La possibilità di spostamento deve essere assicurata anche a quelle persone che hanno maggiori difficoltà di spostamento. Una giunta di centrosinistra deve occuparsi di questo tema.
Il fatto accaduto la scorsa settimana e riportato dal quotidiano la Provincia domenica 12 gennaio riguardate Eva Sganzerla di Albate, che è stata lasciata due ore alla fermata del bus, è l'ennesima e costante , perché messa a sistema, discriminazione nei confronti delle persone con disabilità. È una discriminazione che delle persone che hanno difficoltà di deambulazione debbano, per poter prendere il bus prenotarsi giorni (o ore, non importa) prima. È un complicare la vita a chi ce l'ha già più complicata degli altri. Ma ancor più grave è che a un simile regolamento si aggiunga
l'impossibilità di prendere il mezzo perché sprovvisto della pedana sollevatrice o perché guasta. A quanto pare le cose non sono cambiate da quando, per mezzo dell'allora consigliere Magatti, fu denunciata la situazione all'assessore Cattaneo della giunta Bruni e alla direttrice dell'azienda dei trasporti. Furono chieste fermate accessibili, pedane funzionanti, autisti in grado di azionarle (non sempre così) e un atteggiamento da parte loro più civile. Alle promesse non seguirono, evidentemente, i fatti. La possibilità di spostarsi sul territorio offre alle persone opportunità fondamentali, diritti, dal poter provvedere a se stessi al frequentare i luoghi di studio e di lavoro, dall'intessere relazioni affettive e parentali a frequentare associazioni, luoghi pubblici e culturali, di culto, politici eccetera, insomma le cose che fa una persona normale. A maggior ragione questa possibilità di spostamento deve essere assicurata a quelle persone che hanno maggiori difficoltà di spostamento. Ecco perché ci aspettiamo che una giunta di centrosinistra debba di sua iniziativa occuparsi di questo tema. Non importa se non lo ha mai fatto prima, intanto comincino a farsi un quadro della situazione con l'aiuto delle associazioni che, sul territorio, si occupano di disabilità, sforzandosi di mantenere il discorso sul piano dei diritti e non lasciandolo precipitare nella valle di lacrime dei servizi speciali.
Ida Sala (Comitato lombardo della Vita Indipendente delle persone con disabilità)
Marco Lorenzini (Coord. Provinciale di Sel)