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E' nato il comitato comasco per la campagna nazionale per i diritti di cittadinanza e il diritto di voto
NATI IN ITALIA: NON ITALIANI
Si può essere nati in Italia ma non essere considerati italiani. Questo succede a chi ha i genitori di origine straniera, è nato e cresciuto qui, ma solo compiuti i 18 anni può chiedere la cittadinanza. Se fosse nato in America, sarebbe americano.
LAVORATORI IN ITALIA: NON ITALIANI
L'Italia dà lavoro agli stranieri e per lavoro ne consente la regolarizzazione. Anche il lavoratore straniero paga le tasse ma non può scegliere chi deve amministrare la città in cui vive. La Convenzione sulla partecipazione di Strasburgo prevede che possa votare.
La campagna ha lanciato la raccolta firme per presentare in Parlamento due proposte di Legge di iniziativa popolare:
-per riformare la normativa sulla cittadinanza assegnando allo ius soli un ruolo di primario rilievo;
-per riconoscere ai migranti regolari il diritto di voto nelle consultazioni elettorali locali.
Per informazioni e adesioni da parte di associazioni, contattare il comitato Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. -031.264921
Fino ad ora hanno aderito: Acli,Arci,Aspem,Associazione Interetnica 3 Febbraio, Caritas, CGIL, Coordinamento Comasco per la Pace, IPSIA Acli, Trapeirus di Emmanus.

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di Luca Michelini

www.lucamichelini.eu
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Prossimo appuntamento: questa sera, 7 settembre, ore 21, CNA di Viale Innocenzo, Como (dopo il Carrefour, dove c'è la San Nicolò); mio cell. 334.701.76.91.

Dopo una prima riunione informale provo a tracciare un’ipotesi di lavoro per i prossimi appuntamenti. Invito anche a leggere
Per trasformare Como in un laboratorio politico e sociale (clicca qui).


1. Partecipazione e democrazia

2. La crisi economica e di civiltà impone il superamento del neo-liberismo

La crisi economica non è finita e l’economia mondiale e gli equilibri geo-politici, sociali e politici sono profondamente instabili: il neo-liberismo, di destra (Berlusconi, la Lega) come di centro-sinistra (Amato, Prodi ecc.), è oggettivamente superato. Gli attacchi speculativi non sono che lo strumento per asservire il nostro Paese e per distruggerne l’apparato industriale e politico e civile che ha costruito nei decenni.
In tutto il mondo ci sono già stati immensi SALVATAGGI PUBBLICI (cioè con i soldi di tutti i cittadini) soprattutto delle grandi banche (da cui dipende la vita di migliaia di imprese, di ogni tipo) e delle grandi imprese.
Ora il problema oggettivo è quello di far sì che questi salvataggi, e quelli che sicuramente ci saranno nel futuro, non vadano a vantaggio di un sistema economico e finanziario profondamente ingiusto (perché fondato su antistoriche diseguaglianze sociali e di opportunità), profondamente autoritario, inefficiente e bellicista, che potrebbe portare a nuove forme di nazionalismo e totalitarismo. La crisi attuale è paragonabile solo a quella del 1929, che portò dritto al nazismo e alla Seconda Guerra Mondiale. La crisi del 1992, dove la speculazione finanziaria ha costretto il nostro Paese a svendere la propria civiltà (privatizzazioni, abbattimento di diritti, attacco al welfare), è tra le cause della crisi attuale e nuove finanziarie “lacrime e sangue” (sia di destra che di centro-sinistra) ci porteranno nel caos, come in Grecia.

L’Italia deve riappropriarsi della propria sovranità; i cittadini devono riappropriarsi della propria sovranità.


4. Partire dalla Costituzione per creare un Mondo Nuovo

Penso che un punto di riferimento imprescindibile per ricostruire una prospettiva politica ed economica che superi l’ideologia e le politiche neo-liberiste, che ci hanno condotto alla gravissima crisi attuale, rimanga l’articolo 3 della nostra Costituzione, che forse può costituire la base per la nascita di nuove parole capaci di indicare il senso di un progetto sociale e di civiltà. L’articolo 3 recita:

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

E’ venuto il tempo di smettere di tradire la Costituzione; è venuto il tempo di realizzare per davvero le indicazioni che essa contiene, creando forme nuove di politica e di partecipazione.


3. Cercare insieme Parole Nuove

In un testo (clicca Per trasformare Como in un laboratorio politico) ho indicato la necessità di riproporre, in modo originale e con il contributo di tradizioni differenti, un percorso “social-democratico”, superando di slancio, e gettando il cuore e l’intelligenza oltre l’ostacolo, i tanti rancori accumulati in anni di divisioni e di polemiche, ed anche di sconfitte.
In effetti, però, la parola “social-democrazia” è forse consunta, come tante altre, anche se l’ho utilizzata in polemica con il neo-liberismo di destra e di sinistra, che ne aveva decretato la fine in nome di politiche economiche che sono state tra le cause della crisi attuale.

Il problema italiano è che i grandi valori codificati nella nostra Costituzione non riescono più a tradursi in scelte di governo e amministrative e in parole accettabili e non compromesse. E’ una difficoltà oggettiva, che vivo come tantissimi altri cittadini.
E’ venuto il tempo di trovare nuove parole, in grado di rappresentare un profondo rinnovamento civile, parole capaci di essere simbolo di un nuovo progresso.
Per trovare nuove parole l’unica strada è il dialogo, l’ascolto reciproco, l’analisi dei fatti, la curiosità, la disponibilità a mettersi in gioco.



4. Il valore delle primarie

Il fiorire di partiti populistici (partiti che non cercano la partecipazione attiva dei cittadini, ma il rapporto mistico con un “popolo” che deve ubbidire) di ogni genere e colore (a destra e a sinistra), o la riproposizione di modelli come il partito-azienda, il comitato centrale (che ricerca l’obbedienza, non la condivisione, che utilizza il comando, non la persuasione, che non è capace di esercitare egemonia, ma solo gerarchia), il settarismo dottrinale, il comitato elettorale, il comitato d’affari ecc.: tutti questi modelli e pratiche politiche non sono che il segno di una profonda decadenza (e basti vedere la
corruzione generalizzata) e, prim’ancora, di una grande incertezza e perdita di punti di riferimento.

Va dato atto al Partito Democratico di aver concepito un meccanismo, quale le primarie, che di fatto rompe, in modo virtuoso, l’autoreferenzialità del ceto politico, che ha concepito una architettura istituzionale (a cominciare dalla legge elettorale per il Parlamento, per finire con il sindaco-sceriffo) che di fatto esautora i cittadini da gran parte dei loro diritti politici.
I partiti che decidono di partecipare alle primarie di coalizione dimostrano di essere ancora forze politiche vitali, perché si mettono in gioco realmente, per il bene del Paese. Le primarie oggi, oggettivamente (cioè dato il quadro istituzionale esistente), fanno la differenza.

Dobbiamo però batterci per
primarie vere, cioè caratterizzate da lealtà, ma anche da competizione reale
, fondata sull’alternativa di programmi di governo. Competizione vera significa reale pluralismo, significa sollecitare che la società italiana mostri la ricca complessità che la caratterizza senza infingimenti, con coerenza, con trasparenza, con coraggio, con nettezza.



5. Il “moderatismo” comasco: un pantano, superato dai tempi

Come calare nella realtà cittadina le indicazioni contenute nella nostra Costituzione?
Ciò che mi preoccupa è il famoso “moderatismo comasco” (
clicca Oltre il moderatismo comasco), per cui tutte le idee innovatrici e di riforma nella nostra città pare debbano camuffarsi: sono molto preoccupato che Como non riesca a elaborare una nuova stagione politica all’altezza dei tempi, ricadendo così in mano a lobby e a personale politico
ricolmi di conflitti d’interesse, incapaci di andare oltre l'interesse personale e particolare e incapaci di concepire una nuova stagione di civiltà.
Durante l’amministrazione Bruni, che ha dissipato risorse in progetti assurdi (paratie, muro, Ticosa, Sant’Anna & parcheggio ecc. ecc.) e in mala amministrazione (frutto non solo della incapacità degli uomini, ma anche di una precisa visione del mondo e di un sistema di potere e di governo),
le opposizioni non hanno saputo contrastare per davvero le scelte del centro-destra
.
Basti dire che lo scandalo del
“muro” non si è tradotto nella caduta di Bruni
: ed è inutile che si dica che sono stati problemi tecnici e contingenti a non fare cadere la giunta di destra; la verità è che invece è mancata la volontà e comunque la capacità politica da parte delle opposizioni di creare un forte movimento capace di fare cadere Bruni.

Per non ricadere negli errori passati, penso sia indispensabile partire dalle idee e dai programmi necessari per risolvere i problemi dei cittadini, e solo in un terzo tempo sarà possibile individuare la coalizione e gli amministratori, creando anche gli strumenti istituzionali per un metodo di governo fondato sulla partecipazione dei cittadini.

Il moderatismo ha governato Como per decenni: è ora di proporre alla città un salto di qualità; è ora di proporre un
reale cambiamento
; è ora di sperimentare per davvero il pluralismo. Il moderatismo comasco non è stato che una forma del radicalismo che contraddistingue, nei fatti, la destra e il centro-destra italiani e un certo modo (neo-liberista) di concepire l’opposizione e la società e i cui frutti sono sotto gli occhi di tutti.



5. Idee di città

Come tentare di inventare parole capaci di identificare una nuova civiltà, una nuova idea di città? La nostra civiltà è sempre stata fondata sulle città, come ci insegna Carlo Cattaneo, i cui testi i sedicenti federalisti della Lega Nord non hanno mai nemmeno sfogliato e che, d’altra parte, non era certo un liberista sfegatato.

Per ripartire dalla città e per scoprire nuove parole adatte a ricostruire un’idea e un progetto di progresso, forse possiamo partire dalla vita delle persone.
Consapevoli, però, che le persone appartengono anche a ceti sociali, universi lavorativi, generazionali e morali ben differenti e, spesso, con interessi in conflitto. Non si può astrarre dalle differenze e dai conflitti: dobbiamo però essere in grado di incanalarne la dialettica (che è vita) in una nuova coralità, per ricostruire una Comunità e per impedire il disfacimento sociale.

La riunione di questa sera sarà anche l’occasione per cominciare a parlare di idee di città.

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