Il Comitato Comasco Acqua Pubblica è sconcertato per la mancata conclusione dell’affidamento del servizio idrico provinciale alla società pubblica Como Acqua srl.
Il rischio concreto è ora quello di consegnare ai privati la gestione dell’acqua per i prossimi 20 anni! Un rischio che andrebbe contro la volontà della maggioranza dei cittadini, che al Referendum del 2011 si sono espressi in tutta Italia (provincia di Como inclusa) per la gestione totalmente pubblica dei servizi idrici.
Nel rispetto dell’esito referendario, fin dal 2014 l’Amministrazione Provinciale e i sindaci comaschi avevano opportunamente deciso l’affidamento alla società unica provinciale, Como Acqua appunto. Questo percorso non si poteva, e non si può, interrompere solo perché vi è stato un cambio amministrativo in alcuni comuni!
Infatti la responsabilità, grave, dello stop a Como Acqua è dei comuni di Como, Cantù ed Erba, ma anche di tutti gli altri che non si sono presentati all’assemblea societaria di ieri, mercoledì 15.11, che doveva appunto concludere l’iter di affidamento della gestione a Como Acqua.
Ora questi comuni potrebbero essere chiamati a rispondere dell’eventuale danno erariale alle casse pubbliche, nel momento in cui, dal 2014 a ieri, sono stati spesi fondi pubblici per la costituzione della società Como Acqua. Potrebbe addirittura essere la Corte dei Conti a intervenire.
Come detto, ora il pericolo deriva dalla possibile messa a gara (di livello europeo) della gestione dell’acqua, col concreto rischio di privatizzazione.
Per questi motivi il Comitato Comasco Acqua Pubblica fa appello ai sindaci di tutta la provincia affinché venga trovata al più presto una soluzione che possa salvare il processo di affidamento a Como Acqua.
Del resto sarebbe sufficiente una maggioranza dei 2/3, che mercoledì non è stata raggiunta per pochi voti. Basterebbe che quei sindaci che erano assenti (alcuni di questi con mandato di votare a favore deciso nei loro Consigli Comunali), si presentassero ad una nuova assemblea societaria.
Nel frattempo i sindaci di Como, Cantù, Erba (e magari il “regista” dell’operazione contro Como Acqua, ovvero il consigliere regionale Fermi) dovrebbero spiegare ai loro concittadini i veri motivi del loro stop, che non è il pretestuoso esito delle perizie di stima che, semmai, si potevano e si possono rivedere cammin facendo.
Il Comitato insiste quindi nell’appello affinché si arrivi finalmente all’operatività di Como Acqua srl. Il tutto con il primario obiettivo di far partire gli investimenti necessari per migliorare il servizio idrico in tutta la provincia di Como, in particolare nel settore della depurazione delle acque, su cui la provincia di Como è a rischio infrazione.
Comitato Comasco Provinciale per l’Acqua Pubblica
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Como, 16.11.2017