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Traffico rifiuti: il Comune di Como, la Provincia e la Regione siano parti civili al processo!
“Il Comune di Como, la Provincia e la Regione si costituiscano parte civile nel processo per i traffici illeciti di rifiuti!”. È questa la richiesta che il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” rivolge alle Istituzioni, a distanza di una settimana dall’ordinanza di custodia cautelare che ha portato all’arresto di 11 persone per l’inchiesta sui depositi abusivi di rifiuti, che hanno riguardato in particolare il capoluogo lariano.
Il Circolo ambientalista parla anche del rischio, che avrebbe corso la città di Como, di diventare scenario di un rogo di rifiuti. Destano infatti molta preoccupazione i dati che emergono dall’inchiesta, denominata “Il Feudo”, condotta dalla DDA di Milano. Tra questi elementi viene a galla un pesante rischio che ha sfiorato il capoluogo lariano: l’essere sede di uno dei (purtroppo tanti) incendi di rifiuti. I dati più allarmanti emergono dal sequestro (da parte della Polizia Locale di Como), avvenuto in data 14 marzo 2018, dell’impianto della SMR Ecologia in località La Guzza. Impianto che nell’ordinanza viene definito come “luogo di snodo primario del traffico di rifiuti”. I verbali parlano di un capannone “stracolmo” con “rifiuti stoccati quasi fino al soffitto” e di piazzali esterni altrettanto riempiti abusivamente di rifiuti, per un totale di 11-12 mila tonnellate! Ma l’altro fatto grave è che, dopo il sequestro del marzo dello scorso anno, i gestori dell’impianto de La Guzza hanno pensato ad un sistema altrettanto illecito per organizzare lo “svuotamento” dei rifiuti attraverso lo “smaltimento illecito” presso impianti in Lombardia e Calabria. Si parla ad esempio di 1.000 tonnellate inviate alla IPB di via Chiasserini a Milano, deposito dove si è avuto il pauroso rogo il 14 ottobre 2018. E poi l’invio presso altri “depositi/capannoni abbandonati della Brianza e della Calabria”. Come si vede un traffico illecito che aveva come fulcro proprio l’impianto sito alla Guzza.