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EMERGENZA E RISPOSTE

Siccità: due miliardi di metri cubi di acqua in meno. Crotti: «Priorità alla produzione di cibo per tutti»

Il tema al centro del Tavolo regionale per l’utilizzo in agricoltura della risorsa idrica. «Se non piove un mese sarà peggio del 2022»

Andrea Gandolfi

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agandolfi@laprovinciacr.it

04 Marzo 2023 - 05:30

Siccità: «Mancano due miliardi di metri cubi di acqua»

MILANO - Oltre due miliardi di metri cubi di acqua, il 60% del totale in confronto alla disponibilità media ‘storica’ del periodo 2006/2020.. Questo il drammatico ‘deficit’ nell’accumulo di risorse idriche con il quale già ora deve fare i conti Regione Lombardia, che nel giro di un mese ha perso altri 400 milioni di metri cubi e si conferma purtroppo in una situazione sempre più grave dal punto di vista meteo-climatico. «Se non piove per almeno quattro o cinque settimane, questa estate le difficoltà saranno sicuramente peggiori di quelle che avevano segnato l’estate 2022», ha detto senza mezzi termini il governatore Attilio Fontana, aprendo ieri a Milano i lavori del Tavolo regionale per l’utilizzo in agricoltura della risorsa idrica, al quale hanno partecipato tutti i principali soggetti coinvolti a vario titolo in questa delicatissima partita (tra loro, anche il presidente di Confagricoltura Lombardia e della Libera Associazione Agricoltori Cremonese, Riccardo Crotti).

«E’ stata un’iniziativa moto proficua - ha poi sottolineato in conclusione lo stesso Fontana - nella quale abbiamo rappresentato una situazione di criticità che ha ormai raggiunto livelli di allarme. Tutti i soggetti intervenuti al tavolo, dai gestori di bacino a quelli idroelettrici (inclusa Terna, gestore nazionale del sistema elettrico) hanno espresso la disponibilità ad una gestione coordinata degli invasi alpini e dei laghi per fronteggiare la crisi idrica».

«Purtroppo - ha aggiunto Fontana - le scarsissime precipitazioni nevose. unite all’incremento della temperatura ed allo scioglimento delle nevi stesse, non hanno consentito di recuperare il deficit. A livello regionale, rispetto allo storico del periodo, nell’ultimo mese siamo passati da meno 42,3% a meno 60%. E al momento le previsioni meteo non mostrano certo segnali incoraggianti. Fortunatamente la regolazione attuata mediante una politica ‘cautelativa’ di limitazione delle erogazioni, proposta già a dicembre e richiesta formalmente ad inizi febbraio, ha consentito di mantenere complessivamente le risorse stoccate nei laghi».

«Si è quindi deciso di proseguire con la gestione ‘cautelativa’ della risorsa e di prepararsi alla gestione delle acque nel corso della stagione irrigua. Verranno inoltre emanate direttive regionali per l’attivazione di licenze di attingimento da acque superficiali in condizioni di crisi idrica, nonché una disciplina specifica per concedere attingimenti di acque da cava. Sarà anche avviata una regolamentazione delle nuove concessioni di pozzi, sulla base della risorsa effettivamente disponibile».
Tra le azioni da intraprendere, il governatore ha confermato l’attenzione per il lago d’Idro.

«Per questa stagione - ha detto - ci attiveremo per ottenere un innalzamento temporaneo del massimo livello di invaso, e nel contempo proseguiremo nel reperimento delle risorse necessarie alla realizzazione delle nuove opere di regolazione. Su quest’ultima azione sarà sicuramente importante la figura del commissario nazionale chiamato a coordinare la cabina di regia del Tavolo interministeriale sulla siccità, che la premier Meloni ha attivato nei giorni scorsi, accogliendo proprio una mia richiesta.

Fontana ha infine ricordato che il Governo ha prorogato lo stato di emergenza per Regione Lombardia con la deliberazione del Consiglio dei ministri del 28 dicembre scorso. Lo stato di emergenza sarà quindi valido fino al 31 dicembre prossimo. E’ stato anche chiarito che non è tecnicamente possibile chiedere lo stato di calamità, perché quest’ultimo «viene concesso solo nel momento in cui si registrano i danni dei raccolti».

Tra i molti interventi che hanno animato l’iniziativa, anche quelli degli ex assessori Massimo Sertori (enti locali, montana e piccoli comuni) e Raffaele Cattaneo (ambiente e clina), al momento non in carica perché con la proclamazione di Fontana la giunta uscente è decaduta ed i suoi poteri fanno tutti capo al governatore fino all’insediamento del nuovo esecutivo, che - da regolamento - dovrà essere annunciato entro venerdì prossimo.

Sul tema del commissario alla siccità promesso dal Governo, sia Fontana che Sertori hanno suggerito l’ipotesi di uno ‘sdoppiamento’ del ruolo. Ci sono due diverse categorie di esigenze - di breve e di medio lungo termine, ‘gestionali’ da un lato e prevalentemente infrastrutturali dall’altro - a fronte delle quali si potrebbero in realtà prevedere due commissari, affiancando a quello nazionale il presidente della Regione.

Approfondendo il discorso sui dati, Sertori come il deficit relativo alle precipitazioni nevose sia ancora più grave rispetto a quello idrico, attestandosi addirittura a quota - 69,3%.

«Una situazione davvero molto difficile, che nel breve periodo richiede da un lato la prosecuzione di una gestione ‘cautelativa’ già avviata da tempo, e da un lato il riordino con un’adeguata regolamentazione degli attingimenti provvisori, per i quali serve un quadro di riferimento chiaro. Sertori ha poi richiamato alla necessità di essere realisti, accettando di confrontarsi con la complessità di uno stato di cose per affrontare il quale non ci sono soluzioni semplici o generali nè scorciatoie di sorta. Così, appare sia poco praticabile che scarsamente vantaggiosa l’idea di puntare soprattutto su bacini e cave dismesse per aumentare le opportunità di stoccaggio dell’acqua. Decisamente meglio ‘lavorare’ sui grandi laghi, innalzando ulteriormente gli sbarramenti. Senza però trascurare un altro dato di fatto oggettivo: attorno alla gestione ed all’utilizzo dell’acqua esistono interessi legittimi ma comunque non convergenti anche a livello territoriali».

Sul tema degli interessi fra loro ‘confliggenti’ (agricoltura, produzione idroelettrica, turismo...) si è soffermato anche Cattaneo. «Rappresento l’anello più debole della catena, la tutela della biodiversità e dell’ambiente, nelle quali anche il deflusso minino vitale gioca un ruolo importante. Un ‘anello’ che non può essere dimenticato. Dobbiamo inoltre prendere atto di una situazione sempre meno emergenziale e sempre più strutturale; a fronte della quale serve anche una robusta e realistica politica di adattamento ai cambiamenti climatici».

IL PRESIDENTE CROTTI

presidente crotti

Il presidente Riccardo Crotti

«I lavori di questo tavolo costituiscono un’importante occasione di confronto”, ha detto nel suo intervento Riccardo Crotti, presidente di Confagricoltura Lombardia e della Libera Associazione Agricoltori Cremonesi. “E anche da qui - dove si è parlato di interessi ‘fisiologicamente’ in conflitto in ordine all’utilizzo della risorsa idrica, voglio ribadire che non ci possono essere dubbi sulla gerarchia delle priorità. Dopo quella umana c’è senza dubbio la produzione di cibo sano e sicuro, che deve essere assolutamente garantita, specialmente a fronte di un fabbisogno sempre crescente a livello mondiale. La scarsa disponibilità di acqua, invece, spinge nella direzione contraria: basta pensare che attualmente in Lombardia stiamo macellando il 10% in più di animali, perdendo dunque imprese agricole che non dispongono di alimentazione sufficiente per i capi di bestiame e di conseguenza non possono tenere il ritmo della domanda di cibo da parte dei consumatori. E’ un problema da tenere nella giusta considerazione. Gli altri utilizzi sono certamente importanti, ma è chiaro che se dieci efficientissimi fari a led illuminano un piatto vuoto i conti non tornano...”.

«Sul fronte idrico, chiediamo quindi una serie di interventi tempestivi», ha proseguito Crotti. «In primo luogo, va ridotto il deflusso minimo vitale per trattenere più acqua possibile negli invasi in vista della prossima stagione irrigua. Sappiamo tutti che le precipitazioni non torneranno ai livelli ai quali ci eravamo abituati negli anni scorsi, e bisogna regolarsi di conseguenza. Concentrandosi sulle potenzialità dei grandi laghi (personalmente non credo molto all’ipotesi di realizzare invasi nelle cave dismesse, anche a fronte di possibili problemi sanitari per l’acqua raccolta)».

«Poi è necessario intervenire sulla rete idrica. Quella lombarda misura 42 mila chilometri e fa letteralmente ‘acqua’ da tutte le parti; ne perdiamo il 50% lungo il percorso. Bisogna quindi porre in essere la necessaria manutenzione, magari con le risorse del Pnrr. Sono anche convinto che i Consorzi di Bonifica pubblici (sul territorio regionale ce ne sono 13) dovrebbero essere sostenuti con parte dei fondi destinati a mitigare la siccità, puntando ad esempio a ridurre le tariffe da corrispondere ai Consorzi stessi a vantaggio degli imprenditori agricoli».

«Concordo con l’ipotesi che è stata formulata anche questa mattina, che prevede una sorta di delega dal futuro commissario nazionale al presidente della Regione per la gestione del tema siccità a livello territoriale. Tendo anche conto del fatto che alcune zone lombarde dipendono - per l’approvvigionamento di risorse irrigue - da altre regioni (Piemonte e Valle d’Aosta) e addirittura dalla Svizzera, e la questione deve essere quindi seguita molto da vicino tenendo conto degli specifici interessi dei nostri territori».

E poi c’è il grande tema della bacinizzazione del Po, sul quale Crotti insiste da tempo. «In Europa, tutti i grandi fiumi sono bacinizzati, mentre l’Italia - purtroppo - continua a fare eccezione. Regione Lombardia aveva fatto questa proposta una decina di anni fa, poi tutto si è fermato. Ma ora, ed in prospettiva futura, il discorso deve essere ripreso. In una situazione meteoclimatica profondamente cambiata, e con la quale dovremo sempre più confrontarci, è impensabile lasciar andare così tanta acqua al mare - perdendola - nei mesi autunnali ed invernali. La bacinizzazione permetterebbe di accumulare scorte preziose, e facendo circolare l’acqua nella rete idrica manterrebbe la falda freatica abbastanza elevata e senza la necessità di assorbire tutto d’estate, quando la rete viene impiegata per l’irrigazione».

«L’ultimo punto, non certo in termini di importanza, coincide con la semplificazione burocratica. Ne abbiamo un bisogno straordinario - ha concluso Crotti - anche per porre in essere rapidamente concrete soluzioni d’emergenza, come gli attingimenti provvisori o la realizzazione di pozzi, che a volte fanno davvero la differenza tra il salvataggio di un raccolto o la sua definitiva compromissione».

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