Orsenigo Angelo (PD) - Regione deve predisporre urgentemente un piano di recupero delle prestazioni sanitarie sospese durante l’emergenza Covid-19 e che stanno creando dei pesantissimi disagi per i pazienti lombardi. L’enorme carico di visite e analisi non svolte, infatti, ha determinato per molti di rimanere intrappolati in liste d’attesa chilometriche. La situazione sta già spingendo molti a rivolgersi alla sanità privata che ha tempi certamente più rapidi ma costi che non tutti, specie tra le fasce più deboli, possono sostenere. Proprio per far fronte a questo grave problema ho richiesto a Regione Lombardia, con un ordine del giorno al bilancio in discussione in consiglio regionale nei prossimi giorni, che queste prestazioni vengano recuperate in maniera straordinaria entro la fine di novembre, prolungando l’attività sanitaria anche al sabato e la domenica e, soprattutto, arruolando più personale medico e infermieristico. Dopo l’emergenza Coronavirus, Regione Lombardia non può abbandonare milioni di lombardi che hanno bisogno di una visita chirurgica, un controllo oncologico o una semplice analisi di laboratorio.
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Serve un piano straordinario per milioni di prestazioni sanitarie non erogate durante il Covid-19: regione intervenga per una sanità che sia per tutti i lombardi
I dati parlano da soli e restituiscono un quadro critico. A causa del congelamento delle prestazioni decise l’8 marzo scorso e le regole anti-Covid predisposte il 7 maggio, il CREMS Lombardia (Centro di Ricerca in Economia e Management in Sanità dell’Università Cattaneo) ha stimato che mancano all’appello 18 milioni di prestazioni, ossia una su tre. Tra le numerose tipologie di prestazione, mancano 2,2 milioni di esami diagnostici, 7,8 milioni di analisi di laboratori, oltre un milione di prestazioni cardiologiche, 549 mila visite chirurgiche, 647 mila dermatologiche, 519.500 visite ortopediche, 161 mila controlli oncologici.
Sono numeri straordinari che richiedono un intervento straordinario: il sovraccarico non si deve abbatta sui cittadini. Non intervenire con un piano speciale che potenzi le possibilità del sistema sanitario regionale per evadere le prestazioni sanitarie arretrate e, peggio, aspettarsi che il sistema sanitario privato possa assorbire la domanda è esattamente l’errore che ha portato all'indebolimento della nostra sanità, fatalmente travolta dal Covid-19. Per mancanza d’azione, il pubblico rischia di rimanere senza risorse per svolgere la propria attività mentre il privato si arricchisce.
Proprio per questo Regione e la maggioranza del consiglio devono esprimersi a favore di questa proposta: Regione Lombardia pensi alle fasce più deboli della popolazione che non possono permettersi una prestazione privata e investa nel potenziamento degli organici. Solo così si può compiere un primo passo per una sanità migliore e per tutti.