Partito della Rifondazione Comunista - Confindustria anche questa volta l’ha spuntata. La campagna condotta da diversi giorni sui media per l’eliminazione dell’Irap ha raggiunto un primo importante risultato.
Dopo il no alle nazionalizzazioni e alla riduzione dell’orario di lavoro, l’eliminazione della causale per il rinnovo o proroga dei contratti a termine arriva un altro omaggio del governo ai veri padroni del paese.Tra le misure del governo contenute nel decreto fu aprile ora maggio, forse, spicca infatti l’annullamento del versamento dell’Irap a carico delle imprese fino a 250 milioni di fatturato, eliminando la clausola della perdita del 33%, per il mese di giugno, secondo quanto riferisce la stampa.
Così all’insufficienza delle risorse e alla mancanza di un’idea di rilancio del pubblico, la cui priorità assoluta per il paese è stata messa in evidenza dalla pandemia, si aggiunge un intervento di natura fiscale senza un piano generale sul complesso del sistema.
Non si introduce nessuna forma di tassazione delle grandi ricchezze nemmeno di fronte all’emergenza straordinaria, anche se le risorse disponibili, Mes o non Mes, sono assolutamente insufficienti per sostenere i redditi delle persone, l’occupazione e l’economia.
Ma si tolgono 4 miliardi di entrate al fondo sanitario nazionale insistendo nel taglio di una tassa, l’Irap appunto, che negli ultimi anni è già stata ridotta di decine di miliardi, mentre la sanità pubblica ha sofferto 37 miliardi di tagli in meno di dieci anni.
Diciamo no al provvedimento perché incongruente nel metodo e sbagliato e molto rischioso nel contenuto
Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile lavoro
Partito della Rifondazione Comunista