A proposito della dichiarazione del Sindaco del Comune di Brenna, Paolo Vismara pubblicata in un articolo apparso alcuni giorni fa su un quotidiano, in cui il primo cittadino esprime un parere positivo sulla possibilità di annettere le aree del Vallone - Roggia Vecchia al PLIS Zoc del Peric, come associazioni e gruppi ambientalisti ci sentiamo in dovere di esprimere il nostro parere. Non esistono ragioni ecologiche plausibili per la riduzione delle aree protette. Esistono invece logiche di convenienza politico amministrativa per sostenere il contrario. Cosi come esistono condizioni morfologiche, geografiche o idrogeologiche che fanno appartenere un’area ad un determinato sistema ambientale. L’intera fascia verde boschiva, di prati e di valloni ricadente nel comune di Brenna ha tutte le caratteristiche dell’area denominata Brughiera ed è parte di essa. E’ per questa semplice e scontata motivazione che merita di essere unita a quei territori a verde che sono stati compresi nel Parco Regionale delle Groane e della Brughiera Briantea nel dicembre 2017.
Sono queste le ragioni per cui consideriamo sbagliata la proposta di accorpare il vallone della Roggia Vecchia di Brenna ad un’altra area limitrofa, quella del PLIS del Zoc del Peric che ha, con ogni evidenza, caratteristiche ecosistemiche differenti.
Oltretutto, si tratterebbe di una riduzione delle aree verdi protette rispetto alla superficie che prima era destinata a parco, quando ancora il comune di Brenna aderiva al PLIS Brughiera.
Chiediamo che questa volontà di tutelare il territorio, così chiaramente espressa, trovi adeguata e corretta soluzione con l'adesione e l’inserimento di tutte le aree verdi e libere di Brenna nel Parco Regionale.
L’aggregazione parziale di una porzione di territorio a un PLIS creerebbe quella frammentazione che offre l’occasione di nuova edificazione e limita la già difficoltosa sopravvivenza delle biodiversità.
L’inserimento sotto tutela regionale di tutte le aree di Brughiera consentirà comunque anche la connessione del PLIS Zoc del Peric al sistema più ampio dei Parchi Regionali circostanti.
La continua compromissione a causa dell'introduzione di nuove aree di espansione e di nuove strutture viabilistiche concorrono alla disintegrazione degli habitat rimasti.
Un problema che va ben al di la della semplice copertura di suolo. Esperti hanno analizzato la 'salute' di questi territori considerando la presenza di anfibi, uccelli e mammiferi che, localizzati con specifici sistemi di rilevamento, hanno confermato la necessità di mantenere la continuità di tali aree, unica possibilità per evitare che questo territorio si impoverisca ulteriormente.
La vecchia L.R. 83/86 considerava l'importanza ambientale di quest’area definendola come sistema “unitario per la continuità del bacino idrografico del Seveso - anche in virtù della regimazione e il controllo delle acque - la continuità delle aree boscate e le caratteristiche geomorfologiche e ambientali delle aree in esso ricomprese...” Se invece la scelta è quella di stralciare e separare alcune aree da sottoporre a tutela non possiamo che considerarla riduttiva.
Ed è importante anche il riconoscimento di Regione Lombardia della valenza ambientale di questi territori attraverso l'attribuzione di RER di 1° livello, cerniera fondamentale per l’omogeneità ecosistemica e per la permanenza della biodiversità in una fascia che connette l'area pedemontana alla pianura. Diviene assolutamente necessaria un’attenzione diversa, una sensibilità differente che punti a garantire concretamente la permanenza delle risorse e una capacità di programmazione che ponga come elemento centrale dell'azione la necessità effettiva e la sua concreta sostenibilità.
Non si tratta più quindi di guardare all'interno dei propri confini... il territorio e l'ambiente devono essere considerati nelle sue differenti articolazioni e fragili equilibri se vogliamo garantire qualità della vita ma soprattutto permanenza degli ecosistemi, garanzia della complessità ecologica nonché fondamento dei valori del paesaggio. In un momento di grave crisi ambientale come quella che stiamo vivendo con le sue devastanti conseguenze, è nostra responsabilità salvaguardare ogni metro quadrato di suolo. Il suolo è risorsa unica e irripetibile per le funzioni ecologiche: escludere arbitrariamente alcune parti significa non averne compreso questi valori e presta il fianco alla logica che sottende ogni abuso e che ne giustifica il consumo a suon di lottizzazioni piccole e grandi e opere stradali di ogni sorta.
La strada migliore per la tutela dell’ambiente naturale e degli spazi verdi di Brenna, così come degli altri comuni facenti parte dell’ecosistema Brughiera, deve inevitabilmente essere quella dell’aggregazione al Parco Regionale delle Groane e della Brughiera.
E’ con queste motivazioni che chiediamo al sindaco Vismara di abbandonare l’ipotesi di accorpamento del Vallone al PLIS Zoc del Peric e di riconfermare invece gli impegni che aveva assunto pubblicamente nel marzo 2018 dichiarando di voler tutelare tutte le aree che facevano parte del PLIS Brughiera accorpandole ad un Parco Regionale.
I gruppi firmatari:
Amici della Brughiera – Mariano
Associazione Orrido di Inverigo
Associazione Volontari Le Contrade - Inverigo
Cantù verde, Brughiera e dintorni - Cantù
Comitato Parco Regionale Groane-Brughiera
Comitato per l'ampliamento del Parco Brianza Centrale
Comitato Sentiero Pedemonte
Circolo Legambiente di Cantù - Green Station
Fridays for Future - Como
Gruppo Naturalistico della Brianza - Canzo
Il Gambero - Capiago Intimiano
L’Ontano - Montorfano
Sinistra e Ambiente - Meda
WWF Insubria - Groane e Como