Il 3 Gennaio 2015 è stato pubblicato lo studio commissionato dalla Provincia di Como, previsto da un decreto regionale che già avanzava perplessità sulla attuazione del progetto di nuova strada lungo la valle del Seveso, inserita nell’accordo di programma per la realizzazione dell’Ospedale Sant’Anna.
Riteniamo che le conclusioni dello studio, che prende in considerazione tre diverse opzioni, possano così essere riassunte:
- l'opzione zero, vale a dire, nessun nuovo tracciato stradale, eventualmente integrato con interventi migliorativi della situazione esistente e con le misure di mitigazione e controllo della velocità su via Ravona e via Fittavolo, “è senz’altro l’alternativa più sostenibile dal punto di vista della componente ambientale”.
- L’ipotesi di tracciato 2, una soluzione minimale di collegamento diretto tra San Fermo e l’Ospedale, è completamente da scartare in quanto, indipendentemente dagli aspetti ambientali, “non soddisfa gli obiettivi dell'accordo di programma”.
- Anche l'ipotesi di tracciato 1, progetto predisposto e sponsorizzato dalla Amministrazione Comunale di San Fermo, che prevede anche un collegamento intermedio tra la nuova strada e Via Ravona (strada completamente ridisegnata che collega già sia San Fermo che Cavallasca all’Ospedale), deve essere scartata. Infatti, risolve solo parzialmente gli obiettivi dell'accordo di programma, per contro “crea una serie di problematiche dal punto di vista ambientale che non possono essere del tutto risolte nemmeno con gli interventi di mitigazione proposti”.
Tra i tanti effetti negativi evidenziati per il tracciato 1, oltre al dissesto ambientale ed idrogeologico, lo studio sottolinea che è controproducente anche dal punto di vista viabilistico perché provoca il peggioramento della viabilità nel punto attualmente più critico, vale a dire il tratto tra l’ospedale, via Tre Camini e l’immissione sulla Statale Varesina.
Dallo studio si rilevano invece aspetti poco conosciuti che fanno propendere non solo per la salvaguardia della zona ma per una sua maggiore valorizzazione ad esempio come collegamento tra il parco Spina Verde e il Parco Sorgenti del Lura.
Se malauguratamente, a dispetto delle evidenze, ci si ostinasse a proseguire nella realizzazione del progetto noi ipotizziamo che i numerosi interventi di mitigazione proposti, anche se non risolutivi, contribuirebbero a far lievitare i costi già spropositati: più di 4 milioni di Euro per meno di un chilometro di strada!
Il 4 marzo è scaduto il termine per la presentazione di osservazioni allo studio; si spera che la Regione prenda una decisione conseguente alle sue conclusioni mettendo una volta per tutte la parola fine su questo progetto che in passato in molti avevano giustamente già giudicato inutile, costoso e pericoloso.
Enzo Tiso Comitato per la salvaguardia della valle del Seveso e della Val Grande
Sabrina Butti San Fermo Democratica