“Non solo è una colpa essere un russo vivo, ma è una colpa essere un russo morto” così commenta il fatto Paolo Nori che, menomale, ha visto reintegrare il suo corso su Dostoevskij che comincerà da mercoledì 9 febbraio. Quello che sta succedendo in Italia in questi giorni è una risposta ridicola è irrazionale di “sostegno” al popolo ucraino che non fa distinguo tra legittimi atti di contrarietà all’aggressione russa dell’Ucraina (per possono esempio la chiusura degli spazi aerei) e la cancellazione e
negazione di qualsiasi cosa riguardi la Russia, anche se non legata alla guerra.
Già Sala qualche giorno fa escludeva Gergiev dal podio de La Scala per le sue simpatie a Putin, posizioni non condivise da noi, ma che sono libere e vengono perseguitate solo perché il Sindaco di Milano deve fare lo splendido di fronte ai media; lo stesso sindaco che andò alla commemorazione per Sergio Ramelli dimostrando che il suo è antifascismo di convenienza.
Ieri l’altro è poi finito nel mirino il pallavolista italo-russo Ivan Zaytsev che per la sua origine è stato dichiarato “responsabile”, lui e tutto il popolo russo, da una giornalista ucraina.
E poi ieri il fatto della Bicocca, con la rabbia dello scrittore, le dure critiche all’Ateneo di intellettuali e giornalisti e infine la corsa ai ripari di stamattina nella l’università dichiara che il corso di Paolo Nori si svolgerà regolarmente nei giorni già previsti e sui contenuti già concordati.
Nessun passo indietro, nessuna ammissione di responsabilità e di colpe, nessuna scusa.
Non vengono fatte scuse pubbliche allo scrittore che, per la sola colpa di parlare di un pensatore russo del passato, ha visto inizialmente rimandarsi il corso su volontà del Pro-Rettore alla didattica, in accordo con la Rettrice e non vengono nemmeno ammesse le colpe di chi ha compiuto tale scelta; si preferisce fare finta che nulla sia mai successo.
Come Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea Lombardia ci schieriamo contro ogni guerra e contro qualsiasi ente e istituzioni che favorisca la guerra al dialogo, tanto da una parte quanto dall’altra e lotteremo contro il dilagarsi della russofobia che, esattamente come la sinofobia di inizio pandemia, è un modo per individuare un facile capro espiatorio in un periodo di difficoltà e paure.
Nell’Idiota Dostoevskij diceva “la bellezza salverà il mondo“ riferendosi alla bellezza della bontà; noi così stiamo dando spazio ad una vera e propria repressione culturale, all’irrazionalità, alla barbarie e all’odio, e non sarà con queste che si salverà il mondo.
Fabrizio Baggi, segretario regionale
Vittorio Savini, responsabile scuola, università e ricerca
Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea – Lombardia
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Ufficio stampa
Partito della Rifondazione Comunista Lombardia