Apprendiamo che oggi sarebbe morto in ospedale un migrante recluso nel CPR di Gradisca d'Isonzo. Ieri c'è stata una protesta delle persone recluse e la polizia è intervenuta. Secondo quanto riferiscono attivisti no border ci sarebbero state violente percosse ai danni dei migranti che ricordiamo non sono delinquenti ma persone che subiscono ingiustamente una "detenzione amministrativa" dentro gabbie sovraffollate in attesa del rimpatrio.
Il CPR di Gradisca ha riaperto il 16 dicembre e già ci sarebbe un morto. Da luglio ad oggi sarebbe la terza vittima di Cpr (prima Torino e poi Caltanissetta).
I centri hanno cambiato più volte denominazione, prima CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione) con il ministro Maroni, nel 2009 e poi CPR, Centri Permanenti per il Rimpatrio, con il ministro Minniti. La sostanza è la stessa.
Abbiamo sempre denunciato che si stanno creando delle vere e proprie bombe ad orologeria che non servono a rendere più sicuri i cittadini italiani ma a alimentare la propaganda xenofoba.
Chiediamo che si faccia piena luce su quanto accaduto e sulle cause del decesso.
Il governo interrompa il programma di apertura di nuovi CPR, strutture che vanno chiuse per una gestione dei flussi migratori improntata ai principi della Costituzione.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Roberto Criscitiello, segretario regionale FVG
Rifondazione Comunista - Sinistra Europea