Degli Angeli (M5S): “L’obiettivo era quello di incentivare il più ampio ricorso allo smart working e, al contempo, promuovere una campagna di informazione rivolta ai cittadini lombardi. Purtroppo, con 41 voti contrari, la mozione è stata respinta. Quello che ritengo sia stato uno strumento fondamentale, capace di migliorare la qualità di vita dei cittadini oltre che la qualità produttiva, rischia di finire nel dimenticatoio a causa della miopia del centrodestra lombardo, che ragiona per stereotipi e guarda sempre
al passato. Il timore è quello di un inutile passo indietro. Dal momento che purtroppo anche il centrodestra lombardo è allineato alle politiche retrograde del ministro Brunetta”.
Aggiunge Degli Angeli: “I dati parlano chiaro. Lo smart working, oltre ad aver contrastato l’emergenza epidemiologica, ha determinato una serie di benefici quali, in primo luogo, una maggior sostenibilità ambientale vista la diminuzione degli spostamenti e, soprattutto, ha fornito a migliaia di lavoratori un più sano equilibrio lavoro-vita privata. Numeri alla mano, la scelta di proseguire con lo smart working, per molte realtà, è motivata dai benefici riscontrati dai lavoratori e dalle aziende stesse. L’equilibrio fra lavoro e vita privata è infatti migliorato per la maggior parte dei soggetti: ossia per l’89% delle grandi imprese. per il 55% delle PMI (che in Italia sono per lo più aziende artigiane in cui la prassi del lavoro agile è più difficilmente applicabile ndr) e per l’82% delle Pubbliche Amministrazioni".
Conclude Degli Angeli: “Mi spiace che il Consiglio regionale, forse troppo abituato a guardare verso vecchi meccanismi del passato anziché guardare avanti, non abbia compreso come lo smart working non sia più assimilabile ad una misura emergenziale, ma sia piuttosto uno strumento di modernizzazione che spinge verso un ripensamento radicale dei processi lavorativi. Quanto dichiarato in Aula dai Consiglieri di maggioranza è la dimostrazione plastica, che esista ancora una parte politica ancorata a ideologie superate e non in linea con le opportunità offerte dalla tecnologia. Purtroppo, questi partiti fermi al medioevo ostacolano lo sviluppo di nuovi modelli lavorativi, più vicini alle esigenze del lavoratore e al contempo più performanti per la pubblica amministrazione e per il privato".
Alcuni dati: Nel corso del 2020 e 2021, i settori più coinvolti nell'esercizio dello smart working sono stati i servizi di informazione e di comunicazione che sono passati da un 5,0% ad un 48,8%. Seguono le attività professionali, scientifiche e tecniche che da un 4,1% sono passate ad un 36,7%. Infine c’è il settore della fornitura, che da un 3,3% è passato a un 29,6% (dati Istat). La fine del 2021 e l’inizio del 2022, invece, sembra registrare una regressione: con l’avanzamento della campagna vaccinale, infatti, è progressivamente diminuito il numero degli smart worker, passati dai 5,37 milioni del primo trimestre dell’anno ai 4,07 milioni nel terzo trimestre.
Milano, 19 Gennaio 2022
Ufficio stampa MoVimento 5 Stelle Lombardia - www.lombardia5stelle.it