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di Luca Michelini
www.lucamichelini.eu

"Forni sei falso come i forni di Auschwitz": così recita l'indecente scritta apparsa sui muri dell'Istituto storico di via Brambilla, a Como; è firmata dal gruppo neo-fascista Ordine Nuovo, ma in effetti è farina del sacco di Forza nuova, organizzazione politica appena insediatasi in via Milano alta per contrastare, dichiara, "il degrado dell'immigrazione". Prova che la scritta sia opera di FN è la lettera che il responsabile dell'ufficio stampa di FN-Lario ha indirizzato al Sen. Forni, il cui cognome ha dato spunto al vergognoso gioco di parole e la cui vita politica è tra le più limpide e positive dell’Italia democratica e repubblicana.

A leggere i testi di FN (la lettera recapitata e i testi consultabili su internet) si è posti di fronte all’ennesima declinazione delle ripetitive litanie neo-naziste e neo-fasciste, verbalmente aggressive, prevedibile preludio a qualche forma di violenza. Vi troviamo la critica del sistema economico-istituzionale vigente, fondato sul connubio tra strapotere bancocratico, massonico e comunista: i testi parlano di "capitalcomunismo" e gli obiettivi polemici sono tanto Monti, longa mano del sistema bancario-usuraio, quanto i paladini (se la prenderanno con Napolitano?) dell'estensione della cittadinanza. Vi è poi l'esaltazione di una nuova nazione, naturalmente fondata sulla purezza religiosa (cattolica), culturale ed etnica del "popolo" italico. Incardinata su corporazioni partecipative (ma non si parla di "corporazione proprietaria") e sulla proprietà diffusa (forse nella speranza di costituire il nuovo punto di riferimento di medi ceti proprietari delusi da altre formazioni xenofobe e incalzati da processi di proletarizzazione), la società vagheggiata da FN passa, ovviamente, per lo scardinamento della vigente Costituzione. L'obiettivo è instaurare una società radicalmente disegualitaria e gerarchica ("Gerarchia" fu la rivista ufficiale del fascismo), ispirata all'antico regime, incardinato su trono e altare e sulla distinzione in ordini. Si vuole insomma la sovversione dei principi democratici e della civiltà occidentale: all'umanità e quindi ai diritti individuali e all'eguaglianza davanti alla legge si vuole sostituire il gruppo – cioè un popolo, una razza biologica oppure una razza spirituale, religiosa, una stirpe ecc. -, che si definisce secondo i criteri i più diversi, ma sostanzialmente attraverso la distruzione del "diverso": diverso per opinione politica, per morale professata, per religione, per obiettivi sociali perseguiti.

A questi principi s’ispira l'azione di FN nel comasco: ricordiamo la contestazione di Luxuria, e quindi l'omofobia, la contestazione delle iniziative (ospitate dallo Xanadù) volte ad estendere la cittadinanza agli immigrati, gli striscioni inneggianti la "moneta di popolo" e la lotta all'usura, l'individuazione del nuovo "nemico" da combattere nell’immigrazione e nei rom. La scritta di via Brambilla è una tappa di questa escalation, che evidentemente vuole arrivare all'appuntamento delle amministrative e delle politiche.

La scritta è tuttavia particolarmente significativa, perché ha un dichiarato intento "negazionista": è cioè volta a negare il dato di fatto dei campi di sterminio e della soluzione finale intesa come eliminazione fisica di popoli - anzitutto gli ebrei e i rom - , di oppositori politici, di supposti "degenerati" (dagli omossessuali ai disabili). Voglio ricordare un celebre passo di Primo Levi, che testimonia come le SS si rivolgessero ai prigionieri dei campi di concentramento con le seguenti parole. "In qualunque modo questa guerra finisca, la guerra contro di voi l'abbiamo vinta noi; nessuno di voi rimarrà per portare testimonianza, ma anche se qualcuno scampasse, il mondo non gli crederà. Forse ci saranno sospetti, discussioni, ricerche di storici, ma non ci saranno certezze, perché noi distruggeremo le prove insieme con voi. E quando anche qualche prova dovesse rimanere, e qualcuno di voi sopravvivere, la gente dirà che i fatti che voi raccontate sono troppo mostruosi per essere creduti: dirà che sono esagerazioni della propaganda alleata, e crederà a noi, che negheremo tutto, e non a voi. La storia dei lager saremo noi a dettarla".
Forza nuova è dunque un movimento da ricondurre in modo organico proprio a quell'universo politico e sociale che ha pianificato e realizzato la soluzione finale.

Sarebbe perciò gravissimo e imperdonabile errore sottovalutare la portata delle azioni politiche di FN o considerarla un interlocutore politico, come purtroppo è già avvenuto quando è stata ospitata in meeting di rilievo nazionale. Tanto più netta e chiara deve essere la presa di distanza da questa forza neo-fascista e antisemita, quanto più viviamo un periodo di crisi economica e sociale gravissima. Infatti, se le classi dirigenti europee non riprenderanno con decisione il cammino dell'integrazione politica e sociale e l'originario disegno europeista, dall'indubbio orizzonte liberale e socialista (rimando al "Manifesto di Ventotene"), rigettando le attuali assurde politiche deflazioniste, si aprirà inevitabilmente la strada all’esasperazione sociale, fucina di nazionalismo, di bellicismo, di consenso per aggregazioni come FN.

Da un lato FN è il sottoprodotto di una stagione culturale e politica che ha teso a minimizzare le colpe storiche del fascismo e che ha criticato, in nome di varie forme di elitarismo, i valori e l’architettura istituzionale della Costituzione. Dall’altro lato la presenza di FN sposta l'asticella del perimetro democratico sempre più in basso e a destra, facendo passare per "moderati" partiti che della xenofobia nazionalistica e dell'aggressività – per ora soprattutto verbale, e più con i deboli, che con i forti come i mafiosi, p.es. – hanno fatto un esplicito baluardo.

Di fronte ad una pubblica opinione comasca che si distingue per non inorridirsi e prendere nettamente le distanze dagli editoriali di noti giornalisti che inneggiano, protetti da ricchissimi e altrettanto noti redditieri e imprenditori, allo scontro di civiltà e che bollano i rom come "ammorbanti" e come gruppo da espellere dal consesso sociale, è venuto il momento di ricordare, di non dimenticare, che la democrazia ha dovuto soccombere più che per la forza degli avversari, per la mancanza di coraggio, di organizzazione, di risolutezza, di lucidità e saldezza e intransigenza culturale e politica.

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Come molti avranno letto in questi giorni sui giornali, si sta cercando di dare un riparo alle persone senza dimora della città di Como, nei mesi più freddi dell'anno. Diversi enti/associazioni tra cui Croce Rossa, Associazione Nazionale Alpini-Protezione Civile, Servizi sociali del Comune di Como, Caritas, Scout, Ass. Incroci, Ozanam, City Angels, Vincenziani, Croce Azzurra, ma anche altri, si stanno adoperando in tal senso.
Il progetto prevede un’offerta di ospitalità notturna per uomini e donne maggiorenni, senza dimora, presso una tensostruttura messa a disposizione dalla Croce Rossa. La finalità è di evitare, alle persone che non hanno una dimora, di trascorrere la notte all’addiaccio durante i mesi più freddi dell’anno.
Per rendere operativo il progetto abbiamo bisogno, ogni notte, della presenza di 4 volontari, possibilmente uomini. Il volontario è chiamato ad accogliere gli ospiti che passeranno la notte nel tendone e stare con loro fino alla mattina successiva.
Proprio per questo stiamo cercando persone disponibili: l'impegno richiesto è dalle 19.30 alle 7 del mattino successivo.
Chiunque volesse dare il proprio contributo può lasciare il suo nominativo alla Caritas Diocesana di Como 031/304330 dalle 8.30 alle 12.30; nei pomeriggi potete lasciare un messaggio nella segreteria telefonica della Caritas e sarete ricontattati, oppure potete inviare una mail a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Chiediamo di diffondere l'invito il più possibile, ringraziando di cuore chiunque darà la propria disponibilità a svolgere questa attività volontaria: grazie ad essa sarà possibile la realizzazione e il funzionamento del servizio.


Roberto Bernasconi
Direttore Caritas Diocesana di Como

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Geniodonna propone alle ragazze e ai ragazzi dai 16 ai 25 anni compresi un concorso letterario sul tema L'Amore: ognuno come gli va...

Ogni concorrente potrà partecipare con un solo racconto breve di max 7.000 battute spazi inclusi.

La partecipazione è gratuita.

I racconti devono essere spediti con raccomandata con ricevuta di ritorno entro il 31 gennnaio 2012 completi di nome, cognome, indirizzo, telefono, al seguente indirizzo: Geniodonna - viale Giulio Cesare, 7 - 22100 Como e inoltrati via E-mail in formato pdf a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Il regolamento del concorso è scaricabile qui PREMIO RACCONTO BREVE 2012

 

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