Serve qualche ragionamento in più sulla ex Trevitex e bene ha fatto l’assessore Spallino a dare la propria disponibilità ad ascoltare e dialogare con le forze politiche della maggioranza che stanno appoggiando la giunta Lucini. Del resto diciamo da qualche tempo che serve un cambio di passo nel rapporto tra giunta, consiglio comunale e forze politiche, perché bisogna ridare alla politica il suo compito di proporre scenari e azioni concrete, di suggerire orientamenti; al consiglio comunale di indirizzare e alla giunta di amministrare. Pensiamo che questo spazio di discussione vada in questa direzione e quindi entro subito nel merito. Tutta la questione Trevitex è nata male molti anni fa, inficiata da quel modello commerciale pervasivo che vedeva ipermercati ovunque e che ha schiacciato il piccolo commercio, vera anima del rapporto con i cittadini dal punto di vista degli stili di
consumo. Inoltre tutto il dibattito storico su quest’area si è svolto entro binari a fondo cieco perché pareva che la scelta fosse tra Coop o Esselunga, mentre invece il problema era ed è un altro: quali stili di acquisto e di consumo riducono il consumismo sfrenato e favoriscono la qualità della vita, una nuova cultura del vivere che deve essere sostenibile con il lavoro, i diritti e l’ambiente? Adesso siamo già troppo avanti e la scelta è stata fatta da altre giunte, quindi noi ci troviamo di fronte al problema di come gestire la realtà e alla responsabilità di decidere come operare. La scelta non può essere guidata soltanto da motivi economici, anche se in una fase di patto di stabilità e di riduzione di fondi ogni comune soffre, ma dal dovere di consegnare al quartiere una soluzione credibile che trasformi quel non luogo in uno spazio non solo fruibile, ma utile alla città che vorremmo. Credo che i criteri per la scelta siano due: conservare ciò che di storico e di archeologia industriale vi è per non perdere la memoria dell’industria che ha reso grande questa città; promuovere socialità attraverso interventi che favoriscano l’incontro, le attività ricreative e culturali e quelle attività economiche compatibili con l’attuale volto europeo della città. In tal senso credo sia utile vagliare tutte le proposte che vanno in questa direzione.
Marco Lorenzini (Coordinatore provinciale Sel Como)