Le prossime elezioni provinciali, che si svolgeranno a Como il 12 ottobre prossimo, rappresentano l'ennesima truffa ai danni dei cittadini. Le province continueranno ad esistere, non si sa con quali poteri e deleghe regionali, elette non più dai cittadini ma da Sindaci e Consiglieri comunali. I candidati non debbono presentare né simboli né programmi, e sono espressioni di accordi politici di Partito, quando non di corrente, di cordata, di particolari territori, anche trasversali, come dimostra, nella nostra Provincia, l’inclusione in una stessa lista per l’elezione dei Consiglieri
provinciali di esponenti di aree politiche (almeno formalmente) ancora contrapposte (vedi il caso di Bongiasca Sindaco di Gravedona e Uniti e già Presidente del Consiglio provinciale in quota centro destra) o, come avvenuto in altre provincie, con un listone unico (prefigurazione delle larghe intese, tanto più facili quanto più lontane dai cittadini).
Le elezioni di secondo grado con voto ponderato (non per testa ma secondo il numero degli elettori di ciascun Comune) consentono, di fatto, a Sindaci e Consiglieri dei capoluoghi e di pochissimi altri Comuni, di decidere per tutti sia il Presidente sia i Consiglieri Provinciali, relegando alla marginalità quelli degli altri Comuni. Inoltre, il Presidente può nominare un Vice e distribuire deleghe tra i Consiglieri Provinciali e per tutti sono previsti rimborsi spese che potrebbero anche prefigurare forme indirette d’indennità. I vincoli predisposti per la presentazione di un candidato Presidente (sottoscritto da almeno il 15 % degli aventi diritto, nella nostra Provincia 260) hanno impedito di presentare candidati a Presidente se non a forze politiche ben consolidate sul territorio (e non sempre neppure a queste) escludendone ogni altra e determinando in anticipo chi verrà eletto, in spregio alle più elementari norme di democrazia. Verificato oltretutto che in Provincia di Como esistono solo due candidati alla Presidenza, e che, a fronte di 1800 possibili elettori, un candidato è stato deciso (formalmente) da soli 157 aventi diritto (striminzita maggioranza su 300 votanti di una raffazzonata primaria) e l’altro solo da accordi di Partito/i,, al di là della validità dei singoli candidati appare amaramente evidente che per la prima volta è stato escluso un corpo elettorale di circa 400 mila cittadini.
Il Comitato de “L’altra Europa” della Provincia di Como chiede a Sindaci e Consiglieri comunali di astenersi dal voto così da non rendersi complici e, comunque, essere coinvolti in una scelta antidemocratica, manifestando pubblicamente il dissenso verso quanti vogliono instaurare un’oligarchia nelle nostre comunità e nel nostro Paese.
Si tratta, peraltro, di una tendenza evidente ad ogni livello. Un passo dopo l’altro da una democrazia, seppur con tanti difetti, stiamo avviandoci a un’oligarchia che tende a riprodursi dal livello mondiale a quello europeo, a quello dei governi nazionali sino alle comunità locali. Dal “governo” europeo, deciso di fatto ancora dai governi nazionali e non dal Parlamento eletto, dai trattati, come il TTIP (ma non solo), definiti da eurocrati espressioni di lobby e interessi che nulla hanno a che fare con quelli dei Popoli dei quali, invece,
dovrebbero essere espressione; al futuro Senato italiano, non più eletto dai cittadini ma espressione dei Consigli Regionali, la peggior realtà di malgoverno quando non di malaffare, alla Camera dei Deputati, dove se passerà l’Italicum, non ci sarà posto per visioni alternative all’esistente e alla rappresentanza eletta dai cittadini continuerà a sostituirsi la scelta delle Segreterie dei Partiti, sino alle elezioni provinciali che chiariscono, ancora una volta, persino localmente, che i cittadini sono sempre più espropriati non solo da ogni possibilità di scelta, di partecipazione ma anche di opposizione.