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Esattamente un anno fa veniva ripresentata la proposta di legge sull'acqua pubblica alla Camera. Un testo che viene da lontano, figlio della legge d'iniziativa popolare presentata nel 2007 dal Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua e sottoscritta in centinaia di banchetti da oltre 400 mila cittadini.
La proposta di legge è stata finora presentata col sostegno di parlamentari di differenti forze politiche in 4 differenti legislature e in quella attuale ha come firmatari un ampio numero di eletti nel Movimento 5 Stelle. Una legge, il cui percorso in Commissione Ambiente è fermo da settimane, che temiamo stia per essere affossata sotto una valanga di oltre 230 emendamenti presentati da gruppi politici di maggioranza e opposizione. Contro l’acqua pubblica si è formato un unico grande fronte, su ispirazione delle multinazionali dell’acqua, che mette insieme Lega, Partito Democratico, Forza Italia, Fratelli d’Italia, e in cui rischia di rientrare anche il M5S visto che diversi deputati hanno depositato emendamenti che puntano a stravolgere principi e impianto della legge. Fuori dalle aule parlamentari prosegue il massacro mediatico da parte dei maggiori organi di (dis)informazione, che disegnano uno scenario apocalittico nel caso in cui venisse approvata la legge. Scenari destituiti di ogni fondamento con cifre messe a caso, allo scopo di spaventare l’opinione pubblica e stravolgere la verità dei fatti, completamente smentiti dai dossier presentati dal Forum, anche in sedi istituzionali. Nonostante gli annunci, il percorso della legge sembra completamente arenato: la relazione chiesta al Governo ancora non è arrivata, fornendo un alibi perfetto a maggioranza e opposizione per non procedere all’esame della legge e l’approdo della discussione in aula alla Camera è slittato ancora una volta, dal 25 marzo a chissà quando.

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"A 25 anni dall'uccisione in Somalia di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin ho partecipato oggi alla Camera dei Deputati all'incontro “Noi non archiviamo". Il giornalismo d’inchiesta per la verità e la giustizia”. Ci sono tante ragioni perché su questa vicenda si continui a ricercare la verità, contrastando i depistaggi che hanno caratterizzato questi anni. Per questo raccogliamo la richiesta venuta oggi da quanti hanno tenuto fin qui viva la memoria e la ricerca della giustizia. Il PD ha sostenuto e condiviso la decisione già assunta dall'ufficio di Presidenza della Commissione d’inchiesta Ecomafie di avviare un approfondimento sulla morte di Ilaria e Miran nella vicenda del traffico transfrontaliero di rifiuti tossici verso l’Africa, su cui i due giornalisti RAI stavano indagando 25 anni fa". Lo dichiara Chiara Braga, capogruppo Pd in Commissione Ecomafie

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Greta Thunberg, la ragazza svedese che, per prima e da sola, è scesa in piazza, a Stoccolma, per chiedere provvedimenti contro il cambiamento climatico, ha fatto una cosa eccezionale! Qualcosa che in passato a nessun politico e a nessun ambientalista era riuscita: mobilitare milioni di persone, soprattutto giovani, nella lotta per un ambiente più pulito, per fermare il riscaldamento globale del Pianeta.
Ieri milioni di persone nel Mondo, Italia inclusa, sono scese in piazza per chiedere un cambiamento delle politiche e dell’economia che oggi avvelenano l’ambiente. Manifestazioni colorate, slogan azzeccati, un impegno che sembra i ragazzi abbiano preso sul serio: la lotta per il loro futuro e il futuro del Pianeta.
Si tratta ora di concretizzare la protesta dei giovani, attraverso atti concreti, che cambino radicalmente il sistema.
Io credo che le strade siano essenzialmente due.
La prima riguarda il cambiamento nelle scelte personali, quelle che ciascuno di noi compie quotidianamente, scelte che hanno a che fare col nostro stile di vita, coi nostri consumi. Stili di vita e consumi, spesso irrazionali e superflui, che nel giro di pochi decenni (indicativamente dal boom economico degli anni ‘60 ad oggi) hanno trascinato il Pianeta sull'orlo del baratro. La nostra Terra non può permettersi che 2 o 3 miliardi di “ricchi” acquistino ogni 6 mesi un nuovo smartphone o un nuovo paio di jeans, o che buttino quotidianamente nella spazzatura  un terzo del cibo acquistato, insieme a chili di imballaggi in plastica.
Un cartello di studenti visto ieri alla manifestazione di Como diceva “Consuma meno, stai sereno!”: ecco, credo che in questo slogan ci sia tutto, ovvero partire dalle nostre scelte: partiamo da una riduzione drastica dei nostri consumi.

ARCI - Prima vittoria per gli oltre 55 mila firmatari contro il congresso famiglie di Verona

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“Che il Governo abbia deciso di togliere il patrocinio al Congresso mondiale delle famiglie è una grande vittoria per le oltre 55 mila persone che hanno già firmato la nostra petizione. Però andiamo avanti e chiediamo che nessuna istituzione sostenga un convegno che alimenta odio e discriminazione”. Lo dichiara Francesca Chiavacci, presidente dell’Arci nazionale che insieme ad altre associazioni tra le quali Arcigay, Agedo, Certi diritti, Mario Mieli, Famiglie arcobaleno e insieme all’organizzazione mondiale per l’uguaglianza ‘All out’, hanno promosso una petizione ( https://go.allout.org/it/a/wcf-verona/) che chiede a tutte le Istituzioni di ritirare il sostegno al Congresso internazionale delle Famiglie previsto a Verona dal 29 al 31 marzo.
“Qual è - prosegue - l’interesse pubblico che motiva il sostegno di Ministeri, del Comune e della Regione Veneto al Congresso delle famiglie a Verona? Un incontro che riunisce antiabortisti, omofobi e altri che vorrebbero relegare le donne in ruoli sociali superati da decenni, inoltre è stato invitato anche chi teorizza la cura per i gay.  È un evento - sottolinea - che non deve essere promosso da Istituzioni che sono rappresentative di tutti.
Insieme a tante altre organizzazioni - continua -  stiamo organizzando la presenza a Verona per contrastare le teorie violente e discriminatorie promosse dai relatori invitati.
In Italia - conclude - c’è chi vorrebbe far perdere terreno alla battaglia per i diritti civili; lo abbiamo visto sul ddl Pillon e con diverse uscite del Ministro Fontana, ma sulla conquista dei diritti non si può andare indietro”.

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