Gregorio Mammì, consigliere regionale M5S Lombardia -"La possibilità, prevista per legge, di svolgere da parte dei medici pubblici attività privata nelle strutture pubbliche (cd. Intramoenia) in regime di libera professione va riformata a rimodulata a fronte della sospensione delle attività ambulatoriali avvenuta durante l’emergenza Covid.19. Regione Lombardia non ha ancora reso pubblica l’eventuale strategia per la riduzione delle liste d’attesa e per il recupero delle attività ordinarie che hanno subito mesi di sospensione e al contempo prevede la possibilità per i medici di fare intramoenia spingendo, di fatto, i cittadini a pagarsi le prestazioni, se possono. L’intramoenia è stata pensata per poter dare una possibilità al cittadino, non per soddisfare le esigenze che non si riescono a soddisfare con il servizio pubblico".
"L’enorme divario tra tempi di attesa delle prestazioni a pagamento e quello con ticket era già un problema prima della pandemia, adesso è inaccettabile che venga perseguita la stessa strada. Questo è un aspetto su cui è necessario fare chiarezza: molto spesso l’intramoenia è stato proposto dai professionisti come 'salta fila', infatti, sempre più cittadini lamentavano il fatto che per aver 'diritto' ad un intervento o a prestazioni specialistiche avrebbero dovuto fare la visita privata con il medico di riferimento. Questa pratica oltre ad essere eticamente vergognosa è illecita è entrata ormai nelle 'consuetudini' sanitarie di Regione Lombardia. Senza alcuna vigilanza da parte di Regione e della Direzione Welfare, si alimentano situazioni in cui chi ha la possibilità paga l’obolo della visita privata per saltare le code ed avere diritto prioritario ad un intervento o ad altre prestazioni, cosa che già era inaccettabile nell’ordinario ma che a fronte della sospensione delle attività ambulatoriali, diventa un problema ancora più grande che deve essere gestito con una strategia chiara e trasparente"
"Regione Lombardia ha tutti gli strumenti utili e le strutture necessarie per gestire al meglio il post-emergenza, è necessario però avere innanzitutto la volontà di far funzionare i servizi pubblici ed una strategia chiara e trasparente. In questa fase la priorità deve essere il recupero delle prestazioni ambulatoriali che sono state rimandate per i mesi dell’emergenza e più che permettere ai medici di offrire prestazioni private, utilizzando le strutture pubbliche, andrebbero previste aperture straordinarie degli ambulatori, un piano di assunzioni e un monitoraggio delle liste d’attesa. Ovviamente le strutture private hanno già una risposta pronta, hanno già organizzato percorsi covid e non-covid, prolungato l’orario degli ambulatori e previsto modalità di gestione delle prenotazioni e dei pagamenti con piattaforme online. E' una guerra impari e l’assessore Gallera dovrebbe proporre un piano shock per la sanità pubblica, invece, l’unico shock lo hanno i cittadini che provano a prenotare le prestazioni sanitarie, spesso dirottati verso gli efficienti privati. Chissà se nei prossimi mesi dovremo contare le vittime da post Corona-virus", conclude il pentastellato Mammì