Una nuova discarica a confine, tra Italia e Svizzera, ancora inerti, dove potrebbe tra l’altro nascondersi l’amianto. Il rischio di un aumento a dismisura del traffico pesante sull’unica, stretta strada dei frontalieri. La notizia non ha lasciato indifferente Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Pd e segretario della Commissione speciale rapporti tra Lombardia e Confederazione elvetica: “A quanto pare in Canton Ticino, ad Arogno, sta per essere aperta una discarica di inerti, in un comune che confina con l’Italia e la Val d’Intelvi. Era già successo a Bizzarone, sempre in provincia di Como, dove volevano aprire una discarica appena oltre la frontiera. E abbiamo il problema di Cantello, in provincia di Varese, che ha appena dietro le sue case una mega discarica di inerti, con tutto ciò che questo comporta”.
Non è certo la stessa situazione tra Arogno e Lanzo d’Intelvi: “Chiaramente siamo in territori montani, più disabitati e dove le altezze e i boschi proteggono abbastanza i paesi, almeno sul versante italiano – prosegue Orsenigo –. Ma è il principio che conta. Come dire: sapete che c’è? Il posto per costruire le discariche non può che essere dove forse dà più fastidio agli italiani che a noi”.
E poi c’è il problema vero: “Quando sarà operativo, l’impianto comporterà un notevole aumento del traffico pesante, con camion carichi che, lentamente, su strade di montagna tortuose, andranno avanti e indietro tutto il giorno – fa presente il consigliere Pd –. Ma quella strada, per altro stretta, è di fondamentale importanza per i nostri frontalieri che, oltre ai disagi legati all’inverno, alla neve, al ghiaccio che si forma, dovranno fare i conti anche con i mezzi in entrata e in uscita dalla discarica. E qui sì che ci vedo un tentativo di creare per l’ennesima volta fastidio a chi in Ticino va a lavorare”.
Per questo Orsenigo si chiede se “di questa novità siano informati il presidente regionale Fontana e quello della Commissione speciale Mura, al quale chiederò di convocare subito una seduta per discutere anche questo nuovo ed ennesimo guaio che va a carico della nostre comunità di confine e dei lavoratori lombardi”.