Oltre 60 organizzazioni, oltre 100 volontari mobilitati per garantire il il distanziamento personale. Lavoratori della sanità, ex-pazienti e familiari, intellettuali, artisti, insieme per una vera svolta nelle politiche sanitarie della Regione Lombardia, per la revisione della legge Maroni, per mandare a casa chi non ha saputo gestire la pandemia. Cresce la mobilitazione intorno all’iniziativa organizzata da Arci Milano, ACLI Milanesi, AiutArci a Milano, Arci Lombardia, Casa Comune, Cittadini reattivi, iCoinvolti, I sentinelli di Milano, Medicina Democratica e Milano 2030.
Sono oltre 60 le organizzazioni aderenti, tra cui la Casa della Carità di Don Colmegna, Non Uno di Meno, Legambiente, Mediterranea, i Giovani Democratici, le Sardine di Brescia, Como e Salò, CNCA Lombardia, il Forum per il diritto alla salute, Costituzione Beni comuni e tante altre (qui l’elenco completo in aggiornamento).
E poi Claudio Bisio, Cecilia Sarti Strada, Giulio Cavalli, Alessandro Robecchi, Lella Costa, Francesco Laforgia, Susanna Camusso, Pierfrancesco Majorino, tanti sindaci e consiglieri comunali di Milano, della provincia e della Lombardia, tutta la segreteria della Camera del Lavoro di Milano e quella della CGIL regionale, la segretaria della Fiom (qui l’elenco completo in aggiornamento).
Dal cuore della città per andare al cuore del problema: in piazza con i nostri cartelli e rispettando il distanziamento personale perché la Lombardia nella gestione della pandemia è stata un disastro totale.
La metà delle persone morte a causa del Covid-19 in Italia vivevano in Lombardia.
Sprechi di denaro enormi, nessuna assistenza territoriale, giornate di attesa al telefono e settimane o mesi per avere un tampone o un sierologico a meno di pagare: la gestione della pandemia in Lombardia è stata un disastro.
Abbiamo pagato sulla nostra pelle e su quella delle persone a noi care, decenni di scelte scellerate che hanno privilegiato l'ospedalizzazione e la centralizzazione delle strutture sanitarie, che hanno smantellato i servizi socio-assistenziali e ridotto la salute delle persone a merce.
Le scelte fatte in questi mesi sono state devastanti e hanno dimostrato l'insipienza di chi avrebbe dovuto proteggere la nostra regione dalla pandemia.
Per questo chiediamo al governo di intervenire, commissariando la sanità lombarda, e alla vigilia della scadenza della cosiddetta sperimentazione Maroni - la legge regionale n. 23 del 2015 che ha costruito di fatto il sistema che si è dimostrato fallimentare anche e soprattutto durante la pandemia – ne chiediamo la completa revisione.
Vogliamo una vera svolta.
Chiediamo di realizzare quello che non è accaduto in tutti questi anni: il radicale potenziamento del welfare e del Servizio Sanitario Nazionale, a partire da una svolta nel riconoscimento professionale del personale sanitario, medico, infermieristico, lavoratrici e lavoratori e dal sostegno alle e agli specializzandi.
Abbiamo diritto a un sistema di salute che ci protegga.