Partito della Rifondazione Comunista Lombardia - Indegna sentenza del tribunale di Brescia che considera non capace di intendere e volere l’assassino della moglie Cristina Maioli perché obnubilato dalla “sindrome di Otello”, un raptus di folle gelosia. Si deve scomodare sempre la psichiatria per non condannare un uxoricida, per non riconoscere che sia un delitto uccidere a coltellate la moglie.
Una sentenza inaccettabile, che ipocritamente rimuove che in quel sentimento arrogante e prepotente di possesso che gli uomini provano verso le donne e che secoli di letteratura e di arte in genere creata da maschi fa drammaticamente sconfinare con l’amore, si annida la profonda negazione della libertà femminile, la riduzione della donna a proprietà, il pericolo di violenza e di morte per chi non accetta le regole patriarcali.
Questo è il senso orribile, profondamente radicato nella modernità del patriarcato, pienamente funzionale agli odierni rapporti economici e sociali del turbocapitalismo.
Una vergogna per la magistratura che ci riporta indietro di un secolo a mostri giuridici e a stereotipi che il movimento delle donne non smette di denunciare e di smascherare.
Ogni parola di quella sentenza trasuda violenza contro le donne, la loro vita, il loro valore e alimenta narrazioni tossiche contro le donne.
Ora basta!
Milano, 10/12/2020
Fabrizio Baggi – Segretario regionale
Giovanna Capelli – Responsabile politiche di genere
Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea – Lombardia