ROMA, 12 OTTOBRE 2012 - “La situazione di preoccupazione denunciata dal segretario della CGIL di Como, Tarpini, e confermata anche da alcuni rappresentanti del mondo bancario è pienamente fondata, soprattutto alla luce dell’aggravarsi della crisi e del numero di imprese coinvolte da procedure concorsuali anche nel nostro territorio”. Lo afferma la deputata del PD, Chiara Braga entrando nel merito della delicata questione della concessione della cassa integrazione straordinaria.
Originariamente – chiarisce la parlamentare comasca - la “riforma Fornero” “sulla crescita” proponeva l'abrogazione dal 2016 delle disposizioni che riconoscono l'erogazione della CIGS alle aziende sottoposte a procedure concorsuali nonché nei casi di aziende sottoposte a sequestro o confisca. Rispetto a questa misura si era registrata una presa di posizione contraria congiunta da parte di sindacati e rappresentanze delle imprese che ha indotto il Governo ad abbandonare la posizione iniziale in favore del principio, più ragionevole, in base al quale l'erogazione della CIGS venisse subordinata alla verifica delle ''prospettive di continuazione o di ripresa dell'attività e di salvaguardia, anche parziale, dei livelli di occupazione, da valutare in base a parametri oggettivi definiti con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali''.
“In questo quadro quindi, la nuova disciplina subordina da subito il riconoscimento della CIGS per queste aziende a criteri da verificare con atto amministrativo, sulla base di un decreto attuativo dello stesso Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con tutti gli effetti negativi che ne derivano in termini di incertezza e tempi di erogazione delle risorse alle aziende. Peraltro, dalle verifiche che mi è stato finora possibile fare, non risulta che il Ministero abbia ad oggi definito questi criteri, rendendo quindi inapplicabile la direttiva”.
“Il rischio – continua la Braga - è che a pagare gli effetti di questa norma, scritta evidentemente senza tenere in giusta considerazione le sue implicazioni pratiche, siano ancora una volta i lavoratori, stretti tra le motivazioni del Ministero e le resistenze delle banche nel continuare, di fronte a una situazione così incerta, ad anticipare ai lavoratori le risorse per la cassa integrazione, come fatto fin qui in modo assolutamente responsabile e pregevole da parte di alcune banche, penso ad esempio alla BCC per il nostro territorio ”.
“Per questo – conclude la giovane democratica - insieme ad altri colleghi della Commissione Lavoro ci siamo già attivati, anche con il concorso delle parti economiche e sociali della nostra Provincia, per chiedere al Governo di risolvere le conseguenze applicative della norma e ancora meglio per rivedere questa disposizione. Presenteremo nei prossimi giorni una nuova iniziativa parlamentare a tale riguardo”.
“Non si tratta di disfare tutto quel che si è fatto sulla spinta di motivazioni ideologiche o di parte, ma di risolvere le cose che non vanno nelle riforme varate in questi mesi dal Governo, in un confronto con un Parlamento che, non dimentichiamo, specie per le leggi di modifica del mercato del lavoro, ha pagato lo scotto di una maggioranza anomala”.