Medicina Democratica ONLUS - Per un potenziamento del Servizio Sanitario Nazionale non solo per l’emergenza Covid-19! Contro il regionalismo differenziato, con particolare riferimento alla sanità, delle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna! Immediata tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro e di vita!
CHIEDIAMO
- Piano di potenziamento strutturale del Servizio Sanitario Nazionale incrementando il Fondo Sanitario Nazionale di almeno 40 miliardi nei prossimi 4 anni assegnando i finanziamenti alle Regioni, in base alla rilevazione dei bisogni di salute dei cittadini e non a stime derivanti dalla spesa storica, per le sole strutture pubbliche e non al privato accreditato ed esternalizzato.
- Destinare i finanziamenti a un programma di assunzioni attraverso concorsi e graduatorie regionali, alla riqualificazione e potenziamento del territorio, al recupero, messa in sicurezza e riconversione ecologica del patrimonio edilizio, all’adeguamento dei dispositivi biomedicali e della rete informatica.
- Abbandonare e invertire il processo di esternalizzazione dei servizi e dell’accreditamento di erogatori privati, che assorbono ormai gran parte dei finanziamenti superando il 50% in molte Regioni, attraverso un esteso percorso di re-internalizzazione.
- Abolire le agevolazioni fiscali per le prestazioni sostitutive dei livelli essenziali di assistenza acquisite privatamente sia in forma diretta che intermediata da assicurazioni e fondi sanitari.
- Ridefinire le modalità di accesso in Medicina e chirurgia pianificando la formazione in base al fabbisogno del Servizio sanitario nazionale; eliminare l’imbuto formativo, ampliando l’accesso ai Corsi di Specializzazione in relazione ai bisogni di salute; ampliare i Corsi di laurea delle professioni sanitarie e prioritariamente quelli in scienze infermieristiche per recuperare il gap esistente anche rispetto alle altre nazioni europee, determinando le competenze e l'integrazione fra le varie figure professionali.
- Contratto nazionale unico per tutti gli operatori sanitari compresi i medici e i pediatri di base e gli specialisti ambulatoriali convenzionati.
- Finanziare con almeno 20 miliardi nei prossimi 4 anni la ricerca di base, traslazionale ed applicata, queste ultime in forma congiunta tra Università e Servizio Sanitario Nazionale.
- Realizzare una industria pubblica del farmaco, dei reattivi di Laboratorio e dei dispositivi biomedicali, contro speculazioni e ricatti delle multinazionali farmaceutiche, coinvolgendo le strutture del Servizio Sanitario Nazionale e quelle militari già deputate alla produzione di farmaci.
- Ridurre delle dimensioni delle ASL e dei Distretti e democratizzarle attraverso il superamento della figura anacronistica e monocratica del Direttore Generale.
- Respingere le richieste di regionalismo differenziato, con particolare riferimento alla tutela della salute, attraverso il potenziamento del Servizio Sanitario Nazionale pubblico universalistico, equo e solidale fondato sulla fiscalità generale, come previsto dalla L. 833/78.
- Attuare un regionalismo basato sulla leale collaborazione tra Stato, Regioni e Comuni, restituendo a ciascuno il ruolo previsto dall’ art. 114 della Costituzione tramite Patti per la Salute quale strumento di programmazione nazionale, senza modifiche della Costituzione vigente per le materie a legislazione concorrente previste dall’art. 117 della Costituzione e senza regionalizzare la funzione legislativa per la sanità.