Acerbo (Prc-Se) - Con Giulietto Chiesa il nostro paese perde un giornalista e un intellettuale non conformista. Politicamente il suo itinerario post-comunista ci ha qualche volta lasciati perplessi, ma lo abbiamo sempre apprezzato per il suo schierarsi sull'essenziale - il no alla guerra, l'indipendenza dal potere, la difesa della Costituzione - sempre dalla parte giusta mentre il grosso dell'ex-PCI e della sinistra diventava progressivamente neoliberista e atlantista.
Lo ricordiamo corrispondente da Mosca de L'Unità sostenitore del tentativo riformatore di Gorbaciov che ci aiutò a capire tutte le contraddizioni e le difficoltà che incontrava. Fu profetico del giudicare negativamente il sostegno occidentale a Eltsin e coraggioso nel contrastare la russofobia della nuova guerra fredda. Lui che aveva presentato come irreversibile la crisi del sistema sovietico e che aveva dato voce agli intellettuali critici antistalinisti come Medvedev nella nuova fase ha con coraggio difeso le ragioni della Russia e sovente anche quelle dell'ex-Urss da una propaganda Nato che monopolizza l'informazione. Al contrario di gran parte dei sostenitori dello scioglimento del Pci non perse la capacità di indignarsi di fronte alla prepotenza e ai crimini dell'Occidente e dell'impero USA. Il nostro paese perde una voce critica di cui sentiremo la mancanza.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale Rifondazione Comunista - Sinistra Europea