Cari amic*, gasist*, attivist* delleconomia solidale
di seguito il secondo CS della Campagna Abiti Puliti in relazione alla ennesima e più grande tragedia industriale mai avvenuta in Bangladesh (e tra la peggiori al mondo) dove hanno perso la vita almeno 370 lavoratori e lavoratrici. I media nazionali e stranieri stanno coprendo il caso e hanno dato forte risalto alle nostre posizioni, quanto è accaduto è troppo grave.
Stiamo seguendo il caso giorno e notte, in stretto contatto con i nostri partner, per essere tempestivi ed efficaci nel raggiungere il doppio scopo di ottenere giustizia per le vittime e fare in modo che tragedie come questa non abbiano a ripetersi.
Come vedete fra i marchi coinvolti cè anche Benetton che nonostante le prove schiaccianti continua a negare ogni responsabilità.
Vi chiediamo di seguire la campagna e aiutarci a diffondere le notizie e i prossimi appelli che divulgheremo sul nostro sito e su FB
www.abitipuliti.org
https://www.facebook.com/CampagnaAbitiPuliti
Vi chiediamo anche di aiutarci a preparare eventuali azioni di pressione territoriale, qualora Benetton non dovesse assumere alcuna responsabilità nei confronti dei lavoratori bengalesi e delle famiglie delle vittime.
Invitiamo i GAS e i gruppi disponibili a organizzare azioni territoriali in caso di campagna pubblica, a contattarci direttamente allindirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Ecco alcune testate che hanno ripreso il nostro primo comunicato di venerdì scorso:
Bangladesh, la denuncia: ''Quelle fabbriche fatiscenti'
La Repubblica
Ai microfoni di Radio Capital parla Deborah Lucchetti, responsabile della campagna Abiti Puliti che da tempo denuncia le condizioni disumane in cui lavorano gli operai tessili del Bangladesh. Intervista di Andrea Lucatello. LEGGI SU REPUBBLICA.IT ...
Il SOLE 24 ORE
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-04-26/bangladesh-crollo-palazzo-dacca-110601.shtml?uuid=Abk4IjqH
LUnità
http://www.unita.it/italia/bangladesh-crollo-palazzo-tessili-benetton-operai-piani-sicurezza-lavoro-rivolta-dacca-dhaka-polizia-1.497015
Corriere
http://www.corriere.it/esteri/13_aprile_26/bangladesh-marchi-moda-responsabilita_6b3c490a-ae81-11e2-b304-d44855913916.shtml
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COMUNICATO 29 APRILE
Benetton si riforniva al Rana Plaza
Abbiamo le prove
Etichette di Benetton sono state ritrovate tra le macerie del Rana Plaza, ledificio di otto piani crollato lo scorso 24 aprile a Savar, sobborgo di Dhaka in Bangladesh. Alcune t-shirts etichettate United color of Benetton sono state fotografate dallagenzia AFP sulla scena del disastro. Lazienda, che in un primo momento ha smentito di rifornirsi presso le fabbriche crollate, è chiamata ora a chiarire il suo coinvolgimento nella tragedia.
La Campagna Abiti Puliti, inoltre, è in possesso di una copia di un ordine <http://www.abitipuliti.org/images/benetton_ordine.pdf> di acquisto da parte di Benetton per capi prodotti dalla New Wave, una delle fabbriche del Rana Plaza, che annovera sul suo sito web anche lazienda italiana tra i suoi clienti.
Chiediamo a Benetton, e a tutti i marchi italiani ed esteri coinvolti, di assumersi le responsabilità, in particolare:
- entrando in contando diretto con Abiti Puliti e i sindacati locali per fornire immediato supporto alle vittime della tragedia che hanno bisogno di cure, cibo e assistenza;
- assumendo limpegno a contribuire al fondo di risarcimento per le famiglie delle vittime e per i feriti secondo quanto sarà stabilito in funzione della perdita di reddito presente e futura
- firmando il Bangladesh Fire and Building Safety Agreement <http://laborrights.org/sites/default/files/publications-and-resources/Bangladesh%20Fire%20and%20Building%20safety%20MOU-2012-Nov.pdf> , unprogramma specifico di azione che include ispezioni indipendenti negli edifici, formazione dei lavoratori in merito ai loro diritti, informazione pubblica e revisione strutturale delle norme di sicurezza per rimuovere alla radice le cause che rendono le fabbriche del paese insicure e rischiose per migliaia di lavoratori;
Il bilancio delle vittime del crollo del Rana Plaza, cresce di ora in ora.
La triste conta è ormai arrivata a 371 morti accertati e circa 2500 feriti. Lincessante lavoro di specialisti e volontari ha permesso di portare in salvo circa 2400 persone, ma centinaia di persone potrebbero essere ancora intrappolate sotto le macerie: la speranza di recuperarle in vita si esaurisce, purtroppo, con il passare delle ore.
La gravità della situazione richiede unassunzione di responsabilità immediata da parte dei marchi internazionali coinvolti, del governo e degli industriali bengalesi, che devono porre fine per sempre a tragedie come questa, lennesima per totale negligenza del sistema imprenditoriale internazionale, dichiara Deborah Lucchetti, coordinatrice della Campagna Abiti Puliti. Aziende importanti come la Benetton hanno la responsabilità di accertare a quali condizioni vengono prodotti i loro capi e di intervenire adeguatamente e preventivamente per garantire salute e sicurezza nelle fabbriche da cui si riforniscono.