Anche a Como parte la sperimentazione dei licei da quattro anni: il MIUR ha autorizzato la formazione di classi di liceo quadriennale al Giovio, al Setificio ed al Gallio.tuvalu2
La scuola italiana, già duramente colpita dai tagli previsti dalle varie riforme, tra cui quelli del Ministro Gelmini, si troverà – se la sperimentazione darà risultati – a dover portare a termine la preparazione prima spalmata in cinque anni in quattro.
Questo significa, nella migliore delle ipotesi, un carico di lavoro molto più gravoso per docenti e studenti che dovranno “correre” per insegnare/apprendere quel che serve, senza tempo per approfondire, per discutere, per ottenere una conoscenza non nozionistica. Più probabilmente, vista la tendenza della scuola a ridurre progressivamente il suo ruolo di formazione di cittadini a vantaggio di una formazione al lavoro, si eseguiranno dei veri tagli al percorso svolto in classe mentre il resto sarà demandato al lavoro “privato” di ogni studente. Ciò significherebbe che gli studenti con maggiori disponibilità per avere lezioni private, o semplicemente con un contesto famigliare più stimolante, avranno ancor maggiori possibilità di riuscire a svantaggio degli altri.
Come Giovani Comunisti/e rivendichiamo per gli studenti e per i docenti il diritto a vivere la scuola non come una gara di corsa ma come un momento di formazione, in cui vi sia modo e tempo di
Apprendiamo con tristezza una drammatica notizia: questa mattina, a seguito di un incidente stradale, ha perso la vita Maria Lourdes Mendoza, per noi "Malù", una storica collaboratrice volontaria dell’ufficio stranieri della Cgil di Como, impegnata da anni nell’attività di volontariato a favore dei lavoratori stranieri e riferimento per la comunità filippina del comasco."Malù - scrive la segreteria della Cgil - è stata una presenza importante che non ha mai fatto venir meno il suo contributo alle iniziativa della Cgil, ultimamente aveva partecipato alla manifestazione nazionale del 2 dicembre a Torino".
Arrivata dalle Filippine in Italia nel 1979, si è trasferita tre anni dopo a Como, città dove ha vissuto e lavorato. Punto di riferimento per la comunità filippina, ha organizzato per anni la festa di Natale dalle Canossiane e ha scritto su una rivista dedicata ai suoi connazionali in Italia. Inoltre, oltre a essere stata mediatrice culturale, ha collaborato volontariamente con la Cgil per seguire richieste e bisogni degli stranieri. Il 7 luglio 2015 era riuscita finalmente a ottenere la cittadinanza italiana. "Per lei - spiega Ardjan Pacrami, responsabile Clas Cgil - era fondamentale spendersi per gli altri. Inoltre, riteneva fondamentale informare tutte le persone sui loro diritti, e ogni sua conoscenza in questo campo la condivideva con tutti"
L’ordinanza emanata dal Sindaco di Como Mario Landriscina, sostenuto da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, viola i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica e lede la dignità umana.
Pensare che, anziché combattere le cause della Povertà, il compito di un sindaco sia quello di nascondere l’esistenza dei poveri, vietando la permanenza nel centro cittadino a chi è in condizioni di disagio ed impedendo alle organizzazioni di volontariato di fornire supporto e assistenza, mediante la repressione, è un fatto gravissimo.
Dal famigerato “prima gli italiani” cavallo di battaglia della lega di Salvini si è passati al “prima i ricchi” perché evidentemente i poveri, anche se “italiani” disturbano gli acquisti natalizi.
Questa ordinanza antisociale arriva dopo una serie di provvedimenti che avevano l’obbiettivo di rendere sempre peggiori le condizioni di vita delle persone in condizioni di grave marginalità.
Sette anni fa gli enti hanno costituito un Coordinamento -di cui fa parte lo stesso Comune di Como- con la finalità di lavorare per migliorare la qualità della vita delle tante persone senza dimora della nostra città. Lo stile che fin da principio ha contraddistinto la nostra attività è stato quello di lavorare in una logica di rete e di condivisione nel rispetto delle diverse competenze e posizioni. L’ordinanza in oggetto, che va a colpire indistintamente e senza opportuno discernimento le persone con cui e per cui noi operiamo, è stata purtroppo emanata senza la minima condivisione (o preventiva comunicazione) da parte dell’Amministrazione Comunale. Lungi da noi voler dettare la linea a Sindaco e Giunta, siamo però rimasti colpiti dal metodo: nessun coinvolgimento in merito e nessuna volontà di ascolto/confronto preventivo con chi da anni opera, in collaborazione con l’Amministrazione, e con il coinvolgimento di tantissimi cittadini volontari, nell’ambito della grave marginalità. Un fulmine a cielo (quasi) sereno. Da qui la necessità di esprimerci attraverso questo comunicato, dopo aver comunque espresso personalmente alla Vicesindaco quanto qui riportato, come riteniamo corretto in una logica di rete.
Il Sindaco ha affermato di essere disponibile ad incontrarci. Noi ci siamo e continuiamo a credere in un dialogo costruttivo, distante da strumentalizzazioni politico-partitiche ma improntato alla ricerca di soluzioni condivise.
ELEZIONI REGIONALI IN LOMBARDIA: PATTA E CAPELLI (PRC/SE): «LA DEMOCRAZIA NON E’ DI CASA IN LOMBARDIA».
Antonello Patta (Segretario Regionale Prc/SE Lombardia e membro della Direzione Nazionale Prc/SE) e Giovanna Capelli (Direzione Nazionale Prc/SE) hanno dichiarato:
«Il presidente leghista e la sua maggioranza di destra si sono resi responsabili nella seduta del Consiglio Regionale di ieri di una gravissima ferita alla democrazia nella nostra regione. E’ rimasta inascoltata la richiesta di condizioni di parità tra forze politiche già presenti e non nel consiglio nella presentazione delle liste per le elezioni regionali.
Infatti non solo è rimasto inalterato il meccanismo che tutela e avvantaggia le forze che hanno gruppi costituiti nel Consiglio Regionale, ma è stato confermato il numero abnorme di firme richiesto per nuove formazioni che volessero concorrere nella competizione elettorale: un numero pari a quello da raccogliere per le elezioni politiche in tutto il territorio nazionale. Ad esempio In provincia di Sondrio, in Valtellina, è richiesto un numero di firme 15 volte superiore a quelle previste per il corrispondente collegio uninominale della Camera.
“Abbiamo scoperto che l’onorevole Molteni è sindaco di Como: sull’ordinanza contro i poveri dichiara ‘io vado avanti’, ‘nessun passo indietro’; e se invece il dottor Landriscina volesse correggere il tiro ed evitare guai peggiori alla città, additata ovunque come esempio di inutile spietatezza? Perché un conto è utilizzare le ordinanze che nelle intenzioni dei ministri Minniti e Orlando devono “prevenire situazioni che favoriscono l’insorgere di fenomeni criminosi o di illegalità” quali spaccio, sfruttamento della prostituzione e accattonaggio con minori e disabili; un altro è spingersi fino a vietare ai volontari e alla popolazione di dare da mangiare o da bere alle persone in povertà”. Lo dichiarano i deputati comaschi del Partito Democratico, Chiara Braga e Mauro Guerra in risposta ai commenti del collega leghista Nicola Molteni intervenuto a difesa dell’ordinanza anti accattonaggio approvata nei giorni scorsi dal sindaco di Como Mario Landriscina.
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