Siamo concordi con il governo per una proroga di 1000 anni del blocco del nucleare in Italia. Nell’assemblea del 20 aprile il Comitato comasco vota Sì per fermare il nucleare ha deciso di intensificare l’azione di informazione sulla tornata referendaria e di contrastare le iniziative del governo per impedire alla popolazione di esprimere il rifiuto della scelta nucleare prima improvvisamente voluta dal governo e oggi pericolosamente sospesa sul futuro di tutti. Il testo del documento del Coordinatore del Comitato Paolo Di Adamo.
Non sono uno scienziato, non sono un ricercatore, non sono un politico, Sono solo una persona, come tanti in questo mondo, di buon senso.
Questo buon senso, semplice nei suoi ragionamenti e lineare nei comportamenti che induce la persona che li coltiva nella sua mente e nel suo cuore a rispettare se stesso e coloro che condividono la stessa esperienza umana su questa terra, ci ha portato a riflettere e capire che il nucleare, per come lo conosciamo ora è un male imprevedibile, invisibile e distruttivo.
Pensavamo, con il referendum dell’87 sul nucleare, di aver allontanato per sempre la folle idea di mantenere e costruire nuove centrali nucleari in Italia. Impauriti dal disastro di Cernobyl, che ancora oggi produce malattie e morte, per ciò che è fuoriuscito e per quello che ancora fuoriesce dal “sarcofago” rotto e disorientati per la gravità di quanto recentemente accaduto a Fukoschima, abbiamo visto, così di “punto in bianco” concretizzarsi una legge che ci riporta indietro e cancella, senza alcun ritegno, dignità e rispetto dei cittadini e di un popolo, una scelta votata dall’80% degli italiani.
Ancora una volta i cittadini hanno sentito il dovere di (ri)chiedersi e rispondere a quel quesito che li aveva riuniti in un unanime: no al nucleare.
La raccolta per le firme per il referendum, la costituzione di comitati,la vita di relazione e informazione sul tema nucleare ( salute, rischio, economia…), gli incontri, i seminari di studio e tutto l’impegno in termini di tempo e sacrifici per sollecitare i nostri concittadini a recarsi alle urne per esprimere con il voto la propria partecipazione alla vita sociale e politica di questo Paese, ha determinato, come statisticamente provato, una forte percentuale di persone pronte per il 12 e 13 giugno a compiere il loro dovere di cittadini italiani.
L’atto unilaterale di poter installare Centrali nucleari in Italia per produrre energia elettrica, è seguito da un altro atto unilaterale ( emendamento al decreto legge Omnibus) di sospendere ed abrogare temporaneamente gli articoli di legge che le prevedono mettendo in dubbio lo svolgimento del previsto referendum sul nucleare.
Tutti sappiamo che quello definito dal ministro Romani come un “atto di riflessione”, altro non è che un “atto di codardia” e di violenza, per “paura” di quei cittadini che con il loro voto “Sì” avrebbero bollato di incapacità questo governo.
Ed ancora, che con quel “al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche mediante il supporto dell’Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare,…”, che per altro si vuole avallata dall’Unione Europea, è un’altra “sacrosanta balla”, perché sino a qualche settimana fa, la sicurezza delle Centrali nucleari veniva sbandierata dai vari addetti ai lavori ministeriali e esperti nuclearisti come elemento fondante per realizzare le centrali in Italia.
Questa azione di Governo, oltre ad essere irresponsabile ( quando si fa una scelta, questa deve essere ponderata e responsabile e, nel rigor della logica, la si sostiene fino in fondo o, se ci si accorge che ci sono degli errori, allora , onorevolmente, si ammette lo sbaglio e umilmente si torna indietro), è un atto vile nei confronti di tutti gli italiani, perché tenta di privarli di quella partecipazione attiva e democratica insita nell’istituto referendario.
Questa” mossa” del decreto, cerca di mettere sul piano prettamente politico (partitico) la questione che nella realtà è di carattere etico, sociale e di vitale importanza per il benessere presente e futuro di tutti noi.
La partita aperta dal Governo con questa mossa, prevedibile perché l’opinione pubblica dimostrava un sostanziale dissenso verso il nucleare, vuole, a mio modesto avviso, ricondurre il gioco nel campo meramente politico-partitico, aprire uno scontro tra le componenti partitiche, per porre allo scoperto la volontà di scelta dei “contendenti”, così da riallineare le fila sulla ideologia di appartenenza e non sulla trasversalità che si impone per l’importanza della scelta che tocca ogni singolo individuo presente(votante) e futuro.
Mi auguro che i Comitati del “Sì”, le Associazioni e non ultimo i partiti non cadano nel tranello della disputa, non aprano un tavolo di discussione, ma continuino con coerenza nel loro impegno di informazione ai cittadini e manifestino la loro volontà di scelta di decidere sul futuro di questo Paese.
Questo decreto Omnibus è sufficiente a scardinare il referendum del 12 e 13 giugno sul nucleare? La questione è ora di competenza della Corte di Cassazione, organo dello Stato che noi cittadini rispettiamo.
In questo particolare momento possiamo e vogliamo portare in piazza le nostre idee e coinvolgere quante più persone a divenire attori partecipi del loro destino.
A tutti è evidente che abolire il referendum sul nucleare è indebolire la forza dei due Sì per l’acqua e probabilmente scavalcare il quarto quesito ( legittimo impedimento), per questo dobbiamo stringere i ranghi per far sì che il referendum, comunque, raggiunga il Quorum.
Pensiamo ad una Petizione popolare per una legge che metta al bando nel nostro paese le centrali nucleari.
Il movimento Antinucleare si è messo in moto, non si può più fermare, ha energia sufficiente per reagire e con il motto “il nucleare si deve abolire, non si può solo rimandare”, “contaminare” ogni singolo individuo.
Gli strumenti e le tecnologie per sopperire alle necessità energetiche del nostro Paese già ci sono, manca un concreto piano energetico che deve contemplare in primo luogo il Risparmio energetico, la trasformazione da Generazione concentrata in Generazione distribuita… e non ultimo lo sviluppo delle Fonti rinnovabili.
Abbiamo sentito il ministro Tremonti annunciare in questi giorni ad un impegno per le rinnovabili, volontà prontamente smentita nei fatti, visto che la bozza del nuovo piano di incentivazione ha scontentato tutti e, se così attuato, portare al declino di quelle tecnologie che ci possono avvicinare ad un futuro “più pulito”.
Con la certezza che ogni atto che compiamo,nel rispetto dell’ambiente e per la crescita e lo sviluppo di tutti e di ogni singolo cittadino del mondo, è il naturale scopo del nostro breve passaggio ed impegno che lasciamo ai nostri figli e pronipoti, oggi, chiamati direttamente ad esprimere sulla salute e sicurezza presente e futura della nostra esistenza continuiamo a gridare con forza il nostro: No alle centrali nucleari.
Ricordiamoci che il referendum del 12 e 13 giugno 2011 per votare Sì per fermare il nucleare, ieri,come oggi e, come ci auguriamo, come anche domani, è sempre in vigore, pertanto andiamo avanti con la massima convinzione e determinazione nel far sentire la nostra voce e la nostra presenza in tutti i nostri territori.
Il coordinatore Paolo Di Adamo
Comitato comasco vota Sì per fermare il nucleare
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