Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea - Bonomi, il presidente di Confindustria, non aveva ancora terminato, in un’intervista al Sole 24 ore, la sua filippica contro lo spettro delle nazionalizzazioni, ipotizzata timidamente da qualcuno della maggioranza, che Gualtieri è corso rapidamente ai ripari negando con forza qualsiasi intenzione in tal senso; al massimo si potrebbe, ha ipotizzato entrare solo temporaneamente nel capitale delle società e senza interferire nella gestione. A fugare qualsiasi equivoco sull’effettiva volontà del governo oggi il concetto è stato ribadito da Conte. “Non abbiamo intenzione di avviare una stagione di Nazionalizzazioni” ha dichiarato il Presidente del consiglio alla stampa.
E’ già grave che gli industriali continuino a pretendere come sempre aiuti di stato gratis mentre attaccano le non certo generose misure di sostegno alla popolazione; è grave che lo facciano mentre in piena emergenza pretendono di poter licenziare e chiedono misure che accentuino la precarietà e la flessibilità nell’utilizzo dei lavoratori.
E’ gravissimo se a dar loro pienamente ragione sono forze sedicenti di sinistra proprio mentre la crisi svela di nuovo i disastri prodotti dalla logica del profitto e dalle dinamiche del mercato non solo sui sistemi di protezione sociale e sull’ambiente, ma anche sulla distruzione di produzioni essenziali per la società e per l’economia.
Appare sempre più evidente che solo un nuovo modello di sviluppo centrato sulla piena e buona occupazione, sulla salvaguardia e ampliamento dei diritti, sulla tutela dei beni comuni, del territorio e dell’ambiente può impedire il periodico precipitare delle società nella barbarie e garantire il progresso dell’umanità nella libertà e nell’uguaglianza.
E tutto questo richiede un forte ruolo pubblico con interventi diretti nell’economia a partire dai settori della sanità e del welfare in generale, ma anche nelle produzioni essenziali per la salute e la vita e in quelle strategiche per il sistema paese.
Si cominci dal vincolare l’erogazione di soldi pubblici al rispetto delle norme di sicurezza sui luoghi di lavoro, e a rispondere ai problemi di organizzazione e tempi di lavoro posti dall’emergenza con la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. E si neghino aiuti alle imprese che hanno spostato la sede legale all'estero.
Se non ora quando?
Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea