Rifondazione Comunista aderisce al Presidio Nazionale di Sabato 27 novembre che avrà luogo davanti al Pio Albergo Trivulzio dalle ore 14:30 alle ore 16:30 indetto da una serie di associazioni di famigliari di vittime di Covid, di famiglie che hanno perso i loro parenti mentre erano ricoverati nelle RSA ed altre associazioni che si battono per i diritti umani e per i diritti delle persone anziane malate e non autosufficienti.
Una convergenza unitaria fra tanti soggetti che supera particolarismo e frammentazione e fa assumere un grande respiro a questa lotta.
Il primo motore è la giusta indignazione per l’archiviazione del processo sulla strage di anziani avvenuta nella prima fase della epidemia di Covid nelle Rsa, in particolare il Lombardia a partire dal Trivulzio.
Una tragedia nella tragedia che ha segnato nel dolore, nell’abbandono e nella solitudine la morte di una generazione di uomini e di donne che si era affidata alle strutture residenziali per anziani per mettere in sicurezza e in mani adeguate il proprio benessere e la propria salute e ha trovato indifferenza, impreparazione e irresponsabilità da parte delle istituzioni, da quelle della singola RSA, alla Regione, al Governo.
L’archiviazione offende la memoria e la dignità delle vittime ed è anche un’operazione che nega l’evidenza perché afferma la assoluta inesistenza di un rapporto causa effetto fra numero di decessi e decisioni errate, tardive, incomplete dei vari soggetti preposti al governo delle strutture e alla loro vigilanza
Durante la prima ondata di Covid 19 l’8,5% degli anziani in RSA è deceduto a causa del virus SARS-CoV-2, con una marcata differenza nei tassi di mortalità tra le diverse regioni (Toscana 6,3%, Lombardia 12,9%, Calabria 3,2%).
Confrontando questo dato con i tassi della popolazione anziana nazionale (età media 77 anni), emerge che la mortalità in RSA è stata molto più elevata rispetto alla popolazione anziana nazionale. Il rapporto più alto è stato riscontrato in Lombardia (3 volte di più, ovvero in percentuale il 300%).
Le criticità delle RSA in cui è stato riscontrato un focolaio rispetto a quelle senza sono state: la mancanza di personale, la difficoltà nel trasferimento dei residenti in ospedale o in altra struttura o nell’isolamento, la mancanza di DPI, di farmaci, l’impossibilità di eseguire i tamponi. Anche se fortunatamente ora la fase è diversa il personale è ancora inadeguato e i parenti hanno ancora l’entrata contingentata.
I comitati dei parenti delle vittime non solo si sono costituiti parte civile denunciando vari livelli di responsabilità e cercando verità (e certamente non si fermeranno), ma hanno fatto un passo in più di civiltà perché hanno indagato anche le cause remote dei loro lutti, non solo le responsabilità penali, ma quelle politiche e sociali: hanno analizzato il sistema sanitario nel suo complesso in particolare quello lombardo, che vantava una immeritata eccellenza e si è schiantato sul Covid dalla prima alla quarta ondata ed hanno sottoposto a critica durissima il modello prevalente di cura degli anziani pretendendo per il futuro un sistema diverso.
Il sistema organizzato con la centralità dell’ospedale e il ruolo passivo delle RSA è inadeguato, ma le stesse RSA vanno ripensate nell’ottica di una organizzazione che garantisca agli anziani non autosufficienti reddito e assistenza domiciliare integrata per mantenerli il più possibile nel contesto dove sono vissuti, in modo da non spezzare la relazione con i famigliari, che è per loro vitale.
È un totale capovolgimento dell’esistente, ci fa bene progettarlo insieme e insieme chiedere giustizia dignità e un livello più alto delle relazioni umane e civili che coinvolgono gli anziani.
Come Partito saremo al Presidio, lavoreremo perché sia partecipato e importante punto di partenza per le prossime lotte.
Fabrizio Baggi, segretario regionale Lombardia
Giovanna Capelli, responsabile regionale sanità Lombardia
Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea