NEL 2016 IN LOMBARDIA 116.049 INFORTUNI DENUNCIATI, 120 I CASI MORTALI. VENERDI' 28 LA GIORNATA IN MEMORIA DI TUTTI I MORTI SUL LAVORO
Occorre tenere alta la guardia sulla salute e sicurezza sul lavoro, intensificare i controlli e le iniziative di prevenzione, a partire dalla formazione, corretta e puntuale, a tutti i lavoratori e le lavoratrici. E' quanto affermano Cgil, Cisl, Uil della Lombardia, nella settimana in cui si celebra la "Giornata in memoria di tutti i morti sul lavoro e di sensibilizzazione sul contrasto agli infortuni ed alle tecnopatie" (venerdì 28 aprile).
"In un tempo in cui il lavoro sta vivendo una profonda crisi globale - afferma Massimo Balzarini, segretario Cgil Lombardia - le lavoratrici e i lavoratori continuano ad avere pesanti infortuni, aumentano le malattie professionali denunciate e si continua a morire sui posti di lavoro. Occorre applicare puntualmente le disposizioni previste dal D.Lgs. 81 del 2008, intensificando i controlli e gli interventi migliorativi".
Lo scorso anno, in Lombardia sono stati denunciati 116.049 infortuni (fonte Inail-Open Data al 31.12.2016). E sempre dai dati dell'Istituto si evince che in Lombardia nel 2016 si sono verificati 120 infortuni con esito mortale, in controtendenza rispetto al 2015, quando gli infortuni con esito mortale sono stati 165. "Questi dati, se saranno confermati dalla relazione annuale da parte dell’Inail - afferma Pierluigi Rancati, segretario Cisl Lombardia - vanno analizzati con molta cautela e soprattutto non devono assolutamente fare abbassare la soglia di attenzione sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Occorre migliorare la prevenzione, attraverso interventi di formazione rivolti a tutti i lavoratori, così come peraltro previsto dalle normative vigenti. E' necessario anche un maggior coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori (Rls/Rlst) nelle fasi di valutazione dei rischi e in merito alla programmazione della sicurezza".
“I mancati processi di miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, il deficit culturale e il fatto che molte aziende trascurano l'idea che gli investimenti in materia di salute e sicurezza possono trasformarsi in un costo per esse stesse, perché espongono i lavoratori e le lavoratrici, in particolare nelle piccole imprese e in determinati settori produttivi, a rischi elevati che spesso sono la fonte di infortuni o altri eventi infausti, dovrebbero far riflettere sull'opportunità, invece, di invertire queste tendenze - aggiunge Angelo Urso segretario Uil Milano Lombardia - mettendo in primo piano l'esigenza di trovare soluzioni adeguate". I Settori più colpiti sono l'edilizia, l'industria, l’agricoltura e la logistica.
Gli infortuni denunciati nel 2016, distribuzione territoriale
Bergamo
13.956
Brescia
15.746
Como
5.537
Cremona
5.322
Lecco
3.553
Lodi
2.582
Mantova
5.555
Milano
38.480
Monza-Brianza
8.127
Pavia
4.995
Sondrio
2.369
Varese
9.827
116.049
Per ulteriori commenti:
Massimo Balzarini (Cgil Lombardia) 335 1847607
Pierluigi Rancati (Cisl Lombardia) 333 6698768
Angelo Urso (Uil Lombardia) 348 8978554
Milano, 26.4.2017