Partito della Rifondazione Comunista Lombardia - Il risultato del referendum sul taglio dei parlamentari non ci parla solo di un colpo alla democrazia costituzionale, che non era riuscito a Gelli, Berlusconi e Renzi, ma del miracoloso risultato del No al 30,36%. Il fronte del No ha condotto una battaglia contro tutti i Partiti che hanno votato questo taglio in parlamento. I quesiti referendari, in particolare quelli sulle riforme costituzionali, richiedono un dibattito pubblico capillare, coinvolgente ed approfondito. Invece questo non è avvenuto. Si è costruito l’Election day e poi una martellante campagna di massa su tutte le televisioni di invito al voto referendario, mai vista nei passati snodi referendari. Questo ha determinato una partecipazione prevalentemente disinformata sul quesito, mossa dalla volontà di appoggio al Governo o da pulsioni di attacco alla casta e ai privilegi dei politici. Questi giustamente sono sentiti come ingiusti e insopportabili, soprattutto nella grave crisi sociale ed economica che stiamo vivendo, ma razionalmente avrebbero dovuto portare al dimezzamento degli stipendi non a un attacco alla rappresentatività del Parlamento.
Si sarebbero ottenuti più NO se alcune organizzazioni di massa sindacali e associative non si fossero limitate a dire il loro parere sul quesito, ma avessero partecipato attivamente alla mobilitazione e alla discussione in un rapporto diretto con i loro iscritti e le loro iscritte. Nell’attacco generalizzato ai corpi intermedi il farsi trasparenti non aiuta il tessuto democratico.
Ripartiamo dal corposo 30,36 % per affrontare le prossime battaglie, prima di tutto una legge elettorale proporzionale pura, che dia rappresentanza a tutte le soggettività politiche.
Ringraziamo i compagni e le compagne di Rifondazione Comunista, unico Partito che compatto si è schierato per il No e sono stati protagonisti indefessi di questa difficile campagna contro corrente.
Milano, 22/09/2020
La Segreteria Regionale – Partito della Rifondazione Comunista Lombardia