Marco Bersani - Premessa: Due elementi di fondo vanno tenuti presenti, senza la risoluzione dei quali tutte le altre misure indicate rischiano di essere solo provvedimenti straordinari e di non produrre cambiamenti sistemici. Il primo riguarda la trappola del debito pubblico. Il nostro debito pubblico ha raggiunto nel 2020 i 2.500 miliardi e su di esso ogni anno paghiamo una cifra variabile tra i 60 e i 70 miliardi di interessi (è la terza voce del bilancio nazionale, dopo la previdenza e la sanità, ed è superiore a quanto investiamo nell'istruzione).
Di tutto il debito pubblico accumulato, la parte reale prodotta dai deficit di spesa non supera i 266 miliardi (pari all'11% del totale). Il resto è in gran parte dovuto al meccanismo infernale degli interessi.
Occorre di conseguenza una campagna rivolta alla cancellazione del debito (che comporta la trasformazione della Bce in una vera banca centrale che assuma il debito degli Stati membri).
Il secondo riguarda la riforma fiscale. Abbiamo un sistema fiscale che, dal 1974, ha perso la progressività stabilita dalla Costituzione, aumentando le tasse per le fasce deboli della popolazione e diminuendole drasticamente per i super ricchi: se avessimo mantenuto i criteri di allora, oggi le aliquote Irpef andrebbero dal 12% all'86%, invece che avere l'attuale vergognosa forbice che va dal 23% al 43%. Un sistema fiscale che, dal 1974 ad oggi, ha comportato 146 miliardi in meno di gettito, per ovviare al quale lo Stato è ricorso ai mercati finanziari, accollandosi, in virtù degli interessi composti, quasi 300 miliardi di debito, pari al 13% di tutto il debito accumulato.
Occorre di conseguenza una campagna per un nuovo sistema fiscale fortemente progressivo.
Fatta questa premessa, vediamo quali provvedimenti vanno immediatamente presi per redistribuire la ricchezza e recuperare risorse che affrontino l'emergenza economica e sociale.
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