Dopo la morte della bambina nigeriana di cinque mesi, deceduta al Pronto soccorso di Sondrio lo scorso 14 dicembre il Gruppo Consiliare del Movimento 5 Stelle di Regione Lombardia ha dichiarato di mettersi a disposizione della famiglia se questa non potesse provvedere alle spese funerarie. Il consigliere pentastellato Raffaele Erba nella giornata di ieri, mercoledì 18 dicembre si è recato direttamente in ospedale per raccogliere informazioni dal direttore sanitario del pronto soccorso e successivamente ha incontrato le forze dell’ordine.
“Questa vicenda ha due aspetti distinti e contrapposti, da una parte l’odio, dall’altra la capacità di solidarietà e affetto che esiste ancora nella società a Sondrio e nel Paese a rappresentare il lato positivo e che gli rende onore.
Da una parte ci sono gli insulti infami rivolti alla madre della bambina ‘colpevole’ di non trattenere lo strazio di un dolore indicibile ma soprattutto colpevole di non avere il colore della pelle giusta. Dall’altra però, all’opposto, si è attivata immediatamente una rete di solidarietà che ha fatto emergere la prospettiva dei giusti, quella di una società civile e istituzionale capace di aiuto e solidale.
E se è vero che l’ignoranza accende il megafono del razzismo è giusto e doveroso anche raccontare chi nei confronti di quella donna e della sua piccola ha dimostrato attenzione e affetto incondizionato.
A partire da una persona che ha raccolto per strada la donna disperata che stringeva al petto la figlia e con la sua auto a tutta velocità l’ha accompagnata al pronto soccorso, ai carabinieri che l’hanno scortata tra il traffico, agli infermieri e i medici che si sono prodigati nel tentativo di salvare quella giovane vita e, infine, al primario del pronto soccorso che ha cercato nel possibile, e con grande senso di umanità, di lenire il dolore della donna dopo il terribile annuncio.
Alcuni pazienti presenti in sala d’attesa hanno insultato quel dolore ma molti dei presenti si sono commossi nel comprendere quello che stava accadendo. Alla fine è come se il cuore fosse più leggero, esiste una società civile che ci piace e ci rappresenta, che è solidale e capace di tendere una mano. È questo che ho potuto verificare recandomi sul posto e incontrando sia le forze dell’ordine che il personale medico.
Resta una valutazione necessaria: la crescente intolleranza verso il diverso è scatenata direttamente da campagna d‘odio politica e chi ne è l’autore è direttamente responsabile del razzismo e dell’odio che si respira nel nostro Paese. Ci sono però gli anticorpi all’odio, e la società sondriese lo ha dimostrato: esiste una società sana capace di non entrare nella piega discriminatoria dell’intolleranza e che fa sperare che possa solo continuare a contagiare le nuove generazioni. La politica ha il compito di seminare fratellanza, raccogliere giustizia e coltivare la capacità di agire contro odio, razzismo e intolleranza”.