italiana, ne calpesta uno dei suoi principi cardine, cioè l’antifascismo, concedendo luoghi pubblici a movimenti che si pongono al di fuori della storia e che, cavalcando la crisi economica e sociale in atto, diffondo il razzismo, l’intolleranza, l’omofobia, la violenza e il culto del nazifascismo.
Purtroppo, la triste realtà è che questo sindaco non è l’unico a compiere questo genere di atti: molti sono i casi in cui Istituzioni della Repubblica non applicano leggi dello Stato (vedi ad esempio le leggi Scelba e Macino) che impedirebbero il diffondersi di questi rigurgiti neofascisti. Il fatto poi di far partecipare Forza Nuova alle elezioni ne è un tragico esempio.
Oggi però il Sig. sindaco di Cantù si lancia addirittura in una sconsiderata quanto infamante accusa di “fascismo rosso” (vedi articolo del quotidiano La Provincia del 12/09/2014) nei confronti di chi contrasta civilmente il diffondersi di culture neofasciste autoritarie, antidemocratiche e violente.
Sig. sindaco di Cantù, crediamo che Lei abbia oltrepassato il senso della misura e abbia -malauguratamente per il ruolo pubblico che occupa- una grande e grave confusione circa i veri valori fondanti della nostra democrazia repubblicana. Le consigliamo vivamente di ripassare la storia della Resistenza e di visitare i luoghi in cui caddero centinaia di donne e uomini che combatterono per ridare al popolo italiano la libertà e non per ritrovarci nel XXI secolo ancora con nostalgici del Duce nelle piazze e nei luoghi pubblici.
Il nostro impegno come Anpi sezione di Como, insieme a tutti i soggetti politici e sociali che si richiamano e difendono i valori della Costituzione, della Resistenza e della democrazia antifascista, è quello di investire culturalmente sulle giovani generazioni, creando momenti di riflessione e approfondimento storico, politico e sociale, affinchè si eviti il ritorno di questi rigurgiti neofascisti e si scongiuri la loro diffusione futura.