Da qualche giorno, infatti, il centro di via Corelli - già sede di iniziative di accoglienza - è stato allestito come CPR, cioè come luogo di detenzione amministrativa (al di fuori del controllo della magistratura e per periodi fino a 6 mesi) per i migranti cosiddetti "irregolari", ovvero per persone che vengono private della libertà anche se non hanno commesso alcun reato, bensì non hanno ottemperato ad alcune prescrizioni burocratiche. Da giorni a Milano si susseguono le manifestazioni contro questa gravissima decisione; hanno manifestato, proprio davanti a Palazzo Marino, sede dell'amministrazione municipale milanese, anche molti consiglieri comunali (insieme anche a parlamentari europei), invocando che il governo metta rapidamente fine a questa situazione di totale ingiustizia, cancellando i cosiddetti "decreti sicurezza" voluti dal precedente ministro Salvini.
Le manifestazioni milanesi sono state rivolte ad affermare che Milano è una città "giusta" e "aperta" che non può sopportare un simile oltraggio.
Il CPR di via Corelli coinvolge direttamente anche Como poiché si configura come struttura regionale. Anche noi abbiamo il dovere di protestare contro tale ingiustizia e di chiedere la chiusura immediata di simili centri di detenzione in Italia.
Durante la marcia di sabato, ci sarà spazio per un approfondimento di questi temi, grazie all'intervento dell'avvocato Giovanni Motta (specializzato in diritti delle persone migranti, membro della Rete No CPR come rappresentante dell'Associazione AccoglierSI).
Anche per questa ragione è importante partecipare alla 32a Marcia di Como senza frontiere.
Ricordiamo che l'iniziativa si svolge con tutte le cautele sanitarie previste per l'epidemia covid-19.
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Como senza frontiere
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