne, hanno fatto operazioni per prevenire il terrorismo, hanno fatto del bene".



Telefonata Draghi-Merkel: iniziative Ue, G7, G20
A fronte dell'aggravarsi della situazione sul terreno in Afghanistan e nel quadro dei contatti internazionali avviati sulla crisi, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha avuto stamattina una conversazione telefonica con la cancelliera della Repubblica Federale di Germania, Angela Merkel. Lo riferiscono fonti di palazzo Chigi. Nel corso del colloquio è stata discussa la protezione umanitaria di quanti hanno collaborato con le Istituzioni italiane e tedesche in questi anni e delle categorie più vulnerabili, a partire dalle donne afghane. Sono state inoltre approfondite le possibili iniziative da adottare in ambito Unione Europea, G7 e G20 a favore della stabilità dell'Afghanistan e a tutela delle conquiste in materia di diritti umani e di libertà fondamentali conseguite nel corso degli ultimi vent'anni.

Merkel, colloqui telefonici con leader Ue
Angela Merkel ha oggi condotto colloqui telefonici sull'aggravarsi della crisi in Afghanistan con il premier italiano Mario Draghi, quello britannico Boris Johnson e con il presidente francese Emmanuel Macron. Lo ha confermato il portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert.  Inoltre, la cancelliera ha parlato anche con l'alto commissario dell'Onu per i rifugiati, Filippo Grandi. Sono previsti ulteriori colloqui, cosi' Seibert, con altri capi di Stato e di governo dei Paesi dell'area intorno all'Afghanistan. "Con i suoi interlocutori, la cancelliera Merkel ha scambiato opinioni in merito agli sforzi in corso circa l'evacuazione via dei cittadini e delle forze locali afghane, trovando un'intesa su una stretta collaborazione e una reciproca sostegno in loco", sottolinea Seibert in una nota a proposito delle telefonate con Draghi, Johnson, Macron e Grandi.      "In tutti i colloqui", prosegue il portavoce, "la cancelliera ha ribadito il sostegno alla dichiarazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, con l'appello alla rinuncia della violenza, il rispetto dei diritti umani e la formazione di un governo inclusivo"

Portavoce Ue: lavoriamo per offrire strada sicura ad afghani
"La priorità è l'evacuazione degli afgani che lavoravano per gli Stati Ue, ma lavoriamo per un approccio complessivo" dei migranti dall'Afghanistan "che fornisca una strada legale e sicura, affrontando i rischi dell'immigrazione illegale": lo ha detto un portavoce della Commissione Ue. "Sono elementi che vanno discussi a livello politico nei prossimi giorni", ha aggiunto il portavoce,spiegando che la commissaria agli affari interni, Ylva Johansson, incontrerà oggi il commissario Onu per i rifugiati Filippo Grandi, proprio per avviare il confronto. 

La Cina a Biden: gli Usa distruggono non costruiscono
Gli Stati Uniti "non stavano cercando di ricostruire in Afghanistan: questa è una dichiarazione veritiera, perché l'obiettivo degli Stati Uniti non è stato affatto di ricostruire". Commentando il discorso tenuto ieri alla nazionale dal presidente americano Joe Biden, la portavoce del ministero degli Esteri cinese Hua Chunying ha affermato "che sia in Iraq, Siria o Afghanistan, ovunque vada l'esercito americano lascia turbolenze e divisione, caos,famiglie distrutte e devastazione", ha aggiunto Hua nella conferenza stampa quotidiana. "La forza e il ruolo degli Stati Uniti è la distruzione, non la costruzione". 

Cina pronta a rapporti amichevoli con talebani
La Cina è disposta a sviluppare "relazioni amichevoli" con i talebani dopo la loro presa del controllo dell'Afghanistan. "La Cina rispetta il diritto del popolo afghano di determinare in modo indipendente il proprio destino e futuro, ed è disposta a continuare a sviluppare relazioni amichevoli e di cooperazione", ha replicato la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying, a una delle domande fatte in conferenza stampa sulla situazione in Afghanistan. Pechino, inoltre, "è disposta a svolgere un ruolo costruttivo nella pace e nella ricostruzione dell'Afghanistan", ha aggiunto Hua.

Johnson: riconosceremo i talebani se saranno inclusivi
Il premier britannico, Boris Johnson, non ha escluso a priori un riconoscimento dei talebani. Parlando con l'omologo pakistano, Imran Khan, Johnson, riferisce Downing Street ha detto che un eventuale riconoscimento dei talebani avverrebbe "su base internazionale e non unilaterale" e sarebbe
comunque "soggetto al rispetto degli standard concordati internazionalmente sui diritti umani e dell'inclusione". 

Boris Johnson, presidente di turno del G7, spinge inoltre in queste ore per un coordinamento della risposta alla situazione afgana allargato anche a Russia e Cina, potenze oggi "problematiche" per l'Occidente, ma cruciali e solidamente posizionate in Asia Centrale. Lo riferiscono fonti di Downing Street confermando che Londra - dopo l'idea d'un vertice digitale dei leader dei Sette sull'Afghanistan - ha proposto adesso una riunione dei membri permanenti del consiglio di Sicurezza dell' Onu (Usa, Russia,Regno Unito, Francia, Cina) estesa ai Paesi G7 che non ne fann oparte (Italia, Germania, Canada, Giappone).

La Gran  Bretagna ha evacuato 3300 afgani nelle ultime ore
Sono 3300 i cittadini afgani evacuati nelle ultime ore dai militari britannici nell'ambito del ponte aereo in corso da Kabul dopo la travolgente avanzata dei Talebani nella capitale e nel Paese. Lo ha detto a Bbc Radio4 il ministro degli Esteri, Dominic Raab, precisando che l'operazione va avanti e che prosegue anche il rimpatrio di cittadini britannici tuttora presenti in Afghanistan, con altre 150 persone rientrate solo domenica. Raab ha definito"angoscianti" le drammatiche scene del fuggi fuggi in aeroporto,ma ha aggiunto che stamane "la situazione appare più stabile"dopo l'arrivo di "altri militari britannici e americani".

Johnson-Merkel: "Regno Unito e Germania insieme contro crisi umanitaria"
"Un approccio condiviso" sull'Afghanistan in seno alla comunità internazionale è"cruciale" per portare avanti l'evacuazione di coloro che vogliono lasciare il Paese dopo l'avanzata dei Talebani fino a Kabul e "prevenire una crisi umanitaria" più grave, oltre che per cercare d'influire sul futuro del Paese. Lo hanno sottolineato in piena sintonia il primo ministro britannico Boris Johnson e la cancelliera tedesca Angela Merkel in una conversazione ad hoc di cui dà conto stamane Downing Street, precisando come tra l'altro come Johnson abbia ribadito l'intenzione - già annunciata ieri in un analogo colloquio con il presidente francese Emmanuel Macron - di convocare intanto investe di presidente di turno un video-vertice dei leader del G7sul dossier afgano.

Il primo ministro  e la cancelliera - fa sapere DowningStreet - "concordano sul fatto che la cooperazione internazionale è ora cruciale sia per far fronte all'urgente necessità di evacuare gli stranieri e altri dall'Afghanistan,sia per quella di più lungo termine di prevenire una crisi umanitaria nel Paese e nella regione".

"Entrambi i leader - si legge in un nota diffusa a Londra -sono determinati a usare le loro influenza bilaterale e multilaterale per incoraggiare i partner internazionali ad adottare un approccio condiviso di fronte alla sfide che abbiamo innanzi". Inclusa quella di stabilire "standard concordati sui diritti umani  del cui rispetto ogni futuro governo dei Talebani in Afghanistan dovrà rispondere alla comunità internazionale".

Canada, Trudeau: "Non riconosceremo il governo dei talebani"
"Il Canada non ha intenzione di riconoscere il governo dei talebani in Afghanistan. Lo ha detto il premier canadese, Justin Trudeau. Il Canada fa parte dei Paesi del G7, con Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Giappone, Francia e Italia. "Quando erano al potere 20 anni fa, il Canada non ha riconosciuto il loro governo. Hanno rovesciato e sostituito con la forza un governo eletto e hanno formato un gruppo terroristico, secondo la legge canadese", ha detto Trudeau a margine di una conferenza stampa in Ontario per la campagna elettorale.

Afghanistan: secondo aereo tedesco atterrato a Kabul
E' atterrato sulla pista dell'aeroporto di Kabul il secondo aereo militare tedesco. Lo rende noto Bild. L'ambasciata tedesca ha già contattato un primo gruppo per l'evacuazione, ha scritto via twitter il ministro Maas. Il primo era partito nella notte con a bordo 7 passeggeri.

Sono circa 100 i passeggeri saliti a bordo del secondo aereo militare tedesco A400M atterrato a Kabul, a quanto riferisce Bild. Si tratta di cittadini tedeschi ma anche di altri paesi della Nato. "Prenderemo tutti coloro che entrano nei nostri aerei in termini di spazio. Questo vale per icittadini tedeschi, per gli afghani minacciati e per i cittadini delle nazioni alleate" ha detto la ministra tedesca della Difesa Annegret Kramp-Karrenbauer.

L'ambasciatore russo incontra i talebani
L'ambasciatore russo in Afghanistan, Dmitry Zhirnov, ha riferito di un incontro "positivo e costruttivo" avuto oggi a Kabul con i rappresentanti dei talebani. "Si trattava di rappresentanti di alti esponenti talebani della città - ha precisato all'emittente Rossiya 24 - l'incontro è stato positivo e costruttivo. I rappresentanti dei talebani hanno confermato le garanzie per la sicurezza dell'ambasciata".

Turchia: dialogo con tutti, anche i talebani
La Turchia ha aperto un dialogo con tutte le parti coinvolte nella crisi afgana, compresi i talebani: è quanto riporta l'agenzia di Stato turca, Anadolu, citando il ministro degli Esteri di Ankara, Mevlut Cavusoglu. Secondo quanto riferito da Cavusoglu in una conferenza stampa congiunta con l'omologo giordano il governo turco ha valutato positivamente le assicurazioni di parte talebana, e Ankara continuerà a "sostenere lo sviluppo economico, la stabilità e la pace" in Afghanistan.