Clima - ora della terra Braga (PD):"sentiamoci tutti coinvolti nella tutela del pianeta a partire da comportamenti quotidiani"

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"Domani anche in Italia si celebrerà l'ora della Terra. Monumenti, città e luoghi celebri, compresa la Camera dei deputati, saranno spenti per un'ora per "salvare" il Pianeta. L''Ora della Terra' è un'iniziativa del WWF nata per richiamare l'attenzione sulla necessità urgente di intervenire sui cambiamenti climatici in corso mediante un gesto semplice ma concreto: spegnere la luce per un'ora ogni 30 marzo. Non solo minori emissioni di anidride carbonica, il principale dei "gas serra", ma un atto simbolico che si aggiunge al movimento globale dei Climatestrikes, gli scioperi per il clima, così come dei "Fridaysforfuture" ogni venerdì. Con gli effetti del cambiamento climatico sempre più evidenti, si consideri ad esempio la siccità che interessa l'Italia da mesi assieme a dati sull'inquinamento dell'aria realmente allarmanti, è necessario sentirsi parte di questa missione partendo dai gesti quotidiani e dalle nostre abitudini. Sensibilizzando la politica anche e soprattutto a livello locale". Lo afferma Chiara Braga, deputata del PD e capogruppo nelle Commissione Ambiente e Ecomafie di Montecitorio, plaudendo all'adesione della Camera dei deputati all'Earth Hour 2019 così come auspicato dell'Intergruppo "Asvis per lo Sviluppo Sostenibile" di cui è promotrice assieme ai colleghi deputati di tutti gli schieramenti politici.

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"Da oggi le associazioni sono a Verona con un ricco programma che coinvolge tutte le famiglie. Saranno giorni intensi di iniziative di donne, uomini e figli. Non contro, ma per ricordare a chi vorrebbe imporre una sola idea di famiglia che la realtà è un'altra e non saranno certo le teorie antiabortiste, omofobe o misogine a cambiare la società".
Lo afferma Francesca Chiavacci, presidente nazionale dell'Arci, che insieme a un cartello molto ampio ha promosso le numerose iniziative in programma nella città scaligera a partire da oggi. "A Verona assistiamo - aggiunge - non a un Congresso qualsiasi, come qualche organizzatore vorrebbe far passare facendo credere di essere bersaglio di una censura preventiva, ma si tratta di un incontro di chi vorrebbe imporre principi discriminanti e violenti.
La mobilitazione è vastissima, saranno numerosi i bus e i treni che porteranno migliaia di partecipanti a Verona e al corteo di sabato". "In questi giorni abbiamo assistito - sottolinea - a un atteggiamento incoerente del Governo, con il premier che si dissocia ma di fatto il simbolo della Repubblica campeggia ancora nelle affissioni ufficiali del Congresso.
Lo Stato italiano dovrebbe essere laico e rappresentare tutti, non certo promuovere chi ritiene i gay da curare e l'aborto un omicidio.
Questa mobilitazione - conclude Chiavacci - è un'alleanza tra persone, associazioni e movimenti per affrontare le sfide future in difesa dei diritti di tutti".

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Sabato 30 marzo alle 20,30 torna l'appuntamento mondiale con l'Ora della Terra. In centinaia di Paesi, Italia compresa, 60 minuti simbolici di buio e tante iniziative per un futuro sostenibile. Nel Comasco coinvolti sinora una mezza dozzina di comuni. A Como lo spegnimento di alcuni monumenti simbolo della città e in Piazza Duomo un evento del WWF Insubria indirizzato ad adulti e bambini
Torna Earth Hour, la più grande mobilitazione planetaria in tema di cambiamenti climatici. Quest’anno lo slogan è #Connect2Earth a significare lo stretto legame tra uomo e natura, tra cambiamenti climatici e perdita di biodiversità, il capitale naturale sul quale poggia la nostra stessa vita. Gli obiettivi concreti sono fermare la perdita di biodiversità e dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030 a livello globale.
L’evento WWF, giunto alla sua dodicesima edizione, lo scorso anno ha fatto registrare numeri da record: 188 paesi coinvolti, 18.000 monumenti storici o simboli spenti, oltre 3 miliardi di messaggi veicolati sui social, più di 250 ambasciatori e influencer votati alla causa. In Italia sono stati più di 400 i comuni che hanno partecipato, spegnendo le proprie luci grazie alla collaborazione di centinaia di volontari sul territorio e la preziosa collaborazione di ANCI. Quest’anno l’appuntamento centrale per l’Italia si svolgerà a Matera, città Capitale Europea della Cultura 2019 e già sito UNESCO dal 1993, dove l’evento è realizzato in collaborazione con il Comune.

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“La poltrona di Toninelli è salva grazie allo scambio di ieri con quella di Salvini: ma il ministro delle Infrastrutture dovrebbe dimettersi immediatamente per la gestione indecente di tutta questa partita che riguarda gli investimenti e la crescita del nostro Paese”. Così Chiara Braga, capogruppo del PD della commissione Ambiente della Camera.
E sul decreto Sblocca cantieri, aggiunge: “Il decreto sblocca cantieri approvato dal Consiglio dei Ministri rappresenta un ritorno ad un triste passato: opere realizzate al massimo ribasso, con appalti anche per importi elevati senza gara pubblica, il massimo ribasso torna a essere la regola e si cancellano le norme che vietano la stortura dei subappalti incontrollati dove spesso si infiltrano corruzione e mafia, con super commissari per poter gestire tutto in deroga, senza nessuna trasparenza. Infine, la ciliegina sulla torta, un nuovo bel condono edilizio sugli immobili costruiti prima del 1977 che M5S e Lega, dopo la diffusione della notizia, hanno, per fortuna, fatto velocemente sparire dall’ultima versione del testo”.
“Il premier Conte e il ministro delle Infrastrutture Toninelli esultano per l’approvazione del provvedimento “salvo intese“, cioè non sanno ancora cosa ci scriveranno e chissà quando lo sapremo. Intanto le opere sono ferme, l’occupazione non cresce e gli annunci di rivoluzione al codice degli appalti bloccano procedure gare!”
“Il Governo sta mettendo in scena l’ennesimo bluff. Approvano un testo ‘salvo intese‘ perchè sono divisi su tutto; dopo aver bloccato più di 600 opere non hanno idea di come far ripartire gli investimenti pubblici e privati e, intanto, trasmettono da mesi un messaggio deleterio di incertezza al Paese e agli investitori. Altro che far ripartire i cantieri: molte stazioni appaltanti hanno fermato progetti e gare in attesa di capire come cambieranno le regole”.
“L’unica cosa certa, su cui Lega e M5s marciano uniti, è l’indifferenza alle regole e alle norme che garantiscono trasparenza e lotta alla corruzione: appalti senza gara pubblica anche per importi elevati, il massimo ribasso torna a essere la regola e si cancellano le norme che vietano la stortura dei subappalti incontrollati dove spesso si infiltrano le mafie. Per non parlare dell’idea di far ripartire l’edilizia privata con l’ennesimo regalo agli speculatori e un nuovo condono”.
“Ancora una volta il cosiddetto ‘Governo del cambiamento‘ si distingue per un vecchio motto molto in voga: largo a furbi e corruzione.

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