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L’amministrazione comunale  ha compiuto un passo importante. La prima riunione del Tavolo del decoro sociale segna un salto di qualità, non solo lessicale. Dal decoro urbano si è passati al decoro sociale. "Ora - spiega Matteo Mandressi, segreteria Cgil Como -  non resta che trarre le giuste conseguenze, affrontando in termini sociali il problema dello stazionamento dei “senza tetto” sotto i portici di San Francesco. L’annunciata sanificazione dell’area viene coniugata, nelle parole degli assessori Locatelli e Galli, a un problema igienico sanitario. E’ quindi evidente che il comune di Como non può continuare a sostenere che quella sia una situazione normale. E’ tollerabile che un numero variabile di persone, tra venti e quaranta, non abbiano altra soluzione, nella civile Como, che passare le proprie notti all’ addiaccio sotto un portico? Siamo di nuovo a chiedere con forza, alla Giunta cittadina, di aprire un dormitorio pubblico che risponda definitivamente ad un’emergenza non più sostenibile".

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 Le organizzazioni sindacali Fai Cisl dei Laghi, Flai Cgil Como, Uila Uil del territorio di Como sostengono le posizioni espresse dalle segreterie Nazionali ed esprimono grande disappunto sulla reintroduzione di voucher in agricoltura, espresse dal ministro del Lavoro e in discussione all'interno del cosiddetto “Decreto Dignità” in Parlamento.
In un settore come l'agricoltura, con un contratto nazionale appena rinnovato, non riusciamo a capire come mai si debba aprire una discussione su aspetti che già le parti hanno superato.
Basterebbe applicare i contratti collettivi nazionali che, nel settore agricolo, prevedono il lavoro stagionale con la possibilità della chiamata giornaliera dell'operaio agricolo a tempo determinato (il cosiddetto avventizio), con applicazione della retribuzione prevista dal contratto nazionale e dal contratto provinciale di riferimento (per Como e Lecco valore orario lordo 10,1885euro).
Il contratto di lavoro si conclude consegnando semplicemente al lavoratore la comunicazione unica obbligatoria prevista dalla legge contenente alcune informazioni essenziali: i dati dell’azienda, del lavoratore, delle giornate previste e non garantite di lavoro. L'assunzione di lavoratori agricoli avventizi consente ai medesimi di attivare l'ammortizzatore sociale che dà il diritto all'indennità di disoccupazione agricola.
Nel settore agricolo a Como le aziende, essendo collocate in un’area Pedemontana considerata svantaggiata, hanno sgravi contributivi tra il 30% e il 70%.
In agricoltura la reintroduzione dei voucher sarebbe esclusivamente un ulteriore risparmio sul costo del lavoro per le imprese, ma per i lavoratori un notevole aumento della precarietà e sfruttamento, oltre a un aumento dei rischi per la salute e la sicurezza e una perdita di garanzie previdenziali e assistenziali. La strada da percorrere è dare valore e vera dignità al lavoro con la piena applicazione dei contratti




        FAI CISL dei Laghi                      FLAI CGIL Como                  UILA UIL
           Vincenzo Nisi                        Cristina Barbaglia                      Ezio Agati

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“Il centrodestra governa sia in Regione che a Como città. Eppure, i suoi esponenti sembrano non parlarsi. Anzi, è chiaro che Palazzo Lombardia ignora completamente Palazzo Cernezzi”, è il duro commento di Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Pd, e di Gabriele Guarisco, consigliere comunale dei democratici comaschi, dopo le notizie circa la soppressione della fermata di Albate-Camerlata.
“Avevo sollevato la questione già a fine maggio, in una seduta di consiglio comunale, chiedendo all’assessore ai Trasporti Bella se ne sapesse qualcosa – rivela Guarisco –. Ma mi aveva risposto di non aver nessuna notizia in merito. Però, la sua verifica si era limitata a un controllo degli orari sul sito delle società di trasporto ferroviario. Poi, nella seduta consiliare seguente, aveva rettificato confermando che qualche avvisaglia c’era e che gli uffici stavano monitorando la situazione. Ma era evidente che si sentiva molto in imbarazzo e forse aveva già capito come sarebbe finita”
 
Ed è finita, rincara Orsenigo, “con la Regione che impone al Comune di Como di perdere una fermata importante della linea per la Svizzera e di spostare tutto il traffico dei pendolari su Como San Giovanni, dove la carenza di posteggi è notoriamente cronica. Insomma, tra i due assessori, è evidente che la Terzi è più ‘forte’ e decide a prescindere dalla posizione dei suoi interlocutori e omologhi locali. Ancora una volta, si conferma che Regione Lombardia considera Como e i comaschi meno di zero”.
Per i due consiglieri Pd ora è “importante capire se questa situazione perdurerà per sempre o è temporanea. Ma soprattutto se l’amministrazione comunale intende intervenire su quella regionale riaffermando le proprie ragioni, anche in virtù del fatto che proprio la Regione ha previsto un grosso investimento con la nuova stazione di Albate-Camerlata e per l’annesso parcheggio da 200 posti. Non vorremmo che le novità diventassero il pretesto per rimangiarsi anche quell’impegno. Al contrario, spostare i pendolari a Como San Giovanni vorrebbe dire impedire alla maggior parte di questi di trovare parcheggio, nelle condizioni date. A meno che la Giunta comasca non pensi di risolverla mandando i frontalieri a mettere l’auto a ridosso delle mura della città, in viale Varese. Si spiegherebbero molte cose. E tutto per non contrariare il centrodestra che governa la Regione”.

 

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“Ho saputo casualmente e con profonda tristezza e stupore che i centri di aggregazione giovanili Oasi e lo Spazio Pineta sono chiusi. Eppure offrono servizi educativi che si occupano di socializzazione, informazione, orientamento, sostegno e accompagnamento di preadolescenti, adolescenti e giovani. Lavorano da anni sulla promozione del benessere della persona, sulla prevenzione dei fattori di rischio, sulla valorizzazione delle risorse, sull’offerta di spazi di incontri”, lo ha denunciato Patrizia Lissi, consigliera comunale del Pd, l’altra sera durante le preliminari, in Aula.
“Conosco bene l’Oasi, che è situata al parco Negretti, conosco il lavoro svolto in questi anni di coinvolgimento e di collaborazione con l’oratorio di Rebbio e con le scuole di quartiere, con ottimi risultati – ha aggiunto ancora Lissi –. Nel mese di luglio ci sono sempre state attività estive per i bambini, gite e altre attività. Ma quest’anno nulla”.
Per questo la consigliera Pd ha chiesto se “sono stati avvisate le famiglie, perché non mi risulta”.
Un altro servizio sospeso, ha segnalato Lissi, è l’assistenza domiciliare ai minori. “Ho chiesto all’assessore di competenza che spieghi pubblicamente i motivi di questa decisione e quale sarà il futuro di questi servizi. È pazzesco nel metodo ed è pazzesco che tutto questo sia successo nel silenzio più totale. Una politica che non pensa a chi ha bisogno crea una società senza speranza”.
Ma in particolare, per Lissi, è proprio “Rebbio a essere stata abbandonata dall’amministrazione Landriscina: prima il mancato incarico agli psicologi nelle scuole, ora la chiusura dei centri di aggregazione. Il disegno è chiaro: le periferie sono state dimenticate subito dopo la campagna elettorale e intanto le attività educative sono all’anno zero”.

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